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Friday, 5 January 2007
Ungheria e Repubblica Ceca. paesi da G7

Un bell’editoriale del  Guardian del 1 Gennaio ci fa riflettere sulla tenuta dei governi dei paesi del G7, tutti accomunati da un’intrinseca debolezza politica. Bush ha perso le elezioni di mid-term e sempre più contestato per la guerra in Mesopotamia, in Canada c’è un governo di minoranza, Chirac leva le tende a Maggio magari pure per far posto a  una donna, Prodi governa “on that country's traditional knife-edge”, in Germania la GroBe koalicion è di per se politicamente debole, Blair è al capolinea…, Se questa  è la regola l’eccezione è il Giappone, l’unico governo forte ce non sembra temere nulla da questo 2007.

Nelle nostre democrazie moderne, anziché abbandonarmi a riflessioni sul progressivo distacco della gente dalla politica (cos’altro rappresenta un governo debole, elitario e non rappresentativo) mi sento di avanzare una proposta, in questo mondo ricco e moderno, non pensiamo a paesi ricchi, in sviluppo, forti e saldi di Cina, Russia, etc. ma facciamo entrare nel G7 l’Ungheria, col premier contestato e la gente in piazza a scamiarsi poesie con la polizia e la Repubblica Ceca, che da Giugno è senza un governo, col primo ministro designato che per due volte a settembre e dicembre non ha avuto la fiducia del Parlamento.


Posted by alessandro grimaldi at 18:33 CET
Updated: Friday, 12 January 2007 14:14 CET
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Wednesday, 3 January 2007
Nostalgia canaglia
Cari affezionati lettori del blog, prosegue la collaborazione col giornale on line www.peacereporter.net, per continuare a raccontare le tante cose che succedon dove vivo, e da dove vi scrivo, orsù visitate il link http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=6996

Minden jot,

Alessandro

Posted by alessandro grimaldi at 00:01 CET
Updated: Friday, 12 January 2007 22:42 CET
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Tuesday, 2 January 2007
Buon anno e felice anno nuovo

Oggi è due gennaio, nuovo anno, nuovi propositi. Son già tornato a Budapest che qui l’Epifania non si festeggia e i dolci nella calza li ha portati già il buon Santa Nicola giusto un mese fa (6 Dicembre).

In compenso a Pentecoste si fa festa a scula.

Dunque son già in Ungheria ma da italiano penso il 2 Gennaio, per un italiano significa la morte di Fausto Coppi 47 anni fa, per un’infezione tropicale contratta in Africa  e non curata in tempo.

Il mio primo pensiero dell’anno da incorniciare in questo riquadro del blog parla della metro gialla che mi riporta a casa dopo esser partito ieri da Bari. Pur inbardato nei bagagli riesco con un balzo che dimostra meglio degli anni che mi sono aggiunti sul groppone da poco e riesco a entrare prima che le fatidiche porte si chiudano.

Davanti a me 6 ragazzi sui ventanni, 3 coppie,  sono vestiti in modo strano, con pettinature approssimative, parlano ad alta voce, hanno in mano una cartina della città già spiegazzata, e molto entusiasmo. Sono romeni.

Benvenuti nell’UE compagni extraeuropei.


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 CET
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Tuesday, 19 December 2006
servizi segreti bulgari (e ungheresi via) nn sparate piu' al Papa ma dedicatevi al pippero

In Italia il nuovo film di James Bond sarà nei cinema solo il 5 Gennaio, che ha paura di Boldi, De Sica e Bonolis. Invece qui a Budapest è già nelle sale dai primi di Dicembre. Forse perché qui attira di più e perché negli allegri cortei di Ottobre per far cadere il governo, quando si voleva urlare qualcosa di cattivo verso quei simpaticoni della polizia si urlava AVH (aveha, che qui la h si aspira eccome) la polizia segreta dei tempi del comunismo, che evidentemente ha lasciato tanti bei ricordi.

Del resto quando parlo di politica, i miei informatori ci tengono a dirmi che i file dei servizi segreti comunisti son stati in gran parte distrutti, ma si dice che se ne conservi una copia a Mosca e chi sa i segreti è ora nell’odierno partito socialista e tiene in scacco tutti o quasi.

Io in genere dico di si con la testa, ma in cuor mio pensavo sempre che era l’antico odio nn ancora sopito a farli parlare così, e che queste cose son sempre segrete e se ne sa poco, come i misteri italiani chiusi nei cassetti dei nostri italici servizi e le nostre connivenze con la CIA da Moro ad Ustica ad AbuMazen.

Ma di recente mi son dovuto ricredere.

Difatti, visto che ormai altre 2 settimane e Romania  e Bulgaria entrano nell’Unione Europea (dal 1° Gennaio, n.d.r., e arriviamo a 27 paesi, numero da cui nn ci schioderemo per un bel pò credo, i giornali si occupano un po’ di più di queste lontane terre e ci regalano notiziole gustose.

Tra queste leggo che il governo bulgaro ha deciso di levare il segreto dagli archivi dei servizi del periodo comunista. E che giusto una settimana fa uno dei direttori dell’archivio si è giusto suicidato perché non sopportava lo stress e le pressioni, ma che è un suicidio strano, con tanti particolari poco chiari, segno che i servizi segreti bulgari sanno ancora il fatto loro.

 Leggo poi sull’Herald Tribune che l’iniziativa sarà comunque fatta con cautela e che nessuno si farà del male, i file degli agenti ancora in attività resteranno segreti, se qualcosa emergerà sarà solo per sapere la verità e non per punire. Il passato è passato, il presente è peccato, il papa polacco è bell’è morto, e Ali Agca, ha ancora una bella barba di cinque giorni nella sua cella.

Poi l’Herald Tribune, chiosa dicendo: “Bulgaria is one of the last former communist nations to tackle the historical records of its past. Other countries with former communist regimes, including Germany, the Czech Republic, Poland and Romania, already have taken measures to open communist-era secret files”.

Hey ma manca qualcuno; giusto il paese che mi ospita, l’Ungheria manca, anzi, a parte i paesi ex sovietici è l’unico Stato del patto di Varsavia ad avere tutto nascosto.

 

I miei informatori me li devo tener stretti..


Posted by alessandro grimaldi at 11:48 CET
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Monday, 18 December 2006
L'autore del blog uomo dell'anno per la rivista tmes

 Nel 1956, 50 anni fa, l'uomo dell'anno secondo Times fu il popolo ungherese, che si era ribellato ai sovietici.

L'uomo dell'anno 2006 sono io: <<Secondo Time la persona dell'anno sei tu. Per la carica dirompente di blog, siti internet e filmati condivisi in rete attraverso YouTube, il settimanale statunitense Time ha deciso di eleggere persona dell'anno ogni suo lettore. Time ha messo in copertina uno specchietto in modo che "tutti i lettori guardandosi abbiano chiaro che loro, stanno trasformando l'era dell'informazione">>

 (tratto da Chinadaily.com.cn


Posted by alessandro grimaldi at 12:35 CET
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Sunday, 17 December 2006
zigomi pannonici

“Mio padre, dunque, si  sposato nel1906. A Sydney. Si è anche fatto fare la fotografia da Degotardi, rinomato studio fotolitografico fondato da Giovanni Degotardi (…). Nella fotografia si puè notare la pelle un po’ bruna di mia madre, quegli zigomi irregolari, marcati, asiatici, australasiatici, in questo caso, -zigomi pannonici diceva mio padre, che li amava molto, perché gli ricordavano quelli di certe donne di Fiume d’origine ungherese.”

(Alla cieca, 2005, Claudio Magris)


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 CET
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Friday, 15 December 2006
Bumerang

Carilettori, son contento di aver iniziato una collaborazione con il magazine on line ww.bumerang.it, raccontando dei solenni funerali di Puskas e del loro significato per l'Ungheria..

http://www.bumerang.it/162d371.html


Posted by alessandro grimaldi at 12:32 CET
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Sunday, 10 December 2006
Io crescero, sicuro per il mondo andro?.

L’ho detto alla morte di Faludy Gyorgy (entry del 2 Settembre), lo ribadisco. Quello che fa impressione da qui a conoscer un po’ gli ungheresi è la loro incredibile doppia identità di attaccamento alla patria, alla lingua, al sacro suolo nazionale e contemporaneamente il loro essere grandi viaggiatori, poliglotti, giramondo.

Del fogliettino che distribuivano al corteo funebre di Puskas, insieme al fittissimo programma c’era in breve riassunta la carriera di Puskas, ragazzo di Kispest, l’Honved, la Nazionale, blablabla, poi il 56 già che si trovava all’estero ci rimase, e venne il Real e una campagna denigratoria nei suoi confronti in patria, ma anziché rimanerci comodamente in Spagna, che so da dirigente del Real o a girare per i suoi vigneti come ha fatto Liedholm in Italia, ha iniziato una vorticasa carriera da allenatore, che, senza mai arrivare a grandi team, lo ha portato letteralmente nei 5 continenti 5, poi quando ha potuto è tornato in patria, guardate un po’:

 

Alicante (Spagna)

San Francisco Gales (USA)

Vancouver Royals (Canada)

Panatinaikos (Grecia)

Colo-Colo (Cile)

Squadra nazionale dell’ARABIA SAUDITA

FCL Murcia (Spagna)

AEK Atene (Grecia)

Al-Maszri (Egitto)

Soi de America ès Cerro Porteno (Paraguay)

Panhelenic Melbourne (Australia)

 

Oggi questo è quasi normale, i calciofili all’ascolto penseranno subito a Milutinovic, che ha fatto qualificare ai Mondiali anche cn buoni risultati Messico, Usa, Costarica, Cina, ai santoni olandesi Hiddink e Van Gaal, a Dossena che allena la Costa d’Avorio e l’Albania, a Tardelli che dopo Bari, Inter e Cesena allena l’Egitto, ma certo il buon Ocsi Bacsi (Puskas) è stato un pioniere..

Ed è tutto dentro lo spirito di questo popolo,

Come già detto cosi’ Faludi Gyrogy, cos’ Marai Sandor, così Rakosi (capo del regime durante lo stalinismo), così Horty (il Mussolini ungherese), così tanti altri…


L’Ungheria è una nazione medio-piccola, al centro dell’Europa (Centrale) ma un tempo nella grande Ungheria di fine secolo, un giovane Pip viaggiava attorno ai confini dell’Impero (Austro ungarico) sapeva il tedesco e qualcos’altro, girava il vicino impero prussiano, la Parigi anni 20-30 dove mezzo mondo intellettuale e vagabondi si ritrovava, Istanbul, si arruolava in Marina, e poi c’era Budapest, uno dei centri più cosmopoliti del tempo, poi il 56 e la diaspora dei loro figli,..

O sarà anche come già detto al mio ritorno a settembre: riesce a star bene in terra straniera e può accostarsi alle altre culture senza paura e con spirito aperto solo chi è sicuro arcisicuro della propria identità culturale.

E in questo gli ungheresi sono impareggiabili.


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 CET
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Carlo Vanzina e il Cardinale Kiss-Rigo Laszlo

Il blog di oggi propone ai lettori un divertente quiz. Abbinate alle citazioni date (1 e 2) i riferimenti da cui sono tratti (A e B). Le soluzioni sono in fondo alla pagina.

 

1 “Ragazzi la vita se come una partita di pallone, che anziché durare 90 minuti, le dura tutta la vita.

Ma attenzione a comportarvi bene, perché altrimenti il ignore porterà il fischietto alla bocca e…..(PRRRRRRRRR)”

-

2 L’allenatore della massima squadra, l’ha fatto uscire dal campo non per sostituirlo, ma per farlo giocare in un’altra squadra, là dove non ci sono sconfitte, ma solo vittorie, il nostro compito è quello di riuscire a giocare nella stessa squadra.” E ancora “chi gioca con me, sarà selezionato nella squadra eterna, cosi’ si può interpretare il Vangelo di oggi...,” dove l’arbitro non commette mai errori, dove la gioia di giocare è sopra ogni cosa”

 

A (vacanze in America – Di Carlo Vanzina, omelia della Messa di fine anno scolastico)

B (omelia del Cardinale Kiss-Rigo Laszlo –  tradotto è Ladislao piccolo merlo- nella messa solenne in memoria di Puskas)

 

 

 

 

Soluzione A1 – B2


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 CET
Updated: Monday, 11 December 2006 19:33 CET
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Thursday, 7 December 2006
Ocsi Bacsi - Puskas Ferenc

E’ morto il 17 Novembre, ma i funerali di stato, alla presenza delle massime autorità dello stato, sono stati indetti solo per il 6 Dicembre. 2 giorni di esposizione della salma, poi sabato 8, giornata di lutto nazionale, commemorazione allo Stadio nazionale, corteo funebre fino a Piazza degli eroi dove verrà reso l’estremo saluto. (Piazza degli eroi, qui vi è il monumento al milite ignoto, qui il ……., ci fu la cerimonia funebre ufficiale di Nagy Imre, il leader della rivoluzione del 56, più di 40 anni dopo la sua esecuzione.

 

Il 17 Novembre c.a. è morto Puskas Ferenc, leggenda del calcio magiaro.

 

Qui non siamo al giornale questo è un blog, allora senn conoscete puskas, (sinistro naturale, bassino e tracagnotto, grantalento, capitano della nazionale ungherese fino al 56 (oh guarda un po’), portandola al titolo olimpico del 52, vicecampione mondiale nel 54 in Svizzera, capitano nel memorabile 6:3 con cui l’ngheria battè per la prima volta l’Inghilterra, a cas sua, a Wembley, o per restare nel nostro piccolo lo staio olimpico di Roma fu inaugurato nel ’53, con un sono Italia – Ungheria 2:6, l’Ungheria era la squadra pù forte al mondo, poi dopo 2 anni di interdizione, ormai già ultratrentenne giocò in Spagna, fu capitano del RealMadrid, in tempo per vincer ele coppe dei campioni del 58,59, 60, 66. Nel 66 aveva 39 anni, finale di coppa dei campioni, Real-Benfica della stella nascente Eusebio, risultato finale 5:3puskas fece 3 gol, mincia volevo dire l’indispensabile) fatti vostri.. io vi dico cosa voleva dire Puskas da qui..

 

Qui Puskas era un signore anzianotto, con una bella pancia e da tempo gravemente malato, affettuosamente per tutti i magiari Ocsi Bacsi, (oci baci, ocsi cioè ragazzo, fratellino, per il sorriso bonario e la faccia paffuta e bacsi che è zio, l’appellativo per gli anziani amici di famiglia), ed era un mito, Puskas è un tipo esponente della diaspora magiara del 56, uno di quei 2-300.000 intellettuali e padri di famiglia che dopo la rivoluzione attraversarono gli ancora malsorvegliati confini con l’Austria o se erano all’estero ci restarono, e tornarono solo col disgelo, era l’ungherese più famoso all’estero (ditemi il nome di un personaggio argentino famoso oltre Maratona  – Borges nn vale, nn ha mai preso il Nobel) era il capitano degli “undici d’oro” come li chiamavan qui, la squadra che rivoluzionò il calcio degli anni 50 col suo gioco d’attacco.

ui quella squadra è come se avesse giocato ieri a Wembley, il ricordo nazionalpopolare è vivissimo. Il calcio in Ungheria è il primo sport come dovunque, i titoli del Nemzeti Sport son sempre di calcio, ma i ragazzini tifano Liverpool, Manchester, Bayer Monaco a AC Milan (maledetti), perché dopo Puskas, c’è stato il diluvio. Un pallone d’oro del 66 (Florian Albert, capocannoniere dei mondiali di quell’anno), ultima partecipazione ungersi ai mondiali 20 anni fa, a Messico 86 (qualificazione soffertissima contro i cugini austriaci, poi in Messico umiliante 5:2 contro l’Unione Sovietica), gli antiquari librari di Budapest circolano molte copie polverse di “Perché il calcio ungherese è malato”, primi anni 90. Ma il football magiaro è peggiorato eccome in salute da allora, Quest’anni alla partita d’esordio delle qualificazioni per gli Europei e noi litigavamo per Donadoni e Totti, qui si è cominciato con un triste Ungheria 1- Norvegia 4 al Nèpstadion, e ad Ottobre un terrificane Malta 2 – Ungheria 1, prima vittoria di sempre di Malta in una competizione ufficiale UEFA). Anncora preliminari di Champions league, il Debrecen campione d’Ungheria eliminato dai campioni di Macedonia, in coppa Uefa l’Ujpest dal Vaduz, (che i più bravi di voi ricordano capitale del Liechtenstein) serie B svizzera, con uno storico Vaduz 4 – Ujpest 0. 
Che sia stato questo ad aggravare le condizioni di Ocsi Bacsi.

 

 

N.B.

Perché il calcio ungherese è malato? Perché la federazione è corrotta e marcia fino al midollo, un esempio facile facile, in Italia il tennis è uno sport con tanti praticanti, ma il tennis italiano arranca.


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 CET
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Thursday, 26 October 2006
festa nazionale. inizio seconda parte

20.00

Dal mio rifugio di Buda torno dalle parti di Astoria, perché pare che lo spettacolo prosegua e sia divertente. Non si può lasciare una festa a metà, sta male. E la festa prosegue lungo la Rakoczi. A Kàlvin tér e sul Muzeum korut gente sparsa, io devio per Brody Sandor utca, che ogni buon italiano che vive a Budapest conosce, e guardo lungo le traverse per vedere dove unirmi ai festeggiamenti: Puskin utca, .Szentkiraly utca, Vas utca, solo all’altezza di Vas utca, la via del ferro, sembra sia tutto tranquillo sulla Rakoczi. Ma a 200metri c’è una troupe televisiva e un po’ di gente, e un uomo a torso nudo, magro, con gli occhiali da sole sui capelli, l’aria modesta, magro ma muscolato, di chi ogni mattina scarica frutta nei mercati generali o porta secchi di calcinacci e cemento mentre buttano giù uno degli antichi e scuri palazzi di Pest. Si tocca spesso dietro, sulla bassa schiena, proprio sulla colonna vertebrale, un po’ sopra il culo, dove mostra alla telecamera un bel buco di circa 8 cm fatto da un proiettile di gomma, tutto nero di sangue raggrumato, e piange, piange come un bambino.

La troupe lo intervista, poi gli fanno“Non ti preoccupare qui a 2 metri c’è un bellissimo ospedale”.

 

All’angolo con la Rakoczi le barricate sono all’altezza della chiesa gialla di San Rocco, un raro esempio di barocco del 1600 fuori da Buda e Belvaros. Dall’altro lato della chiesa è già Blaha. Han messo transenne, cassonetti della spazzatura, quello al centro è stato dato alle fiamme, un nugolo di fotografi poco piu’ avanti. Dall’altro lato ci saranno una enorme marea nera di polizia schierata con al centro un mezzo blindato.

 

Si fronteggiano, gli uni di fronte agli altri.

 

Due capelloni avanzano e inginocchiati oltre le transenne mostrano un grande striscione “Gyurcsàny vola via” si coprono il viso con i capelli.

 

Arivano grida anche dalla dohany utca, anche qui un po’ di gente, e barricate con fuscelle di legno.

 

Se non fosse per i lacrimogeni darebbe un bel film, poche brutte facce, ragazzini che giocano a fare i duri asserragliati in cima a una cabina telefonica o che si muovono con un cartellone pubblicitario come scudo e si alzano il fazzoletto sul viso per giocare agli indiani contro il III reggimento cavalleria. Ogni tanto passano con gran rumore dei bikers tra le urla alte della folla.

Dall’altro lato la polizia nera guarda e non fiata, solo spegne i fuochie lancia lacrimogeni alrimenti si annoiano dall’altra parte.

 

Irrealmente poi ogni tanto passa

 

Vado da uno dei miei kebabbari preferiti, poco più su sulla Dohany, lui non c’è, c’è un aiutante, mentre addento il kebab gl chiedo che ne pensa del bordello che sta succedendo. “ Non parlo ungherese bene” fa, Ah ok, sapessi io e tu di dove sei. Afgano. Oh Abdul dolcissimo dromedario stanco*.

 

Quando non ce la faccio per i lacrimogeni risalgo la folla fino a Blaha, qui ci sono coppie e gruppi di amici. In un bar sul korut appena dietro a Blaha la TV mostra che si è aperto un secondo fronte, wui la baricata è realmente imponente e continua a crescere, giusto dall’altra parte della Rakoczi, a isolare il ponte Elisabetta. Accanto a me Szilard, che ui insgna matematica e ci viene dalla Transilvania. E tu che ne pensi Szilard? Mi guarda storto anche col suo sguardo buono. Alessandro, ma tu sai chi era Ceaucescu. Si.

Quando torno sulla Racoczi, faccio in tempo a salutare due dei miei più vecchi amici di Budapest che la gente inizia a correre, arriva la carica, il resto lo conoscete.

 

Dio salvi il re.

 

 

*cito da “solo altrove riesco a essere qui”, di Marco Bruno


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Wednesday, 25 October 2006
festa nazionale. primo pomeriggio

12.00

A casa HirTv dice che ci sono stati scontri a  Nador utca, secondo qualche testimone son stati usati anche proiettili di gomma e che la gente si è spostata al Corvin koz, il vicolo Corvin, dove alle spalle del cinema Corvin nel 56 si compi’ uno dei piu eroici episodi del 56, con la gente che resistette fino all’ultimo proprio a 100 metri dalle caserme

Questo è un fuori programma, allora magari la giornata sarà divertente..

 

12.45

Sono a Koztarsasag tér, per ragioni di servizio, in piedi stancamente appoggiato ad un palo, davanti a me due gendarmi francesi col cappellino dell’esercito della salvezza e guanti bianchi.

Alla presenza di varie autorità si sta scoprendo un busto in bronzo alla memoria di Pedrazzinì, fotografo francese che qui trovò la morte durante i moti del 56. In questa piazza c’era la sede del partito comunista ungherese, la folla assaltò il palazzo e linciò dei dipendenti, che divennero i martiri della controrivoluzione, la vicina via Fiume (la città croata, porto ungherese sulll’adriatico) divenne via dei martiri in loro onore; poi la polizia segreta riprese il controllo, spari sulla folla, morti, Pedrazzini fotografò tutto e fu ucciso per questo.

Accanto a me dicono che questa è forse l’unica cerimonia ufficiale che ha un senso oggi.

 

12.30

Al Corvin koz, ci si deve arrivare a piedi che i manifestanti hanno occupato i binari del tram. “domani leggeremo sui giornali (tutti filogovernativi): i dimostranti hanno occupato il viale Lenin” (il nome del korut nel 56) dice qualcuno sarcastico.

Al Corvin koz ci saranno 3000 persone, festanti, tante bandiere, il popolo della piazza è qui, si rivedono amici, volti noti, sulle scale del Corvin mozi prende la parola Wittner Maria, una deputata di Fidesz, giovane rivoluzionaria del ‘56, poi isolata in qualche postaccio del paese profondo, ora in parlamento nota per le sue parole spicce e pesanti contro il governo.

Alle spalle sulla Kisfaludy utca (dove c’è il West Balkan) ci son sempre come ieri famiglie che passeggiano e i bambini che giocano con i pezzi di artiglieria e i blindati di allora, qui per la rievocazione storica. Che è un giorno di festa.

Passano dei camion pieni di anziani, i volti sorridenti, ex combattenti del 56, gridano viva la rivoluzione. Come tradizione di queste manifestazioni finiamo in un baretto a bere birra economica e sbirciare HirTV. Ci riposiamo perché alle 4 ad Asztoria inizia il grande comizio di Fidesz.

Entrano per prendere della buona birra anche 5 omoni in anfibi, bomber nero, pantaloni militari, ma questa non è una rievocazione storica..

 

!5.00

Per il comizio di Fidesz è stata chiusa al traffico la Rakoczi e Kossuth utca fino al ponte Elisabetta e pure il kiskorut è chiuso, c’è tanta gente che continua ad arrivare altoparlanti e maxi schermi per seguire meglio il tutto… ed è bello passeggiare in mezzo a questi stradoni e ammirare con calma i bei palazzi della Rakoczi con ancora i segni del tempo

Mi siedo su una panchina ai piedi della Grande Sinagoga, è una giornata incredibilmente calda, accanto a me un anziano, che dopo 5 minuti mi chiede “Dov’è la tua bandiera?” ma in maniera simpatica che è festa (e come pronuncia bene zaszlò, bandiera che si legge con una s sorda ed una sonora una dopo l’altra..) è stato 5 volte in Italia, nel passato, bel paese, belle donne, un altro paese, un'altra politica, l’Ungheria è diversa mi dice, poi si alza e se ne va. Parole profetiche

 

Devo tornare a casa per un contrattempo, sono ancora le 15.30, forse faccio in tempo. Seduto sul filobus 74 al capolinea, noto che c’è qualcosa di strano, la gente anziché convergere verso Astoria, dove tra poco inizia il comizio, va nella direzione opposta, son diversi gruppi, “Mi scusi, ma dove vanno?” faccio alla signora di mezz’età seduta accanto a me, “Questa è una buona domanda” mi risponde., “ma appena sono a casa accendo subito Hir-TV” potere della televisione.

 

16.00 di nuovo sul posto, alcuni esponenti minori riscaldano la folla (saranno 80.000) ad Orban, Chi è dalla parte dell’opposizione è qui oggi  festeggiare il suo 56, con mogli e figli, bandiera, coccarda e preztel salati per i bambini comprati alle bancarelle, ma i volti son stanchi e rassegnati, son sempre gli stessi discorsi che sentiamo ormai da 5 settimane,.

 

16.50

Seduto a di Fausto’s, il miglior ristorante italiano di Budapest, fumare sui gradini sulla Dohany utca (la via del tabacco uh) giusto alle spalle del palco, mi alzo quando prende la parola Orban, ma prima entro nel baretto ad angolo con Sip utca, per vedere se c’è una Tv.

Lo schermo è diviso in 2 finestre, da una parte Orbn Viktor, dall’altra movimenti strani nella vicina Deak tèr, fumo, spari, mi raccomando fa attenzione che a Deak succede qualcosa, fa uno con una fascia arancione al braccio. Facci odi si con la testa. (incredibilmente, dopo 5 settimane si son accorti che è importante anche tenere un servizio d’ordine interno, ma son 4 gatti e nel punto sbagliato).

 

17.05

Avvicinandomi verso Deak mi fermo all’altezza del capolinea del 47/49, di fronte al teatro Merlin, sono nelle retrovie, andar più avanti è impossibile per i lacrimogeni lanciati tra la folla, nn so quanti siamo, i brutti ceffi si son radunati qua, alzano la sciarpa per coprirsi il  volto, il cappuccio, metton su una mascherina antigas sul naso e vanno più avanti.

Si sentono spari, fischi, una bianca scia, e un lacrimogeno che piove in mezzo alla gente, poi arriva uno con un secchio d’acqua e lo bagna, non si capisce assolutamente cosa stia avvenendo più avanti, c’è che si mette in piedi sulle montagnole artificiali davanti al Merlin o sui mezzi d’epoca (camioncini, pezzi di artiglieria, persino un carroarmato) esposti per l’anniversario.

 

Nell’eccitazione il camioncino viene mosso a spinta, portato avanti, poi bestioni spostano il pezzo di artiglieria, poi poi all’improvviso un boato, urla di gioia: hanno messo in moto un vecchio tank del '56 esposto di fronte al teatro Merlin. Sembra una visione: un carroarmato che avanza per le vie di Budapest come 50 anni fa e va in testa al corteo. Il carroarmato scompare, dopo 10 minuti inizia un fittissimo lancio di lacrimogeni, poi tutti corrono all’impazzata di nuovo verso Astoria, si impara che in una folla che corre ci si muove piano, perché ci si ostacola a vicenda, specie poi se la strada si restringe leggermente come qui. Credo che la cosa migliore sia buttarmi nella prima via laterale dopo Deak, che porta nel V distretto, e buttarmi nel primo portone aperto, dentro ‘udvar.

Sono in uno degli stupendi androni dei palazzi del centro, udvar in ungherese, la mitteleuropa era questo un bel cortile interno per ammirare anche dalla cucina e dalla porta di casa lo sfarzo del palazzo, i frontoni e le giovani vicine riservate, e di grande utilità nell’isolarsi dall’esterno: tener caldo l’uscio di casa d’inverno, alleviare dall’afa d’estate, o a ritrovare aria pulita mentre fuori il karoly kòrüt è denso di nebbia di lacrimogeni e poliziotti che caricano la folla con i cavalli e sparano ad altezza d’uomo,

 

Siamo in 4 o 5, una famiglia affacciata al balcone. Poi entra sempre più gente, e il kèrt si riempie di 200 persone circa. Un anziano seduto a terra, si tiene la testa tra le mani, due signore accanto a lui visibilmente agitate, quelli del primo piano chiamano un’ambulanza. Mi affianco piano piano a quelli dall’aria più innocua, e mi tengo il giubbino in mano si sparge la voce che la polizia è arrivata. Arrivano tutti neri, grossi, solo 2 occhi che spuntano dai passamontagna sotto il caschetto, ci fanno sgomberare, bado a tenere la macchina fotografica bene in vista, e a tenere lo sguardo basso. Appena fuori alla destra la polizia è in imponente schieramento giusto prima del portone, tutti in fila, bonificano la zona, un vecchio in abiti lisi ci si mette davanti, li squadra, li sfida. Resta cosi 5 minuti, io mi azzardo a fare una foto.

 

C’era tant gente come quel vecchio nella folla: chi non ha niente da perdere, ma proprio niente e li vuol guardare dritto negli occhi.

 

 

FINE PRIMA PARTE


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Tuesday, 24 October 2006

Cari lettori, domani proseguo l'allegra cronaca della giornata, ma mi premono alcune precisazioni, in risposta alle domande che mi avete fatto:

 

1) chi ha iniziato gli scontri? 

Risposta: non si sa, Bisognava essere tra i due fuochi dall'inizio per saperlo. di sicuro il clima è stato avvelenato dalo sgombero (inutile) all'alba di kossuth tér, e dal suo improvviso isolamento,e la scintilla è scoppiata col carroarmato d'epoca messo in moto chissà come dai manifestanti, cosa del resto grave. 

Mi sembra di poter dire che nessuno ha palesemente attaccato la polizia, ma che alla minima provocazione la polizia ha fatto un uso sconsiderato di lacrimogeni, proiettili di gomma, ha reagito con una durezza a dir poco eccessiva.

 

2) chi strumentalizza tutto questo?

Se c'è qualcuno a cui tutto questo giova è il governo. E' quello che in Italia chiamavamo strategia della tensione, scatenare il maggior livello di destabilizzazione nel paese per far sì che tutti facciano fronte comune a fianco del governo. Non ho prove e faccio dietrologia, ma infiltrare agitatori tra i manifestanti per provocare la reazione dura della polizia è cosa già vista. ffinchè tutto il mondo guardi è cosa già vista. Nella cronaca delle proteste di ieri nessuno ha parlato dei motivi della protesta pacifica

 Insomma non è l'estrema destra che tenta di destabilizzare le istituzioni, le cose son più complicate.

3) Come allora preciso anche oggi. la protesta al 95% è sempre stata pacifica anche ieri. Ad Astoria c'erano 60.000 persone per il comizio di Fidesz, gente normale, se 5-7000 si staccano per giocare coi poliziotti, è un cosa che puo' danneggiare solo la gente normale che era 300 metri più in là. 


Posted by alessandro grimaldi at 18:23 MEST
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una giornata particolare: croanche del mattino

9.30 Se vuoi la guerra basta cercarla…

La mattina nn era iniziata bene,  assonnato coi giornali del mattino (on-line) leggevo di polizia che di notte aveva sgombrato la piazza con la forza, perché avevan violato le misure di sicurezza. Più tardi un servizio di HirTV mostra allineati coltellini a serramanico, palette da campeggio, coltelli da cucina etc.etc.

Volevo vedere anche da lontan il palco, la cerimonia ufficiale o che so io, e invece tutto è isolato nel raggio di 500 metri, e le vie laterali sono almeno una 15ina. Cosi nn si puo’ toccare il monumento a Nagy Imre, nel giorno a lui dedicato, mi avvio verso Szabadsag tér, anche lì tutti gli accessi a kossuth tér sbarrati da polizia in assetto antisommossa, ci sono solo manifestanti colorati, bandiere e coccarde, ma all’improvviso dalla macchina dietro i poliziotti il capitno di polizia ci intima di indietreggiare fino all’incrocio precedente, amici della polizia, 5, 4, 3,… i turisti che in questa calda domenica di Ottobre passano per Szabadsag tèr, guardano incuriositi.

 

11.00 il bello deve ancora cominciare.

Ci metto un po’ a tornare a casa, per le misure di sicurezza i trollibus non possono circolar e eci sono bus sostitutivi in numero inferiore, mentre aspetto vedo gruppi andare verso la basilica di Santo Stefano. A casa DunaTV trasmette l’ultima parte della cerimonia ufficiale dentro il parlamento e HirTV parla di scontri a Nador utca, la via laterale della piazza dove c’è ance il nostro baretto preferito. C’è anche del sangue, la polizia ha fatto uso di proiettili di gomma, poi ha dato la caccia ai manifestanti per le strade di Belvaros.. Ora tutti i dimostranti convergono a Corvin Koz. A Corvin koz, il vicolo Corvin, c’è un bel cinema in stile liberty, dove si svolse una delle pagine più gloriose della rivoluzione del 56, qui resistettero a lungo gli ungheresi, qui dove non potevano arrivare i carriarmatisovietici, respingendo gli assalti dei soldati della vicina caserma sulla Ulloi ùt e dove han fatto una rievocazione storica in abiti d’epoca e mezzi militari del periodo, dove i bambini giocano felici.


Posted by alessandro grimaldi at 14:01 MEST
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Festa nazionale, dall'inizio alla fine

INIZIO

10.15

Quando scendo dal filobus vicino piazza del parlamento per assistere alla cerimonia ufficiale, scopro che tutto il posto è stato isolato per un raggio di 500 metri, la signora con la bandiera tricolore accanto a me fa: “e questa sarebbe festa nazionale?”.  , Poco dopo, mentre prendo la via di casa sento uno scalpitio di zoccoli, vedo per una delle strade sbarrat passare un plotone di ussari a cavallo, con le loro divise eleganti, verde scuro, amaranto e oro.

Soldati a cavallo.

 

POCO PRIMA DELLA FINE

22.35

Quando prima delle ultime 2 cariche della polizia, mentre i lacrimogeni ci fischiano un po’ più vicino incontro Eva e Peter, che nn vedo da un annetto, e mi chiedono che ne penso rispondo: Che questa dovrebbe essere festa nazionale”

 

22.40

Poi i lacrimogeni ci arrivano ancora piu’ vicini, colpiscono una ragazza, scappiamo tutti, un plotone immenso di poliziotti antisommossa avanza di corsa compatto, io mi rifugio nel baretto sul korut, appena dopo Blaha, dove c’è pure la TV, vediamo la polizia prendere possesso d Blaha Lujza tér, il cuore di Budapest, i soldati a cavallo avanzare per Nepsinhaz utca,

Soldati a cavallo, han caricato i manifestanti eora avanzano per l’VIII distretto.

Un altro reparto che avanza per il korùt, tutti blu scuro, con baschetto e passamontagna, come in guerre stellari. Si chiude la porta per impedire il fumo dei lacrimogeni. I poliziotti vanno avanti, davanti a loro 100 metri, una poliziotta ci guarda nel bar, saremo una 20ina, fa un cenno minaccioso, chiama altri poi entrano dentro, uno enorme urla “Kifele mindenki” (tuuti fuori), i primi escono correndo, csdono manganellate,  io esco con lemani alzate nn guardo in faccia i poliziotti, quello avanti  a me prende una mazzata sulla spalla. Poi corro, corro, fino alle retrovie, prendo Bèrkocsi utca, questo era il quartiere di Pressburger, la strada è deserta, qualche anima persa e altri dimostranti, incrocio Nepszinhaz utca, costeggio Koztarsasag tér, riemergo sulla Rakoczi. I poliziotti sono 200 metri più in là, ma la gente continua a indietreggiare, “Megvissza, a lovak vannak” (Andiamo indietro ci sono i cavalli, fa una signora”) la gente scappa, vado indietro, poi mi volto, ecco la polizia aprire un varco e parte la carica di cavalleria, scappiamo per una stradina laterale, urla a più riprese, poi si affievoliscono, ritrovo le strade di vicino casa mia, sono a casa…


 

Premessa 1.

Dopo l’ultimatum di Fidesz e la rottura col governo. Fidesz ha annunciato che non parteciperà alle cerimonie previste dal governo per i festeggiamenti del 50esimo anniversari odella rivoluzione del 56 e ha allestito delle contromanifestazioni.


Premessa 2

I manifestanti avevano avuto il permesso di restare in piazza fino al 30 Ottobre. Ci son state nei giorni scorsi unghe trattative col governo che proprio in piazza del parlamento guarda un po’ voleva riunire delegazion ufficiali di più di cinquantapaesi per un alzabandiera, un discorso ufficiale, una corona di fiori, fetta di panettone ecoppa di spumante per tutti. Dopo tante trattative allora si era convenuto per una piccola presenza ufficiale in un angolino, ma poi la piazza aveva fatto sapere cxhe avrebbe comunque fatto capire al mondo il suo disprezzo per Gyurcsany ed era stato eretto un bel muro di 3 metri con foto della rivoluzione per isolare i manifestanti

 

Promemoria 1

mandare una lettera aperta a Fidesz per ricordare che la politica democratica è l’arte del compromesso e che certe occasioni sono sacre e tutti gli ungheresi devono partecipare insieme. 


Posted by alessandro grimaldi at 14:00 MEST
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Monday, 23 October 2006
peacereporter.2

Cari affezionati lettori del blog, prosegue la collaborazione col giornale on line www.peacereporter.net, per cercare di raccontare questa triste giornata per la città dove vivo, al link http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=&idart=6569.

Minden jot,

Alessandro 


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Thursday, 19 October 2006
questioni di soldi

Il blog ora è felice di dare spazio ad un paio di estratti da due articoli della stampa inglese, giusto per entrare un po’ più nel merito.

All’inizio della crisi il Guardian aveva svolto una breve sintesi del profilo economico del paese..

Whatever happens next in this sordid saga on the Danube, no one should have been surprised that Hungary's economy is indeed in dire straits. The investment bank Goldman Sachs earlier this month rated Hungary as the riskiest of the world's emerging market investment destination. Other elements of the crisis include a credit boom, funded by heavy borrowing in foreign currencies, mainly euros and Swiss francs, creating dangerous vulnerability to exchange rate fluctuations. The IMF has been warning of the dangers of a wider eastern European financial crisis - Turkey and Serbia are similarly at risk and there are worries about others. With populist pressure growing over the accession of Romania and Bulgaria, to say nothing of Turkey to come, the EU itself looks alarmingly exposed.  (Guardian.co.hu 20.9.2006)

Recentemente TransitiononLine (www.tol.hu), eautorevole gionaleonline in lignua inglese con base a Praga, ha svolto un’analisi sulle crisi politiche ed economiche della regione, (è caduto il governo di destra populista il Polonia dei gemelli ….., in Repubblica Ceca son 4 mesi che non si riesce a formare un governo,  questi i casi più eclatanti; l’economia rallenta e qualche critico accosta la situazione al crollo delle tigri asiatiche sempre eni favolosi anni 90, ma dopo una bella analisi chiosa dicendo:

but…. economic fundamentals remain strong when compared to the Asian economies of the late 1990s and floating exchange rates give the Central European currencies much more of a cushion.
Hungary remains the exception because of its anemic growth, worrying budget and current-account deficits and the amount of consumer borrowing in foreign currencies. However, even before last month's riots many foreign investors had already scaled back their exposure there and gone short on the forint because of their concerns over the country's fiscal position.


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Saturday, 14 October 2006
vicolo cieco

Oggi è sabato e un'altra settimana di stanco scontro politico è trascorsa.

C’è stato un bel discorso di un esponente di Fidesz, tra le 5 e le 6 sul palco in piazza e or a siamo in un caffè, ancora a parlar di politica. Un alto esponente di Fidez ha tenuto un bel discorso ogni giorno per tutta la settimana.

 Ma qui al tavolo si parla ancora di politica con quella passione di chi è punto nel vivo e di chi vive momenti importanti per il paese, sembra il clima in Italia nel 68 o nel dopoguerra anche se non c’ero. Sul che fare ora pero’ si arena il discorso, la strategia dell’opposizione è in un vicolo cieco.

 Al banco intanto continuano ad arrivare gente avvolta nel tricolore nazionali, donne con coccarde all’occhiello, ragazzi con bandieroni in mano..

 


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Saturday, 7 October 2006
Basta avere fiducia

E’ passato un po’ di tempo, il blog nn è stato aggiornato per rmotivi di censura interna, o soltanto prchè la politica è diventata un po’ più triste nel frattempo.

 

Un breve aggiornamento. Il governo ha tenuto duro, il presidente è sempre in carica.

 

E ben saldo, finalmente hanno fatto come si fa nei paesi normali, il primo ministro ha chiesto la fiducia al parlamento, fiducia per il governo e per la finanziaria. Il voto c’è stato giovedì 5 Ottobre e la fiducia è stata ottenuta. Grandi polemiche perché la richiesta di voto segreto dell’opposizione non è stata accolta. Nel discorso per la richiesta della fiducia Gyurcsany ha chiesto anche pubblicamente scusa per le parole usate nel discorso incriminato. Tutto è bene quel  che finisce bene. Chi ha avuta ha avuto, chi ha dato ha dato e sc….

 

Da parte sua Orban ha continuato a proclamarsi il vincitore morale delle elezioni e si è sentito in dovere di porre un ultimatum al governo per le dimissioni, al suo posto vuole un governo tecnico di esperti che si adunano attorno a un tavolo.

 

I miei amici di Fidesz ci credono a queste parole e seduti attorno a un tavolo zeppo di Dreher cerchiamo di ragionare.  Certo Gyurcsàny è improponibile e ha portato il paese al tracollo pur di far guadagnare se e i suoi amiconi, ma a un italiano che di governi tecnici ne ha un breve ricordo in quella favolosa metà degli anni 90, sembra proprio che un governo tecnico non possa prendere le decisioni politiche che una politica economica di rottura e salvezza necessita,

 

L’ultimatum è scaduto venerdì, ovviamente anacronistico dopo la fiducia, ma poi Fidesz ha finalmente preso per mano la folla in piazza del parlamento, e Orban ha tenuto un gran discorso alla piazza alle 17.30 davanti a circa centomila persone…  Il palco è stato allestito a 20 metri da quello della manifestazione spontanea, per differenziarsi ovvio, La solita folla colorata, tenace, che nn ha mollato, tanti volti normali, pensionati, giovani, insomma tutti quelli realmente scontenti di Gyurcsany, dicono che si era in centomila, infatti la folla era proprio tanta era veramente tanta e si snodava anche per le vie laterali della piazza del parlamento, e vedeva il comizio da maxischermi retti da enormi gru.

 

Io pero’ inizio a perdere un po’ di entusiasmo, e siedo su uno scalino mentre li guardo, questa brava gente, il parlamento è in fondo appena eletto e il governo ha avuto. E son stati bravi a cavalcare i gravi scontri per distogliere l’attenzione dal motivo della protesta.

 

Mi allontano perché oggi vado a vedere l’Opera, che qui costa in un palco bellissimo sui 15 euro, e ora posso anche passare da Szabadsàg tér, finalmente riaperta. La sede della TV è comunque transennata, ha la facciata annerita, han messo del compensato per coprire le finestre, e il monumento alll’armata rossa (altro oggetto di violenza in quella bella nottata), nel mezzo della piazza, ha tutti i fregi e le scritte divelte ma è ancora un pomeriggio di sole e quello che c’è in piazza ora è solo una manovra politica.


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Monday, 2 October 2006
Hanno vinto tutti

Ieri i sono svolte le elezioni amministrative in Ungheria, che ahnno interessato tutte le principali città e le contee (le regioni) del paese. Un commento ai risultati è facile.

Hanno vinto tutti.

E pensare che Orban, il capo dell’opposizione le aveva definite “una votazione storica per l’Ungheria”. Eppure a guardare le varie schermate che si alternavano ieri sulle TV nazionali, tutto era molto confuso.

 

C’è la schermata dei voti di lista nelle contee, dove a parte due piccole macchioline grigie (dove non si è votato) l’Ungheria è tutta colorata di arancione, il colore della Fidesz.

Ma quando si passa alle comunali, ancora gran parte delle città hanno un puntino arancione, ma le grandi città del paese son rosse rosse, (il bel garofano rosso dei socialisti al governo), Szeged, Pècs,  Szombathely, Nyregihaza ele storiche città operaie Dunaiujvaros, Miskolc, Szekesfehérvàr,  tra le grandi città giusto Debrecen e Sopron sono dell’opposizione.

(E allo spettatore italiano vi assicuro fa molto effetto vedere l’elenco completo di tutte le città ungheresi partecipare a questa tornata amministrativa, segno che qui di crisi di giunte comunali e elezioni anticipate non se ne parla tanto).

 

Ma il dato più atteso delle elezioni era ovviamente quello di Budapest, dove vive un ungherese su 4, e qui le colonnine che appaiono ai lati dello schermo mentre si alternano i commentatori politici nelle immancabili tribune elettorali mostrano un vantaggio minimo (47.5% contro il 46% del rivale Tarlos Istvan) ma comunque netto del sindaco uscente, Demsky Gabor, che quindi avrà altri  4 anni per completare il suo programma e arriverà così a 20 anni come sindaco di Budapest. Sua mamma sarà orgogliosa del figlio.

 

 

Le reazioni dei politici non si sono fatte attendere. I seggi han chiuso alle 22.00, ma già dalle 21.00 cirocavano i primi exit-poll. Alle 22.10 appare Orban in TV annuncia che Fidesz ha vinto le elezioni, e il primo ministro non puo’ che dimettersi dato che il paese gli ha voltato le spalle.

 

Un’ora dopo , quando i dati di Budapest coprono il 98.5% del campione, il primo ministro fa sapere che la coalizione di governo si è rafforzata, ottenendo la conferma dei propri sindaci in tutte le principali città del paese e si complimenta con Demsky per il suo straordinario risultato elettorale.

 

A domani per altri dati e commenti.

 

Mi accorgo che explorer non riesce più ad aprire bene la pagina web. Suppongo per la lunghezza delle ultime entry, casusa la stretta attualità politica, comunque mozilla-firefox (noto browser freeeware)  nn da problemi.

Se pensavate che il controllo sui media del governo si fosse esteso anche a questo onoratissimo blog, beh ancora non è cosi.

 

 


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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