Blog Tools
Edit your Blog
Build a Blog
View Profile
« February 2007 »
S M T W T F S
1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28
You are not logged in. Log in
Entries by Topic
All topics  «
Bp comunista
expatriate
gente di Bp
politica
VII distretto
Vittula
friendly blogs
l'altra Budapest
tweets da Budapest
utazas Bariba
la mia cucina ungherese
italiano a Wroclaw
harom macska van
Szecesszio.com
ideotek
cielo d'Ungheria
nicolashackenberg
riksa futam
wenyanguilai
Babelblog

art. politica
un paese in bilico (2012)
elezioni 11.4.2010
crisi 2009
Irving-scontri 15Mar.
universita' Ung.(p.12)
REACH
E' morto Puskas
JOBBIK
Scontri 23 Ottobre
Scontri 19 Settembre

News of the wolrd
Cafe Babel
Peacereporter
Tipi Metropolitani

Transeuropaexpress
Viaggio in Polonia

art. Energia
biofuel 2generazione
batterie auto elettriche
Ignalina - nucleare Lituania
Temelin e l'industria nucleare russa
Nucleare Est Europa
Biocarburanti

where in Budapest
Caffe' da Carlo
Peccati di gola
bubble hostel

who in Budapest
Scott Alexander Young: Futurethreat
Szoke Janos


radiolinkredulo


eastern approaches


l'altra budapest


visitare Budapest



contatore dal 27.1.07


Add to Technorati Favorites
live in Budapest
Tuesday, 6 February 2007
Emigranti

Sono un italiano all'estero, quando mi chiedono per quanto tempo resterai qui rispondo sempre: nn lo so (la piú facile risposta), fin quando faccio cose positive, ma comunque voglio matenenere legami, anche lavorativi, con l'Italia. Per tutti gli italiani all'estero che forse leggono questo blog, vorrei inoltrare questa pagina di eurocultura.it:

 "Da qualche tempo constatiamo che la nostra consulenza viene richiesta sempre di più da persone che non vogliono fare semplicemente un'esperienza a tempo limitato all'estero. No, vogliono lasciare l'Italia per sempre. Vedono il proprio futuro lontano dalla patria, lasciandosi alle spalle situazioni del tipo: "sono stufo di essere preso in giro", "non sopporto più questi stipendi da fame e questa precarietà".
Raramente qualcuno si fa avanti con idee positive da realizzare fuori dall'Italia. La cosa più importante sembra la spinta a scappare via da una situazione insoddisfacente. L'emigrazione viene spesso vista come il gesto magico col quale si raggiunge tutto quello che a casa non c'è: stipendi buoni, stima del proprio lavoro, ambiente pulito, traffico ordinato.

Muoversi, però, spinti da motivazioni "negative" è rischioso. La delusione è dietro l'angolo.

Appena mettiamo il naso fuori dai 15 paesi dell'Unioni Europea, incontriamo i vari "Bossi-Fini" stranieri. Ogni paese ha le sue misure di "autodifesa" per ostacolare l'arrivo degli stranieri. Il numero chiuso c'è dappertutto, anche nei nuovi 10 paesi dell'Unione, che per qualche anno ancora richiederanno un contratto di lavoro già firmato prima di alzare la sbarra di confine, come tra altro facciamo anche noi con loro. (hey amici di eurocultura, questo é superato, per tutti i nuovi membri UE, dal decreto Amato di fine luglio 2006, nn leggete il mio blog)

I quattro paesi del "dream team", cioè Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, attuano una rigida selezione basata su qualifica, esperienza lavorativa, età, lingua ed altro.
Sono veramente pochi i fortunati in grado di dimostrare di possedere tutti questi requisiti e possono, perciò, costruirsi una nuova vita oltreoceano.

Mete spesso richieste sono anche l'America Latina e i Caraibi, i quali, però, non hanno bisogno di lavoratori stranieri se non portano soldi da investire. È vero che in questi paesi ci sono parecchi italiani ma spesso con un visto turistico e di conseguenza illegale se lavorano. Rischiano di perdere lavoro, casa, famiglia e futuro se qualcosa va storto. 

Ma l'inserimento nella vita sociale locale rimane sempre difficile per chi è straniero, in caso di crisi sono i primi a perdere il lavoro, la banca è restia a dare un credito o un mutuo. Addirittura l'assicurazione della macchina può costare di più perché il proprietario è straniero.

Tutte cose superabili, come hanno dimostrato in passato migliaia di italiani. Ma, senza avere una forte motivazione positiva per emigrare, si rischia di naufragare negli infiniti meandri sulla strada dell'integrazione e di tornare a casa disillusi, incassando una sconfitta bruciante.

Emigrare significa oggi avere un progetto chiaro da realizzare. Può essere la vita in mezzo alla natura, può essere l'utilizzo delle proprie capacità, può essere la costruzione di qualcosa che a casa è impossibile, può essere l'affinità culturale.
Solo così, guardandosi allo specchio, si trova conferma dell'idea di una vita nuova: "Faccio bene ad andarmene".


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 CET
Updated: Monday, 12 February 2007 11:57 CET
Post Comment | Permalink

View Latest Entries

segnala il tuo blog su blogmap.it Places Blogs -  Blog Catalog Blog Directory Blog Directory & Search engine Travel Blogs - Blog Top Sites a href="http://www.blogarama.com/">Blogarama - The Blog Directory blog search directory Find Blogs in the Blog Directory Listed in LS Blogs Blog-Show la vetrina italiana dei blog!