Ogni tanto mi ritrovo il frigo vuoto vuoto, quasi bianco, tranne qualche piatto pure bianco che custodisce qualche pietnza, in genere pasta avanzata e coperta da un altro piatto capovolto. e sono contento, perché vuol dire che forse nn avrò molti soldi e nn fo la spesa e che vado troppo spesso a mangiare carne fritta in qualche trattoria di quartiere, ma almeno questa volta ho fatto il bravo e posso dire mangio tutto quello che compro, e nn lascio niente tranne quella carotina raggrinzita che trovo scura e freddissima lì in fondo al frigo…e allora vado al mio amato mercato del VI dstretto, perché sono nato cosi e comprare l’insalata sotto i neon del grande supermecato mi riempie di tristezza, anche se il supermercato è accanto alla catena tedesca di casalinghi e tutto il compelsso si chiama città giardino.
Ordunque ero al mercato, l’ungheria si rinnova ed è iniziata una nuova era, nel paese a cominciare dai mercati, si anche quello del polveroso VI distretto… i prodotti che in genere riempiono il mio frigo questa settimana son diventati tutti nuovi, via al veccho kaposta di una volta (la verza) sia il kel (liscio e ruvido) son tutti nuovi novelli. Ed anche il prezzo è nuovo (quasii l doppio), l’Ungheria si è svegliata e ha il portafoglio pieno. Come l'Italia anche l'Ungheria è finalmente uscita dalla procedura di infrazione per eccessivo debito. O meglio papà CommissioneEuropea gli ha detto che ha fatto la brava e ora può riavere la carta di credito in rosso.. ed era sorvegliata daquando è entrata a far parte della grande famiglia europea…
Mentre combatto con le cassettine aggiunte al netbook che appena le accendo da stamattina fanno un rumoraccio tipo poltergeist. E difatti fuori piove e tira vento che solo il diavolo può parlarci in questa fredda tarda mattinata di fine maggio quasi giugno… Dicevo mentre combatto con le cassettine accendo il radiolone socialista che la padrona di casa mi ha lasciato in eredità. Ho scoperto che spostando tutte le 4 manopole verso destra il volume è quasi accettabile. Forse nn ci voleva molto a scoprirlo, ma questa si che è una radio speciale. Nn so che è successo ma a volte canta da sola, anche col pulsante spento. E ci devo staccare la spina. Smanettando perdo la stazione di musica classica (si, perché io sono un signore) che in genere ascolto e la prima stazione che si sente decentemente descrive la breve vita di uno che ha studiato come tipografo e poi è andato al conservatorio. La musica che segue è di quelle sdolcinate anni 20, romaticissima, sembra uscire da un grammofono, in fondo è piacevole e ci sta bene con questo cielo grigio e la pioggerella fine. Al primo jingle apprendo che sto ascoltando Dankò radio, Dankò, credo il nome di un famosissimo musicista zigano (quando sono belli e bravi nn sono più zingari) dei bei tempi.
Poi segue un breve giornale radio. Il primo ministro ha affermato che si è messa la parola fine alle (ri)tristezze del regime socialista (si riferisce al passato governo liberale e ultraliberista). Chissà che c’era nel suo frigo ieri…