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Saturday, 23 September 2006
L'Ungheria in piazza.Giovedi e Venerdi

Ieri non ho scritto niente perché non è successo niente, che noia, niente teste spaccate e guerriglia urbana… Pensate che nelle notizie in breve di HirTv, si leggeva attorno alle 12.30 “la polizia si è mossa verso Blaha Luiza tér dove era stato segnalato un gruppo sospetto di 30-40 persone, ma poi era solo gente che aspettava l’autobus notturno”. In effetti era una serata abbastanza calda e forse una delle ultime occasioni per andare a trascorrere il giovedi universitario nei locali all’aperto oltre il Petofi  hid, lo Zold pardon o il Buddha Beach.

Lo scontro politico (e non solo) è sì molto duro, ma i ristoranti del centro son affollati, ieri sul filobus saliva gente tutta in ghingheri per andare ai teatri della Nagymezo” utca, etc. insomma Budapest protesta ma non si ferma. E faceva senso i giorni passati allontanrsi a piedi da Kossuth tér, dirigersi verso il korut sapendo che li’ c’eran grossi scontri e vedere sulla Baicsi Zsilinski, o nel V distretto i turisti fare i turisti e le coppiette affollare i caffè e i locali.

 

Dunque niente scontri.

Certo la polizia ha mostrato di cosa è capace per garantire  l’ordine pubblico, ma i maligni sottolineano come questo abbia coinciso con la rinuncia da parte della Fidesz alla grande manifestazione prevista per oggi, sabato, a Piazza degli eroi, partecipanti previsti 200.000. tantissimi.

 

La rinuncia era stata chiesta con insistenza dal governo, causa possibili disordini. Titoli dei giornali di giovedì (dopo gli ennesimi episodi di guerriglia urbana): “Gravi scontri in centro” – Magyar Nemzet (Nazione Magiara, giornale della Fidesz); “ La Fidesz non rinuncia alla manifestazione di sabato” - Nèpszabadsag (Libertà popolare, giornale dell’MSZP).

Ora dipende dai punti di vista secondo il governo il comportamento responsabile dell’opposizione ha scoraggiato i teppisti.

Per la piazza invece solo ora il governo ha per il momento fermato i suoi infiltrati, teppisti incaricati di fare la guerra per screditare la manifestazione pacifica.

 

Gyurcsany da parte sua è stato intervistato giovedì dalla CNN, intervista ritrasmessa in prima serata da HirTV, un Gyurcsany visibilmente a disagio e seccato per il giornalista che in puro stile anglosassone non gli ha permesso di svicolare dalle domande dirette che venivan poste, mentre nella TV nazionale le interviste a cui è abituato son concordate e accondiscendenti (a una domanda che non gi andava a genio ha persino risposto: “guardi che lei è pagato con i soldi del governo ungherese”)

 

La manifestazione continua, ed è giunta ormai al sesto giorno. La gente inizia a essere stanca e a non poter uscire tutti i giorni, ma un cuore di 6-7000 persone c’è sempre.

 

La gente ora è più pensierosa, si chiede per quanto potrà resistere, se si dimetterà davvero, come si andrà avanti.

In effetti Gyurcsany si ostina a non volersi dimettere, ieri ha ricevuto in visita Angela Merkel, la cancelliera tedesca (iniziano le visite di cortesia per ricordare il 56) e nn ha annullato i suoi impegni fuori Budapest della settimana prossima), ma io sono più ottimista: ci sono le elezioni del 1° ottobre e le celebrazioni del 56 che potranno dare nuova linfa alla protesta e cerco di incoraggiare i miei amici.

Ricordo poi che il primo ministro precedente, sempre socialista, Medgyessy rassegnò le dimissioni nel 2004 dopo uno scandalo sul suo passato nei servizi segreti. Quindi un bel precedente di dimissioni socialiste c’è già e pure recente. Al suo posto salì l’allora sconosciuto Gyrcsany Ferenc, allora ministro dello sport (!!), ma questo è un altro blog.

 

Ora in piazza grandi punti ristoro sono due  e qualcuno ha piantato la tenda a Kossuth tér, (immaginatevi a campeggiare di fronte al parlamento). Proseguono i comizi spontanei intervallati da gruppi musicali di canzoni tradizionali. Chi vuole sale e dice la sua; ieri uno ha usato il suo spazio per mettere l’inno nazionale a tutto volume.

 

Mi colpisce sempre quest’esempio di democrazia diretta, molto lontano dalla nostra tradizione, di scioperi, cortei, metodi parlamentari.

Un primo approccio per spiegarla sarebbe il ricordare che l’Ungheria è uno stato colto e un paese OCSE e NATO e UE, ma pur sempre una democrazia giovane, reduce da 50 anni di comunismo, 25 anni di fascismo, 50 anni di monarchia, 150 anni di Asburgo e 100 di Turchi, e che nei 50 anni in cui il parlamento aveva un certo peso politico (ai tempi della doppia monarchia. Austro-ungarica, 1871 – 1918) era un parlamento senza suffragio universale, in cui l’opinione pubblica era costituita da gente istruita (aristocratici, gran borghesi e possidenti) e ognuno interveniva quasi di persona nella vita politica.

 

Ma poi mi ricordo anche che la democrazia diretta è un’espressione tipicamente magiara, quello che succede a Rossvelt tèr in questi giorni ricorda quello che vedo qui ormai da 2 anni il 15 Marzo, festa nazionale (ormai ci son 2 belle entry su cos’è 15 marzo in terra magiara), praticamente tutti per le strade con bandiere nazionali e coccarda al petto, e discorsi e manifestazioni per tutto il giorno. In ricordo del poeta romantico Petofi che nel 48 sali’ sulle scale del museo nazionale e fece un gran discorso ai passanti e da lì nacquero i moti del 48. E anche il 56 inizio' con comizi e discorsi. Appunto.

 

Su questa scia, si è deciso allora di scendere lo stesso in in tanti a manifestare alle 14.00 di sabato, anche se nn c’è più l’organizzazione di Fidesz, e quindi nn si ha l’autorizzazione esplicita, e di farlo comunque sempre a Kossuth tèr, che è la piazza storica della destra, mentre Piazza degli eroi (che è più grande ed era stata scelta quindi da Fidesz), è la piazza storica delle manifestazioni della sinistra), insomma come piazza San Giovanni (sinistra) e piazza del popolo (destra) in Italia .

 

Non inverto i riferimenti destra-sinistra a caso: prendete un partito, al governo per 40 anni, che poi dopo un po’ di cambiamenti politici e scandali all’inizio degli anni 90 torna al potere con un multimiliardario, che controlla le televisioni, supponente e figo, che fa tante gaffes grossolane, ha una bella villa sontuosissima e che non si dimetterà mai di sua volontà. Con le piccole differenze del caso, in Italia questa parte politica è di centro destra, in Ungheria il partito socialista.

 

Quindi tra 2 ore vado alla manifestazione e vi racconto.

 

Ancora parlo poco dei veri motivi della protesta, ma per adesso la redazione del blog ritiene ancora importante descrivere gli eventi (che in Italia nessuno caga più) e spiegarli dal punto di vista magiaro, che si è sforzato ci cogliere in questi 2 anni di onorata militanza. Comunque nella prossima entry vi lascio la traduzione completa del discorso “segreto” di Gyurcsany che ha fatto scoppiare lo scandalo e il pandemonio successivo, buon divertimento

 

cari saluti


Posted by alessandro grimaldi at 12:32 MEST
Updated: Saturday, 23 September 2006 16:30 MEST
Post Comment | View Comments (2) | Permalink

Tuesday, 26 September 2006 - 21:54 MEST

Name: "Francesco Pisano"

Ciao Alessandro!

Nei giorni scorsi ho letto con apprensione le notizie da Budapest e ho pensato che avresti scritto qualcosa a riguardo sul tuo blog.

Non mi sbagliavo e adesso che neanche il Corriere ne parla più l'unica fonte di notizie comprensibile sei tu.

Da qui non c'è la minima prospettiva di ciò che accade. Qui è tutto usa e getta.

Comunque mi sembra da quanto scrivi che la mobilitazione popolare ha ormai l'unico obiettivo di far dimettere il premier, che, come Berlusconi in Italia, se ne guarda bene...

E allora come se ne esce da questa impasse?

Tu dici che le elezioni a Budapest e il 23 ottobre faranno qualcosa, ma sarà sufficiente per destituire il fichissimo Ferenc? Secondo me no, ma parlo come un italiano rassegnato a quello che sente raccontare dai telegiornali e a pensare quanto altro marcio c'è dietro e non viene fuori.

La questione delle intercettazioni è l'ennesimo esempio: subito il governo fa una legge perché non si sa mai che i prossimi ad essere ascoltati sono i discorsi dei nostri beneamati politici che si spartiscono ancora una volta l'Italia, e chiede che tutte le intercettazioni vengano DISTRUTTE.

Il valoroso Di Pietro, non per niente emblema di tangentopoli, richiama tutti all'ordine: se nelle intercettazioni c'è qualcosa che si prefigura come reato, tali intercettazioni devono servire per attivare un procedimento giudiziario, com'è d'obbligo da queste parti.

Tutti da destra e da sinistra (questa volta la legge è bipartisan perché tocca gli interessi di tutti) lo guardano come se fosse un pazzo.

Dove andremo mai a finire?

Un caro saluto, olasz!

Buona notte!

Francesco

Wednesday, 27 September 2006 - 16:29 MEST

Name: "anonymous"

 CaroFrancesco,

Non lo so mica dove andremo a finire, qui il prossimo passo son le elezioni del 1° Ottobre, certo che se Demsky perdesse dopo 16 anni, sarebbe un brutto colpo per la coalizione di governo e Gyurcsàny dovrebbe trarne le conseguenze. Certo Demsky non è socialista,ma liberale, anche se alleato dell’MSZP e Feri potrebbe cavarsela; vedremo gli sviluppi politici del dopo elezioni comunali comunque.

 

L’empasse potrebbe essere sciolta così, o magari con qualche concessione, se non un cambio di governo, una diversa finanziaria diremmo noi, che venga incontro alle richieste dell’opposizione e della piazza, pur salvando la faccia al governo che oltre che per le bugie qui sono incazzati soprattutto per l’andamento dell’economia,

 

In Italia invece vuol dire che questo blog un po’ critiche verranno cancellate tra un po’ e nn rischieremo il reato d’opinione.

L’Italia è un paese fantastico, che comunque cambino i governi nn sorprende di divertirci, qui ero preso dalla “politica interna” ma ho letto di intercettazioni, dimissioni eccellenti, di Billè… meno male che con quello che succede qui non sento tanta nostalgia,

Szia, Milanoi baratam,

 

A.

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