"Ci potrebbero essere proteste di fronte al Parlamento. Ma presto o tardi si stuferanno e torneranno a casa "
«Non c'è scelta, siamo fottuti. Non un po', parecchio. Non c'è nessun altro Paese in Europa che abbia mostrato tanta stupidità come il nostro».
«È chiaro che abbiamo mentito per un anno e mezzo, forse due anni. È del tutto evidente che quello che abbiamo detto non era vero».
«Non abbiamo fatto nulla per quattro anni. Non riuscireste a indicarmi un solo provvedimento del governo di cui essere orgogliosi, se non il fatto di essere rimasti al potere. Se dovessimo render conto al Paese di ciò che abbiamo fatto per quattro anni, cosa diremmo?».
«Guardate, nel breve termine non c'è scelta. Janos Veres (il ministro delle Finanze, ndr) ha ragione. Possiamo continuare così un altro po', ma non a lungo. Il momento della verità è arrivato. Riforme o fallimento. Non ci sono altre possibilità. E quando parlo di fallimento, parlo dell'Ungheria, della sinistra e, sinceramente, anche di me stesso».
«Ho fatto di tutto negli anni scorsi per fingere che stavamo davvero governando. Invece abbiamo mentito giorno e notte. Non lo voglio fare più. O andiamo avanti, e allora avrete un leader, altrimenti trovatevi qualcun altro».
«Riforme significa volontà di riconsiderare tutto ciò che abbiamo fatto su tutta una serie di temi. Credo siamo in grado di farlo. Penso ci saranno dei conflitti, compagni. Sì, ci saranno. E ci saranno proteste. Ci potrebbero essere proteste di fronte al Parlamento. Ma presto o tardi si stuferanno e torneranno a casa».
«Dobbiamo sapere cosa vogliamo fare. I primi anni saranno terribile, sicuro. È del tutto irrilevante che sarà solo il 20 per cento della popolazione a votare per noi... Cosa accadrebbe se invece di perdere popolarità raccontandoci stronzate fra di noi la perdiamo per promuovere grandi cambiamenti sociali? In un caso simile perdere il sostegno della gente per un po' non è un problema».
(Gyurcsàny Ferenc, primo ministro ungherese, a corriere.it)