"sono stato interessato solo ad una cosa in particolare, alla morte. Niente altro. Sono diventato un essere umano quando all'etá di 10 anni ho visto morire mio nonno, che a quel tempo era la persona che amavo piú di chiunque altro.Solo da allora sono stato un poeta, un artista, un pensatore. La grande differenza che divide i vivi dai morti, dal silenzio della morte, mi ha fatto capire che dovevo fare qualcosa. Ho iniziato a scrivere versi. ... Per me, l'unica cosa che ho da dire é che sto morendo. Non provo altro che sdegno e ribrezzo per quegli scrittori che hanno altre cose da dire: sui problemi sociali, le relazioni tra uomo e donna, le lotte razziali... Mi rovina lo stomaco pensare alla loro ristrettezza mentale. Che lavoro superficiale che fanno, una cosuccia, e ne vanno pure cosí fieri."
(Kosztolány Dézsõ) dall'introduzione di Eszterhazi all'edizione inglese di Skylark)