Bari, la mia cittŕ.
A Bari l'aria č umida, salata, aria di mare portata dal maestrale.
Vivo a Budapest, vuol dire che quando torno a Bari ho tempo libero e allora vado al mare. Io giro l'angolo, passo vicolo Capurso,
impreco, passo per il tabacchino di via Capruzzi, poi il passaggio a livello, entro in Madonnella con i palazzi liberty e
i mostri sui frontoni che sembra Pest. guardo un attimo a sinistra, piazza Balenzano e via Iaia. Impreco ancora e deglutisco,
poi vado deciso a destra, il mare č vicino.
Mare l'orizzonte davanti a me. lontano Barivecchia con il campanile della Cattedrale, come un minareto. Respiro maestrale.
Poi siedo sulle panchine in pietra di piazza Diaz, accanto all'ex albergo delle nazioni e apro un libro di expats. Accanto
a me i pensionati, ho gli occhi su un libro, dvanti a me il mare, lo sento. La sera alle 19 qui accanto arriveranno gli albanesi,
col chioschetto, per prendere Peroni grande e calabrese.
Se č domenica vado fuori San Nicola, sul mare, ovvio, a vedere i baresi sbattere i polpi sugli scogli, con violenza. La carne
del polpo si ammorbidisce, il polpo ritira i tentacoli, si arriccia. Il polpo si lessa in poca acqua salata, rilascia liquido,
cuoce nell'acqua sua. Si condisce con olio, limone, pepe e prezzemolo. ennyi. o lo mangia crudo se č fresco. Il crudo di mare
a Bari son alicette, gamberetti, cozze, vongole, ricci. I ricci che compravamo da un omino con una cassetta, di fronte al
Flacco, davanti all'acquario comunale, quand'ero piccolo, prima di andare dalle zie..
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Bari in mp3
i Folkabbestia.
La Bari che ride - Emlio Solfrizzi:
Pietro Scamarcio
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