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Wednesday, 29 June 2011
Màrk e il giro delle bettole

Allora vediamo un po’, tornavo dal lavoro, vedo una collega davanti, una con cui nn ho mai parlato. Madonna com’è facile nn parlarsi al lavoro. È carina e dolce e mi fa paura, perché ha la mia età, ma si vede benissimo che non è piu’ una ragazzina, eppure nn ha fatto niente di che nella vita, tipo credo niente figli, nő lavori usuranti, ha i capelli corvini e l’ara un po’ sciupata, se nn ci fosse Facebook nn avrei neanche saputo che parla slovacco anche lei.

La notte prima nn è che avevo dormito molto e avevo gli occhi gonfi e stanchi. E anche lei ha gli occhi gonfi e stanchi quando la raggiungo. Cerco di fare il simpatico nel breve tratto che ci porta dal luogo di lavoro alla fermata del mio beneamato tram 37 Poi si infila nel sottopassaggio di Kobanya felso. Bene.

Verso casa, 30 minuti di tram dopo, appena svoltato dal Nagykorut in Dohany utca, appena superati i satiri con gli zoccoli che reggono i lumi fuori dal New York kavezo, vedo Markò, con degli occhiali da aviatore che gli coprono tutto il volto, finge di nn riconoscermi e mi passa accanto e lo colpisco col rotolo di giornale che avevo in mano. Si leva gli occhiali da aviatore, anche lui ha lo sguardo pesto e pesante. Nn ci vediamo da 8 mesi, da quando ha deciso di non venire più al Vittulà. Hanno litigato. Si. E’ successo che i camerieri fattisi gestori si erano rotti di vedere i clienti fissi passare da dietro al bancone per mettere il soprabito e volevano mettere un guardaroba, 100 fiorini. Cose dell’altromondo. Allora Markò si è incazzato davvero e ha giurato che nn ci avrebbe messo più piede. Dev’essere stata una grande scena e io me la sono persa..

Allora decidiamo di andare a giro una sera per recuperare il tempo e le birre perdute. Si inizia da uno di quei posti dove nn sarei mai andato, uno di quei posti nuovi che sono nati negli ultimi due anni accanto al Szimpla, e hanno reso almeno quel lato di via Kazinczi troppo illuminato. Si scende giù, il posto è strapieno di chincaglierie dei bei tempi, sono anche in vendita, la figa dietro al banco, accanto al frigo è carina e dolce. Ma il posto è tristemente vuoto, fa già caldo e solo noi tre scenderemmo in questo posto claustrofobico tra chincaglierie del passato regime. Fatto sta che ci accomodiamo su delle poltroncine in linoleum..

Markò è la cosa più vicino a Nicholas Cage in “Cuore Selvaggio” di David Lynch che io abbia incontrato a Budapest, e ne ho incontrato di tipi al Vittulà. Andava in giro con un cappellaccio, un cappotto di pelle marrone, molto consunto e una sacca legata in cima, come i marinai.. e pensare che è il figlio ribelle di un pezzo grosso della TV di stato.

Ora Markó se la fa a “L.C.” un posto di fronte alla grande sinagoga. Sembra buono. Qualcuno della tarsasag  (gruppo di amici) è un nazista o quasi, Markò si  è ritrovato anche  a qualche raduno di bikers dove per un po’ ci rimetteva la pelle per aver gridato qualcosa di troppo. Nn ho capito bene ma fino a poco tempo fa Markò per vivere si accompagnava una compagnia teatrale itinerante, nei sperduti villaggi della Transilvania, o almeno io cosi ho capito o nn ha voluto spiegarsi meglio. Ora almeno fino all’estate resterà in città, dice. Una volta l’autista che lo riportava a Budapest ha cercato una puttana su internet e si è fermato in un villaggetto sperduto a metà strada, vatti a fare un giro, ragazzo, ci rivediamo qui tra un paio d’ore. La cosa piú memorabile  gli è capitata il primo dell’anno. Picchiato da un croato, metà croato e metà ungherese, perché parlava in tedesco e inglese con degli stranieri, lui che è ungherese. Si è ritrovato con un labbro spaccato. Questo croato era grosso e cattivo. Poi come in Guerre stellari i clienti dopo essersi girati per un attimo si voltano e riprendono le loro conversazioni e la musica continua. Va a casa a sciacquarsi, torna e quello è ancora lì, parla col barista, gli sguardi gli fanno capire che è stato lui che se l’è cercata. Cerca di fare il duro ma poi verso le 2 va al traumatologico, deserto, lunghi corridoi con le porte chiuse. Esce con il labbro ricucito solo verso le 10, il dottore mentre gli metteva i punti sorrideva all’infermiera e l’infermiera faceva una sega al dottore, a sentir lui..

Poi si va al W., una vera vecchia birreria, senza insegna, fumo, gente che vuole sentirsi ai margini della società, dove il sabato si fila la fila dice Markò, sempre lì nel VII distretto, il proprietario  è il famoso campione di canoa W., che ha dominato la scena per 10 anni e più, ha vinto 5 o 6 mondiali ,ma poi alle olimpiadi di Mosca, le sue olimpiadi, nn ha manco preso una medaglia. Lì Markò ha un suo conto, cioè beve a credito, il tizio gli segna i bicchieri di vino rosso e soda su un blocchetto. Markò mangia quando capita, questa volta i famosi panini di W. con la cotoletta, che il campione frigge personalmente e che gli offro in segno di amicizia. Si parla di politica, di governo, di una di quelle cose pseudo fasciste che la gente ormai accetta perché si disinteressa pian piano di politica..

Attraversiamo di nuovo le 4 corsie della Rakoczi quasi senza guardare e torniamo nelle scure strade di Pest, a Puskin utca, che ancora è rimasta, dopo che hanno cambiato nome a piazza della Repubblica e piazza Mosca. Questa è zona sua,abita qui dietro, il basso VIII distretto, zona di vecchi residenti e giovani tedeschi o stranieri. E qui hanno aperto il H.,  quasi birreria ceca, in via Puskin a Budapest. H. è un posto che nn capisci bene cos’è, nn capisci se la birra è davvero piu’ buona, nn capisci se la cameriera è troia come sembra, nn capisci se c’è gente vera o no, l’unica cosa che capisci è che hanno fatto bene a tenere quei mezzi separè che qui c’erano sempre nei posti vecchi. Ed è qui che mi accorgo di cosa vuol dire uscire a bere con amici alcolisti, che dopo una quantità ragionevole tu ti senti al limite, mentre loro nn sono nenache a metà del cammino…

Si va in uno dei posti nuovi che stanno aprendo qua, se i negozi 24 ore che erano spuntati come funghi ad inizio anni 80 sintomo della libertà di piccolissima impresa che c’era, ora invece spuntano kocsme (bettole) aperte 24 ore su 24, che sono in fondo una liberazione, se sono le 3 ed esci dall’ospedale dove hai accompagnato la tua ragazza, lei è stata ricoverata lì e tu ti devi prendere almeno un Unicum e una Aszok piccola prima di tornare a casa.

E poi la brutta gente è già a casa per riposare e ricominciare un’altra brutta giornata, resta solo la gente della notte, come Markò. Qui io prendo solo per compagnia una birra piccola piccola, mentre lui prende una birra grande e un unicum, dopo 10 minuti le birre diventano due. Le ultime birre gliele ho offerto tutte io, ha finito i soldi, ma era inaccettabile contarsi le birre o fermarsi ora. Ha stile, un aviatore a riposo dopo la prima guerra mondiale, disadattato. Si intromette nei discorsi del tavolo accanto, con una lunga esposizione filosofica, mentre loro parlavano di cose normali. Inutile dire che fa subito colpo sulle ragazze.

C’è solo un altro cliente, solo, con pochi capelli, messo male. Si intromette e Markò gli risponde con ironia troppo tagliente. Si fronteggiano un po’, poi uno lascia. Sgattaiolo fuori e torno nel mio distretto.

ti interessano le bettole di Budapest? clicca


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
Updated: Friday, 16 December 2011 00:03 CET
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Sunday, 29 May 2011
Orban a Wembley

"Il calcio è l'ultima rappresentazione saca nel mostro tempo. E' rito nel fondo, mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa sono in declino, il calcio è l'ultima rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro" ("PierPaolo Pasolini)

 Quando c'era a finale della Champions'League a Roma al momento della premiazione una risata colse noi italiani, qui a Budapest, nel vedere Schifani,  in tribuna a consegnare medaglie e stringere mani, nel comitato d'onore. O forse era la coppa italia e la Russa? boh, no, Larussa era apparso a una finale di coppa italia a premiare la sua amata inter

Bene, io quest'anno ero al G., che è un posto cosi' significativo della Budapest che cambia. un kert nell'VIII distretto, un tempo il West Balkan estivo, in via della grande chiesa,  accanto a un rudere tenuto in piedi perchè casa natale di Molnar Ferenc, l'autore dei ragazzi della via Pàl. C'ero stato un paio di estati fa, in parte dventato ostello, uno splendido piccolo baretto ocn le sedie gialle e le piante. Ora è diventato un posto enorme una specie di biergarten, con grandi pubblicità dell'Heineken, prezzi esorbitanti e security che controlla le borse per vedere che nn ti porti gli alcolici da casa.

Abbiamo visto una delle più belle partite di calcio degli ultimi decenni e poi tutti ni, qui a Budapest, abbiam riconosciuto nella cerimonia di premiazione, due posti accanto a Platini ieri, Orban Viktor, il primo ministro ungherese

sembrava un po' come in Zelig, un viso conosciuto che spunta dove nn te l'aspetti, come Leonard Zelig sulpalco accanto a Hitler Adolf..

Orban l'è un grande appassionato di calcio, che si gloriava di giocare in una squadra di d terza categoria durante il suo precedente mandato..qui in qualità di presidente di turno dell'UE, o di uomo potente, almeno a sentire il Budapest report, ha avuto i biglietti gratis, perchè la sua squadra del cuore è il Barcellona e ha chiesto di star li' a premiare, uno come noi...

come il palco reale dell'opera, che guardo dal mio posto di fiducia nel loggione a 3 euro e mezzo  durante i cambi di scena quando vado all'opera, perchè io sono un signore, si,  per vedere le teste bianche e i vestiti luccicanti accanto ai giapponesi.. lì, nel palco reale..


Posted by alessandro grimaldi at 10:43 MEST
Updated: Tuesday, 13 December 2011 18:39 CET
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Friday, 20 May 2011
Ta Ta Ta Tabù, anche bianchi

"tabu', si è un tabù. E' così ma nessuno ne parla.. Magiari? ma quali magiari, parlano tutti dei magiari come se fossimo ancora lo stesso popolo di 1000 anni fa, e invece la storia [in Ungheria la storia è una passione nazionale, le riviste storiche specializzate (Rubicon, Historia) sono tra le piu vendute, una specie di Focus ungherese) è un lungo elenco di popoli che sono venuti nel bene e nel male sul nostro territorio e si sono mescolati a noi.. Tatari, Unni, Serbi, Sassoni, Turchi.. [ma questi sono solo i nomi che ricordo oggi in una tarda mattinata postalcolica]. Guardati intorno, oh Alessandro. Siamo di tutti i tipi, mica come slovacchi o polacchi.. ci sono gli ungheresi biondi e smilzi e quelli mori e bassetti (il primo ministro), quelle con (la tendenza al) culo grosso e quelle secche, quelli con una bella barba e baffi e quelli che neanche gli spunta un pelo sul mento..., guarda le donne, riusciresti a descrivere la donna ungherese?..

Eppure questo è un tabù, un mito, la gente si cuole sentir dire che siamo un popolo unito e siamo un vero popolo e che un vero popolo significa che siamo tutti una razza, mica che abbiamo storia e cultura comuni..." (E.K.)

[al che io rispondo sempre: io sono di Bari, abbiamo avuto i Longobardi (germanici) e i Bizantini dell'est, gli Armeni, gli Svevi, i Normanni, gli Spagnoli.. il risultato è che il barese è sempre barese e si riconosce e che il barese più famoso al mondo è rosso di capelli.. lode a te Antonio Cassano


Posted by alessandro grimaldi at 11:04 MEST
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Tuesday, 10 May 2011
tutto va bene

L.C. Ieri con mia moglie ho incontrato una sua ex insegnante di liceo. Mi ha detto: prima gli italiani mi erano simpatici ma ora nn ne abbiamo più bisogno, perché ora c’è Orban e vedi le cose come stanno migliorando.

G.A.(nn so se Orban sta facendo bene, a parte la deriva autoritaria), ma sicuramente le cose nn sono certo strameglio di prima ohibò, dico: i miei amici sono sempre senza lavoro il potere d’acquisto è basso e quelli che ce l’hanno un lavoro faticano ad arrivare a fine mese, ma mi sembra un po’ come in Italia: in TV al telegiornale tutti ti dicono che le come vanno benissimo e la gente ci crede pure e tutti sono onesti e tutti sono uguali

(discorso origliato al bar)


Posted by alessandro grimaldi at 20:48 MEST
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Saturday, 30 April 2011
il nucleare ungherese è sicuro e ricco di iodio

Il sottopassaggio di BlahaLujza tèr non si riconosce piu', cos'è un sottopassaggio di una metropolitana con il divieto di fumo e i barboni mandati via dai celerini? Il governo si occupa di cose importanti. Una cosa almeno è rimasta, i poveracci che ti danno i volantini, ma neanche quelli sono più quelli di una volta. Un tempo erano mezzi barboni anche loro che ti guardavano con cattiveria e ti nettevano a forza in mano un foglietto su svendite colossali per fine attività..  ora invece c'è un giovane come tanti a cui mi avvicino con noncuranza per prendere il volantino. Perchè l'ho visto prima in mano a un altro e mi ha incuriosito.. E' bello, colorato, piegato in 3, e poi sulla copertina c'è la sagoma del Giappone, il smbolo del nucleare e la scritta: "Cerchi iodio?" 

(come tutti sanno in caso di fuoriuscita di materiale radioattivo, una delle sostanza più pericolose è lo iodio radioativo, si accumula nella tiroide e nn ti fa tanto bene. allora l'unica profilassi decente è prendere pillole di iodio normale, per saturare la tiroide, così l'organismo nn ne assimila altro.."  n.d.r.)

è il volantino di un integratore alimentare, c'è la ditta che lo vende insieme a quelli per il calcio o per la vitamina C, lo slogan della ditta è "Vivi bene".

Vivi bene. fa quasi sorridere. Una specie di terrorismo psicologico, meglio giocare con le paure della gente. Che qui mica c'erano. In Ungheria c'è una bella centrale, a PAKS, nel sud, asulle rive del Danubio,..sui trent'anni, 4 reattori, tecnologia sovietica, ma quella buona, la VVR, avevo pure sfogliato un libretto in biblioteca, alla Szabo Ervin,  le memorie del padre del nucleare civile ungherese (quello della centrale) che aveva studiato a Mosca, che aveva scritto su un fgliettino tutti i suoi dubbi sulla tecnologia RMBK di Chernobyl, che aveva conosciuto in un bar un giovanissimo e promettente politico russo,  con la puzza sotto il naso, ma poi un gran simpaticone ubriaco, Boris Yeltsin.. Nello zainetto, che porto come se fossi un giovane, c'è un settimanale di 2-3 settimane fa avuto gratis da un'altra biblioteca (ne stamapno moltissime copie regalo, come da noi lo stato ti paga un tot per numero di copie, sovvenzioni all'editoria ed è loro interesse stamparne molte copie omaggio o quasi..) con una bella intervista a un esperto di nucleare.. Non lo sto a riassumere, il tipo era anche bruttino in foto, ma in questa gran confusione e distorcimento della realtà da parte dei nostri politici, come visto in settimana in un terribile anno zero di Santoro, voglio citare due cosine:

- la prima è che è inutile fare centrali sicurissime con 3 livelli di sicurezza passiva etc. se poi per errori umani (e soldi, perchè fermare una centrale costa assai) ogni 20 anni (la statistica ormai è quella) si verifica un incidente "definito grave" anzi gravisimo..

- la seconda è che qui in Ungheria c'è stato un bel terremoto un mesetto fa, io credevo di stare in una zona a basso rischio sismico, e invece il letto ha tremato e cosi via, e al precedente scuotimento della terra (dall'ungherese) credo nel 93, già si era fatta qualche miglioria alla centrale di Paks, dato che allora nn si era pensato a questo, come il Giappone..

 ma in fondo il diavolo non è poi così brutto ocme lo si dipinge, il nucleare è buono è pulito e fa del bene, per esempio la centrale sponsorizza la squadra locale di pallacanestro che è in serie A (ve lo immaginate una squadra di basket: il Tepco Fukushima).. e poi quest'anno il Paks è addirittura secondo nel campionato di calcio, se qualcuno ci viene a giocare in coppa uefa e nn si fida mi chiami pure,  lo iodio lo procuro io... 


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
Updated: Monday, 2 May 2011 12:39 MEST
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Wednesday, 13 April 2011
ma questo è comunismo

Di ritorno dal Vittula, in una sera in cui volevo camminare perchè stavo diventando un po' come Jack Nicholson in Shining quando scrive " Too work and no play makes Jack a dull boy" per 1000 fogli

mi ritrovo al Vittula allora, poca gente, musica al minimo, poco fumo, ordino un timido bicchiere di birra del fagiano (Fàcàn), la birra di Komàrom..

accanto ame un piccolo csavo (ragazzo) col pizzetto, un artista, perchè si sa, ognuno al Vittula pretend to be an artist, come diceva un amico che avevo.. parla con Akos il barista, io sono lì accanto e sento, ogni tanto mi guardo nello specchio, con la sciarpina beige di natale sopra la camicia bianca. poi mi intrometto e chiedo spiegazioni, lui ha gli occhi lucidi, segno che gli ungheresi se apri una breccia si aprono.., parla di politica e diarte..

dunque in ungheria c'è un partito unico che ha piu dei due terzi del Parlamento, è un partito di destra e si chiama Fidesz ora sta riscrivendo la costituzione, tanto se la puo' votare da sola, parte prima, parte seconda, anche parte terza nel caso..

ora stanno mettendo un'articoletto per gestire l'arte ungherese, a quel che dice il mio interlocutore, laureato in belle arti, "l'ente che gestisce le arti ungheresi diventerà statale, sarà nazionalizzato, alla guida  o mentore un artista noto esponente della destra conservatrice, gestirà tutti i soldini.. e tutto sarà di stampo di superdestra e lo dirà la costituzione e poi sempre i politici in TV dicono che lo fanno per salvaguardare la nostra morale ed educare il popolo ad essere migliore e un vero ungherese... Ma questo lo dicevano tale e quale sotto il comunismo, si' questo è comunismo"..

al Vittula c'era anche quello delle salsicce, mi sono presentato oggi, ha un vero accento british, si chiama John Smith, qui ha messo su una fabbrica di salsicce, le prossime le fa giovedi', lo devo chiamare..


Posted by alessandro grimaldi at 00:15 MEST
Updated: Friday, 16 December 2011 00:08 CET
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Wednesday, 16 March 2011
sotto il sole con un passamontagna

il 15 marzo ho sempre scritto qualcosa e allora anche ora devo. scrivo qualcosa perchè qui è festa nazionale, una buona fetta dei budapestini vanno videkre, in campagna, fuori, specie quet'anno che c'era un ponte di 4 giorni. Gli interessati alle vicende politiche nazionali possono sempre passare una giornata che farebbe invidia a Pannella, in cui ad ogni ora c'è un comizio in diversi punti della città di autorità istituzionali, sindaci, capi di partito ed affini..

quest'anno ho avuto un impegno, maledetto lavoro, e sono arrivato davanti al museo nazionale tardi, proprio quando la gente già sfollava sotto uno stupendo sole dopo il discorso del primo ministro, l'uomo che si vuole fare re, Viktor Orban. C'è tanto sole e la gente sfila, io sono lì impalato, senza la coccarda (kokkarda in  ungherese) e riesco a perdermi, poi, anche il discorso del nuovo sindaco di budapest, Tarlos Istvan (maledetto  lavoro). e dire che da giorni sulla free press nn si parla d'altro che della sua idea di dedicare una piazza a elvis prestley, che a quanto pare nel 56 alla tv americana cito' i moti d'ungheria o dedico' una canzone ....

riesco a perdermi anche i comizi dei liberali, LMP, e dei socialisti, MSZP; maledetto lavoro, questi ultimi sempre in un vicoletto del centro, come un partito piccolo e indifeso (che realmente sono se nn fosse per i pensionati e pochi altri), e pensare che fino a 5 anni fa erano un partito al 48%.. e governavano con i socialdemocratici, che ra si sono sciolti.. se la politica ungherese ha un piccolo fascino è ancora questa immensa volatilità del voto, questa nn fidelizzazione dell'elettorato..

Almeno riesco ad essere a Dèàk per il comizio dell'estrema destra, cose già viste, grande palco, gente simpatrica e pittoresca nelle loro teste rasate o aria da saggi di provincia in cappottoni improbabili e un simbolo magiaro del XIV secolo sul bavero

ma la sorpresa è alle 4, al ponte elisabetta, nn un posto e un ora a caso, qui negli ultimi anni parlava sempre davanti a tanta gente Viktor (Orban, il primo ministro), sarà un segno. Infatti ora quando sbuco dall'angolo dello jègbufe, c'è una visione da sogno, un fortissimo controsole e un mare di teste che ondeggia, tanta, tantissima gente, nella leggera salita verso il ponte.. Gli organizzatori dicono 30000 persone, la piu' grande manifestazione apartitica di protesta dal 1989, gli organizzatori sono civil mozgalom, associazioni, e la gente qui è gente normale, la società civile, come quella che scese in piazza e prese il comando nel 1989 qui, come quella che sta facendo la storia a tunisi, al Cairo, a BeNGASI:

Attenti allora a nn rifare gli errori di 20 anni fa, gente di brava volontà, ingegneri, professori universitari, intellettuali che guidano la società, ma finiscono per litigare fra loro, corrompersi, e farsi corrompere, o nn sanno bene cosa fare quando e perchè.

o forse importeremo oi le rivoluzioni, nn sarebbe male, come una bella vignetta politica di un mese fa:"Hai visto, migliaia di tunisini sono sbarcati a Lampedusa" "Evviva! vengono a liberarci..!!"

3 settimane fa ero in una specie di biblioteca-bar-associazione, c'erano due con una videocamera semirprofessionale e che giocavano con i video di un telefonino al tavolo accanto e facevano casino, dopo mezz'ora si avvicina uno, dimesso, inerme, barbetta, si mette dietro un muro e nn lo vedo,    registrano un video, in cui fa un pistolotto  sulla libertà, belle parole, lo ripetono piu' volte per vedere qual era la meglio, due ragazze carine che studiano ad un altro tavolo dicono che secondo loro era meglio la seconda.

Mi alzo per andare a prendere una tazza di te, e vedo il tipo mentre si toglie un passamontagna, wow


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
Updated: Tuesday, 22 March 2011 19:16 MEST
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Wednesday, 16 February 2011
Ai grandi magazzini, per grandi e per piccini

nn chiedetemi perchè ma cercavo fazzoletti da naso da donna quel giorno, cosi' è la vita.

Ero a Blaha, e allora faccio un salto al Corvin Aruhaz, i grandi magazzini Corvin, lì a Blaha, gli Harrods di Budapest dicevo, forse oggi piu' famosi per il tetto, cosi' è la vita, perchè sul tetto ci hanno aperto un pub, proprio sul tetto, il parapetto è alto e la vista nn è sul Danubio, ma il posto è carino e in effetti ti senti  a 50 metri d'altezza.. .

per salire prendi l'ascensore del retro, per scendere le scale,  strutture vecchiotte mai ristrutturate, di quando nei grandi magazzini  fu inaugurata la prima scala mobile d'Ungheria., era l'età dell'oro forse la prima scala mobile in Italia è pure posteriore..

ero stato ai Corvin Aruhaz prima di Natale, a curiosare,  l'epoca d'oro è finita, da un pezzo a me piace ricordarlo cosi' come nel film "Allami Aruhàz - i grandi magazzini statali",  (http://www.tvarchivum.hu/?id=142129) quando i grandi magazzini erano diventati i grandi magazzini nazionali..  

 lì avevo trovato, in incredibile offerta, i cappelli, estivi e invernali, quelli servono sempre, caso mai li perdi ina eroporto durante perigliose trasferte..

Ieri già mentre ti avvicini capisci che c'è una grande svendita, tutto al 70% solo i capi di marca al 50%..uhah Le scale mobili ci sono ancora, 4, appena davanti all'ingresso. Follia dei nostri nonni. Oggi ogni buon architetto sa che le scale mobili devono essere quanto piu' difficili da trovare o almeno bisogna fare un po' di strada per arrivarci, cosi' nel mentre puoi guardarti attorno e trovare una cosa a cui nn avevi pensato ma che devi assolutamente comprare.

Al piano terra c'è un supermercato, sopra il business è retto da Skala, una specie di Standa ungherese. Al primo piano c'è l'abbigliamento, al secondo l'arredo casa. L'aria è triste, scaffali mezzi vuoti, metà dei locali già liberati, sono rimaste solo camicie di collo 50 e a tinta unita, di un giallino o arancione, tanta gente, dove altro lo trovi uno sconto (reale) del 70% su tutto??

alla fine mi convinco anch'io  a prendere una camicia che definisco rosso mattone, mi trattengo dal prendere una delle cravatte anni 70 degne di una copertina di una band sballata, ma soprattutto prendo a un prezzo accettabile il sogno di una vita magiara, un accappatoio..

per fortuna avevo qualcosa da leggere, perchè faccio 45 minuti di coda, le cassiere di mezz'ètà impazziscono con i cartellini sbiaditi e le percentuali dello sconto, e poi sì c'è molta molta gente, qualcuno si compra un borsone e mette tutto là, le donne dell vicino VIII distretto hanno i cestini pieni di biancheria intima sexy e vestitini per bambini.. 

mi guardo in giro, erano rimasti gli ornamenti a mosaico delle colonne, come le vediamo  in qualche vecchia kocsma selezionata, anche il pavimento è lo stesso, nn so chi arriverà ora con vetrine scintillanti, ma credo cambierà gli arredi, la gente resterà la stessa credo..

Sono qui da 6 anni, ho visto la vecchia Kiràluy utca e tantissimo l'enorme agenzia dell'Aeroflot all'angolo tra Nagymezo" utca e l'Andràssy, grande e vuoto, assolutamente inutile se nn per farsi vedere, come i negozi  di alta moda all'aeroporto..  Se dovessi esprimere in una foto la situazione in Ungheria la farei a questo stesso locale.. L'aveva preso la catena di librerie Alexandra, che si è ingrandita enormemente n questi anni, per farci un Aantikvarium i negozi di libri rari e di seconda mano che gli ungheresi amanotantissimo.,. é durato una manciata di mesi, ha già chiuso, ora all'interno carrelli pieni di libri, sui vetri le scritte "Megnytottunk - abbiamo aperto" e "Kiado , Elado .- affittasi, vendesi".

 il perchè è semplice, i prezzi erano alti e la merce scadente.. 


Posted by alessandro grimaldi at 18:37 CET
Updated: Friday, 16 December 2011 00:17 CET
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Tuesday, 18 January 2011
Se fossi una bandiera non mi piegherei al venti

ho scritto qualcosa sulla nuova legge dei media, molto discussa...

leggete www.peacereporter.net a questo link:

http://it.peacereporter.net/articolo/26342/Se+fossi+una+bandiera+non+mi+piegherei+a+nessun+vento


Posted by alessandro grimaldi at 10:30 CET
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Tuesday, 30 November 2010
quando ho incontrato Monicelli al Szimpla

[a ricordo di Mario Monicelli 1915-2010, gettatosi dal balcone della sua stanza d'ospeda all'età di 95 anni, con un cancro terminale alla prostata..] 

in un divertentissimo gioco che faccio con i miei amici ungheresi che desiderano imparare l'italiano ci chiediamo a turno se l'altro ha mai scritto una lettera d'amore, è mai andato a cavallo, ha mai perso il portafoglio.. uno spasso insomma..

la mia domana preferita è pero': "hai mai conosciuto una persona famosa?". E' una domanda divertente, perchè in genere il mio simpatico interlocutore ci pensa, fa si con la testa e poi dice di aver visto per strada o nella metro un signor Tizio Caio Kovacs Szabo, che ovviamente a me nn dice assolutamente niente, mentre risulta essere un personaggio televisivo o un politico o un famoso giudice della Corte Suprema (solo uno mi ha fatto: "si certo, ne ho conosciuta una, mio fratello vive a Miami, una volta ho visto uscire da un negozio Sylvester Stallone." ecco lui è una persona famosa..).

Se mi dicono "e tu?" io rispondo beh, si,ho conosciuto una volta una persona famosa, ho conosciuto proprio qui a Budapest, al Szimpla, (pausa tattica)..... Mario Monicelli..

L'ungherese si stringe nelle spalle, Mario Monicelli qui l'ungherese medio nn lo conosce, ma io mi sento in dovere di spiegargli chi è e di raccontare..

"...Ero povero e solo e vivevo di elemosina o di quello che i supermercati mettevano a metà prezzo perchè ormai quasi da buttare e passavo ore al Szimpla (un pub figo e famoso del VII distretto)  nelle ore di luce per sfruttare la connessione gratuita alla rete. Orbene era un sabato di fine novembre, ero ad uno di quei tavolini circolari accanto alle scale, su uno scrannetto, forse di buon umore. Di buon umore perchè se vedo entrare due coppie di signori, di cui ne conosco uno nn sono portato a distogliere lo sguardo ma a stringere la mano. Il mio conoscente è di mezza età, l'altra è una coppia di anziani, lui col basco di lana, lei schizzinosa.

Dovevamo parlare di qualcosa, non so, i vecchi si allontanano a curiosare per quel posto curioso che è il Szimpla per chi ci capita la prima volta-.. "Ma nn l'hai riconosciuto mi fa?" "Kicsoda? [chi diavolo] faccio io. E' Monicelli. uh aspetta che te lo presento..

Monicelli era un vecchietto, un signore di 92 anni, con dei peletti bianchi she spuntavano dalla pelata, un po' sordo, dovevo alzare la voce, e tremolante che a fine Novembre fa un po' freddino a Budapest lo sguardo vivo e intelligente, nn banale, come si vedeva in tv. Ma in queste situazioni è difficile nn essere banali, ci presentano, ovviamente io nn so dir niente mentre è lui che si informa su quello che faccio, mi fa i complimenti per vivere e lavorare a Budapest, riesco a salvarmi dicendo “grazie a lei di tutto quello che ci ha dato”.

Poi con garbo si allontana e io mi sorbisco la sua compagna, che si vede che era una bella donna, ed ora è una signora un po' snob con l'evve moscia che mi kviede se zi zarà kvalke konzerto lì al Szzimpla.. La morale di quel giorno era che anche un grande come Monicelli anche a 92 anni doveva sorbirsi una un po' rompiballe, come tutti noi...

Monicelli era Budapest per presentare il suo ultimo lungometraggio, al fesztival dei film italiani che si fa qui, e ha sempre avuto un rapporto preferenziale con Budapest, qui ha girato giovanissimo il suo primo lungometraggio, nel 34, i ragazzi della via Pàl, etc. o ad esempio una sera eravamo in un casermone di Pesterzsebet, tra italiani esuli, per cena, e poi si è messo Brancaleone, dove all'inizio arrivano i barbari, razziano il villaggio, staccano a morsi la testa ai pulcini, parlano una lingua incomprensibile.. "Hajrà!... Hajrà!!, Nincs kegyelem!.." 

quei barbari parlavano ungherese."

Ci mancherai anche qui a Budapest, maestro.. 


Posted by alessandro grimaldi at 11:02 CET
Updated: Tuesday, 30 November 2010 14:12 CET
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Friday, 5 November 2010
una storia della grande depressione

quando Alberto se ne va, il presidente si affretta allì'appendiabiti per precederlo e porgergli il cappotto, "vero italiano gli fa". e poi verso compiaciuto. elegante.

 Alberto conosceva già la zona, Mom park gli avevano detto al telefono, uno dei grandi centri commerciali di Buda, ma no, era zona Deli per lui, giusto dietro la stazione sud, oltre il cavalcavia, quella zona dove Buda assomiglia ancora a Buda, con il Vermezo, il parco tra la stazione e piazza Mosca, dove c'era l'ultima grande statua comunista, di Varga Imre,a Buda con gli eredi dei tedeschi che erano voluti diventare magiari, le case, i borozo, vinerie, la gente che ha una faccia normale addosso.

ora poteva uscire a respirare, era distrutto.., certo vestirsi elegante era bello, mettere la cravatta blu e la camicia bianca, ma ormai .. era uscito dal mondo della grande economia o era rimasto solo con la porta di servizio aperta, ma gli arrivano ogni tanto telefonate a cui nn poteva dire di no " sig. Rinaldi, abbiamo trovato il suo nominativo da qualche parte, si tratta di un lavoro di prestigio e ben pagato se le interessa.." poteva forse dire me ne sbatto, io sono me stesso, fottetevi fottetevi fottetevi?? e poi mica lo sapevano che lui con quel mondo aveva quasi chiuso e ora per lavoro scriveva qua e là quando gli pubblicavano qualcosa e andava  a vedere le partite e mandava gli aggiornamenti in tempo reale alle agenzie di scommesse, un lavoro di responsabilità insomma e anche divertente.

ma in fondo meglio andare a sentire cosa gli dicevano, meglio conoscerli, guardarsi negi occhi, comunque insomma, ed era una situazione cosi' e cosà e dall'altro lato lo aspettavano genti che tra sorrisi e diti su pel culo l'avrebbero salutato gentilmente pensando tra se e se ma guarda questo, ci ha fatto anche perdere tempo.. 

ne aveva fatti tanti di incontri cosi' e in fondo come gli disse una volta Michele,  lui Alberto aveva fatto di tutto per nn fare un lavoro normale..

il giorno prima con un supremo sforzo della sua natura pacifica aveva dato un'occhiata al sito dell'azienda, e sembrava una cosa diversa, piu umana, come se gente normale lo facesse, gente con gli occhi per vedere e la bocca per parlare, è meglo cosi..

il supercapo era un australiano, bassino, da 15 anni a Budapest, uno di quelli che avrebbe potuto incontrare al Beckett's a vedere il rugby, un expatriate, come Adrienne, come lui, uno che vive a Budapest o almeno gli pareva, che ci è restato da 15 anni. Ci aveva pure un blog, quasi letterario, insomma si vedeva che era uno che amava scrivere, personaggi, dialoghi, piccole esperienze e discorsi con gli amici certo sulla finanza aliena dell'azienda, ma in fondo uno degli ultimi post si intitolava pur sempre" E' finalmente uscito il mio libro, "la crisi del credito spiegata a un frequentatore dei mercatini di seconda mano"

ma poi dopo il colloquio  poi si era subito rifugiato con la cravatta e tutto in un borozo, si, un posto dove bere, l'aveva programmato fin dall'inizio quello si, come un personaggio di un film, ficcarsi a bere alle 12 del mattino in una bettola di classe, dopo un colloquio di lavoro con supermanager 

era pure vicino il borozo dove un anno prima se ne andava a leggere e a scrivere la mattina dopo l'appuntamento di lavoro settimanale con uno pieno di soldi, muscoloso e sorridente che  stava da quelle parti.. ma l'aveva trovato chiuso, eppure erano già le 12, semplicemente ora al suo posto c'era un negozio di elettrodomestici..eppure era passata solo un'estate dall'ultima volta, era un pince (un seminterrato), in fondo pulito e ben tenuto, tutto im legno, odorava di legno, e gli avventori erano vecchietti, pensionati, anche coppie, che lì si prendevano un mezzo bicchiere di acqua e vino dopo la spesa, come in molti di questi posti c'era una donna di mezz'età a servire dietro al banco, ... e si davano tutti del tu e tutti si conoscevano

per fortuna a Buda di questi posti  ce n'è ancora qualcuno, c'è ilK.L., proprio di fronte al grande centro commerciale nel centro di Buda, quello era ancora rimasto in piedi per ora, ne era certo,

ma anche lì c'era qualcosa che nn andava, va bene era vuoto, solo un banco con vecchietti che giocavano a carte e lui era a un tavolo accanto con un unicum e una birretta, nel suo completo blu scuro da 500 euro.. Ora il Duebuchi, teneva appesi ai 4 angoli delle scritte incise su tavolette di legno rossastro, scritte inneggianti al vino tratte dalla letteratura, se lera anche appuntate la prima volta che era capitato là. Le scritte ti facevano sentire un animo nobile mentre bevevi, ma ora erano scomparse.Quando ne aveva chiesto notizie al gestore tutttodunpezzo, "Oh che vuole signore", gli era stato risposto, "una me l'han pure rubata, l'altra rotta" allora ho deciso di levarle ,

è meglio cosi' 


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
Updated: Tuesday, 15 November 2011 12:17 CET
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Monday, 11 October 2010
fango rosso, 7o giorno

E' passata una settimana da quando un blocco di contenimento della fabbrica Magyar Alluminium di Ajka ha ceduto, riversando sul paesello sottostante (Kolontàr) tonnellate di fanghi rossi, residui di lavorazione.

8 morti, 100 feriti, 2-3 dispersi

E' passata una settimana e ora se ne parlerà di meno, perchè è sempre stato cosi', altre notizie ci attendono, e allora è opportuno dare qui uno spazio a perchè la situazione non è affatto conclusa..

Leggo le brevi, traduco, nn ho tempo di controllare e approfondire, ci sono sicuramente imprecisioni, nn mi pagano, nn è vangelo, prendete tutto come una favola, un fondo di verità c'è

Oggi hanno costruito a tempo di record, dopo aver evacuato kolontàr, una nuova barriera, perchè il primo ministro in persona, Orban, aveva allertato per la presenza di nuove crepe sulla barriera rimasta integra. Sarà pronto per mercoledì.

Hanno anche arrestato il direttore della fabbrica. e già. Ieri c'era un'agenzia che diceva: Nel 1995 i controlli avevano trovato la fabbrica in perfetto stato. Tuttavia trent'anni prima un esperto aveva detto che c'erano gravi rischi. La MagyarAlluminium ha ribadito che al momento della privatizzazione, anni 90, nessuno li aveva avvertiti di eventuali problemi. Se vado a cliccare leggo che nel 1980 un esperto del politecnico di Budapest, la BME, aveva evidenziato la presenza del blocco su una zona in cui si intersecavano due diversi tipi di terreno, di cui uno fangoso, melmoso, che per forti piogge tende a dare smottamenti. Insomma un po' la parabola del castello costruito sulla sabbia. Oggi hanno sentito il direttore comandante  negli uffici del capitano della polzia (traduco alla lettera dall'ungherese, ovvio) ed è stato trattenuto per paura di inquinamento della prova. Secondo il Magyar Nemzet, il giornale del partito di governo, ci sono gli estremi per l'esproprio della fabbrica. (il cui prorpietario è Gyurcsany Ferenc, il grande capo del partito socialista). Lça Magyar Allumnium fa sapere che ha speso negli ultimi 10 anni  piu' di 30 miliardi di fiorini per opere di manuntenzione (bene, la sicurezza prima di tutto).

Le brevi di agenzia sono fantastiche, si va dalla paura per l'aria che respiri, perchè ora che il fango secca l'aria diventa pericolosa, tutti sono ocn le mascherine, all'opera meritoria di messa in salvo dei poveri animali rimasti nel paese, cani, gatti e altre amienità, donazioni e soldi piovono da tutta la nazione, paura degli sciacalli nelle città evacuate (ieri, con una spettacole operazione con pullmann), vietare o nn vietare la pesca, alle ispezioni straordinarie fatte negli impianti simili cechi e ucraini. Chi la fa, l'aspetti.


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
Updated: Tuesday, 12 October 2010 11:06 MEST
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Tuesday, 5 October 2010
vota e fai votare

I have never voted in an US elections despite despite being a resident in the country for 50 ytears.

I’m called a resident alien and this suits me.

(Newscientist 2 Ottobre 2010, intervista ad Oliver Sachs)

[Quest’uomo nn ha bisogno di essere amato, Alessandro Grimaldi]

 

Appena tornato a fine agosto il mio primo pensiero è stata la cassetta della posta, ovvio, per fortuna sono arrivato giusto in tempo per pagare le bollette, sepolte da un mare di pubblicità. C’era pure una letterina, del comune, timbro ufficiale. Dentro c’era la cedula, la scheda elettorale, il comune con 2 mesi di anticipo mi dice che posso votare, già perchè io ho un lakcim, una specie di documento di domicilio, qui a Budapest, e chi ce l’ha puo’ votare, almeno per le amministrazioni locali. Come voleva Fini in Italia. Il buon vecchio Fini, com’è popolare oggi.

Non ci ho pensato due volte, esprimere se stessi, il voto,democrazia, io che in fondo vivo qua e questi amministrano il mio quartiere, la città. Ma qualcuno nn ne voleva sapere.

Ero al telefono con uno scoiattolo che mi fa:

-          -Ma allora per chi voti?

-          -Per i ********, ovvio

-          -Ma davvero vuoi votare per loro?

-         - Beh io sono ********* e allora voto ********,

-           Ecco voi stranieri venite qua e poi vi fanno votare e votate male, contro i principi ungheresi, contro le tradizioni, che ne sapete voi..

Il risultato era scontato, ha vinto Fidesz, la destra conservatrice, il nuovo sindaco è Tarlos Istvan, l’ex sindaco del distretto di Obuda, ma questa è un’altra storia. La notizia è invece che nn è più sindaco Demsky, Demsky Gabor, l’uomo che ha governato Budapest dall’89 ad ora, da quando ci son le libere elezioni. Demsky è un biondino dall’aria trendy, il suo partito, l’SzDSz è virtulamente scomparso l’anno scorso, sepolto dagli scandali. Demsky è una specie di eroe, figura mitica della poltica ungherese. Tre settimane fa ero dentro gli archivi di radio Free Europe, la radio che da Monaco di Baviera registrava i media dei paesi socialisti e mandava un proprio giornale radio con le notizie vere che la gente captava di nascosto, come nei film. I suoi archivi son custoditi qui e quel giorno c’eran visite guidate per la settimana del patrimonio culturale mondiale. Il tizio che ci accompagna prende a caso le trascrizioni di due giornali radio di due giorni a caso del 62 e dell’ 82. Poi afferra anche una copia del gionale illegale, „carbonaro”, un samizad, che cricolavano illegalmente ovvio, tra le mani degli oppositori. L’editore era Demsky.

Nn so come cambierà Budapest, io spero nn molto, sono molte le cose che nn vanno ma spesso ci si affeziona proprio a queste. Nn so quanto farà meglio Tarlos e a pensar male spesso ci si azzecca. E poi in quanti nella storia hanno invocato cambiamenti radicali, sapendo che per far si che tutto cambi,..

Oggi nella vasca da bagno apro un libretto del mio scrittore preferito, Moldova, la copertina è orrenda, l’ho pagato 100 fiorini (35 centesimi), era in uno scatolone di cartone fuori da un antiquario. Moldova è uno scrittore molto prolifico, questo è il suo libro del 91. Il libro è quindi ambientato nel cambio di regime, subito dopo l’89, i protagonisti sono gli avventori di una kocsma, una bettola, uno pretende di essere il direttore del Vidampark, il parco di divertimenti accanto al circo stabile, a fianco del Varosliget, il grande parco municipale di Budapest e sbronzo dice gli importanti cambiamenti che ha fatto fare, ora che il comunismo è caduto: „Abbiamo cambiato il nome del Vidampark (parco dei divertimenti) tornando al vecchio Angolpark (parco inglese) e all’inaugurazione ho chiamato l’ambasciatore inglese e ho assicurato a tutt l’ambasciata un abbonamento a metà prezzo sul trenino fantasma. Ho rinnovato parte dei decori, ho fatto in modo che sul trenino nella caverna, nel tunnel si veda la luce dell’uscita, Oltre a questo il Twister ora girerà non verso sinistra, ma verso destra e bisognerà sempre andare verso destra per restare in piedi. Nel tiro al bersaglio le statuette di Lenin che prima erano premi, ora sono state messe al centro del bersaglio e se uno lo centra parte una musica che dice corso Lenin (il vecchio korut) se ti attraverso fino alla fine.. 


Posted by alessandro grimaldi at 23:10 MEST
Updated: Thursday, 7 October 2010 22:08 MEST
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Thursday, 15 July 2010
i momdiali americani a Budapest

E’ il secondo mondiale che vedo in terra ungherese e sono stati i veri mondiali americani qui a Budapest, almeno per me, ovvio. Dicono per esempio che anche alla casa Bianca col presidente nero, han seguito la partita col Ghana con molta attenzione. Io invece se provavo ad andarmene da solo, tipo al maxischermo di Szbadsàg tèr, davanti alla sede storica di (MTV) la televisione magiara*, che  ho visto bruciare 4 anni fa, mi sedeva accanto un americano atletico e ben nutrito, giusto orgoglio della sua donna bionda magiara, che si metteva persino a commentare i fuorigioco e a applaudire a volte. O se andavo in qualche altro posto (a Budapest era assolutamente impossibile scampare ai mondiali, ogni posto, dico ogni posto ne aveva uno, anche il pub più underground o il caffè più fighetto; ne han messo persino uno tra gli specchi e i velluti della sala da tè dello storico caffè “Muvesz” in Andràssy ùt e stendo un velo pietoso su uno sport pub, in pieno centro che ha messo 4 schermi al plasma nei cessi davanti agli orinatoi). Dicevo se andavo in un altro posto era un pulliferare di americano vocianti che si esaltavano davanti agli schermi.

Mail fatto vero è che qui in questi mesi ho un compagno di merendine americano, Danny, e che americano, americano  di Nuova York, w che la sera mi chiamava:”Che ti guardi la partita, dove si va?”. Poi la sera davanti a un altro schermo dovevo sorbirmi i commenti calcistici del mio amico, si sa, nel mondo siamo 6 miliardi di commissari tecnici. Erano apprezzamenti sul bellissimo gioco dei tedeschi, come lo aveva entusiasmato, l’Argentina che cos’è, etc. etc. ma nn è questo, il calcio dei tedeschi è piaciuto a molti, (chissà com’è che hanno perso), è che ero tremendamente infastidito da vedere una partita tipo Germania Uruguay e sentirmi chiedere se l’Uruguay è la squadra in bianco o in azzurro. E la vedevo con un maschio e non con una donna, che si sa di calcio ne capisce poco. O dover stare a spiegare chi era Maradona, o che cosa vuol dire Olanda-Uruguay le finali perse dall’Olanda, il calcio totale, Joan Cruyff e Ruud Kroll, o Brasile Uruguay al Maracanà, i falli alle gambe ed Enzo Francescoli. Eh si che all’inizio era anche divertente, tipo la finale di Champion’s, dove Danny mi raggiunge per la premiazione, “vedi Danny quel tipo con i capelli ricci, neri? È stato un  gran campione del passato, è francese, giocava nella Juventus, si chiama Michele Platini, si, ha vinto l’Inter, è una squadra italiana, vuol dire internazionale, giocano in nero e azzurro.

Alla fine ho finto una sindrome depressiva per evitare scocciatori ed ho visto la finale con due ungheresi, un romeno, una ragazza, in un posto dove gli stranieri nn residenti nn possono arrivare. Il romeno comunque ne capisce di calcio, l’ungherese è quello che quando mi vede al Vittula parla sempre di calcio, è uno di quelli della mustra generazione cresciuti con Nevio Scala e Carletto Mazzone.

Finora sono stato molto cattivo e indisponente.

Ma la saggezza è nei libri, si sa. Ho appena finito di leggere “How soccer explains the world”, un giornalista americano appassionatissimo di calcio fin da bambino, si è preso un anno sabbatico per girare il mondo e parlarne attraverso il calcio, tipo la questione irlandese tramite la rivalità Glasgow-Celtics, le guerre yugoslave tramite gli ultras della Stella Rossa che erano diventati uno dei corpi scelti in guerra, o la tigre Arkan che era diventato presidente dell’Obilic, assunto campione di Yugoslavia dal nulla.

Bene, l’ultimo capitolo conclusivo è sul calcio negli Stati Uniti. In breve: il calcio è lo sport dei figli dei figli dei fiori, di chi contestava il sistema negli anni 60 e voleva far fare ai figli uno sport meno violento del football e meno individualista, il calcio è uno sport degli snob e dei ricchi, una cosa chic, europea di chi vuol fare il figo, ma soprattutto il calcio è lo sport della globalizzazione che vuole insidiare gli Stati Uniti del baseball e del football che si gioca con le mani e si chiama americano, se siamo globali, anche questo è dovuto, il calcio è lo sport di Nike ed Umbro, multinazionali che vogliono assolutamente entrare nel ricco mercato USA, il baseball è meno globale.

 

·         Per inciso la TV pubblica ungherese ha trasmesso tutte (tutte) le partite in diretta. Altro che mamma RAI.


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Monday, 7 June 2010
l'Ungheria non è mica l'Islanda

lAlessandro ma che succede in Ungheria? mi è stato chiesto dall'Italia, perchè una volta tanto l'Ungheria era nelle prime pagine dei giornali italiani, e anche quelli di tutto il mondo, l'Ungheria in crisi, a rischio fallimento, l'Ungheria a rischio Grecia.

Sarà ma qui i telegiornali aprono con le esondazioni dei fiumi del Duna del Tibisco etc.  seguite alle forti piogge, la grave situazione nel nord del paese, strade statali allagate, un paio di paeselli isolati, gente che raggiunge la casa in canoa, ci sono belle foto sui giornali. l'economia è in secondo piano.

E allora che succede, succede che giovedi' il vicepresidente del partito di governo Fidesz, Kòsa Làjos, ha dichiarato che il paese è sull'orlo della bancarotta,e il giorno dopo Szijjàrtò Pèter, il portavoce del primo ministro ha confermato il tutto. Una mossa che si fa in tutti i paesi con piccoli problemi economici e politici, il nuovo governo dice che la situazione che ha trovato è peggiore di quella che il governo uscente aveva indicato, un modo per far digerire meglio misure impopolari, sempre che nella situazione economica mondiale questo nn sia altro che un fiammifero acceso durante una fuga di gas.

Ovvio indebolimento repentino del fiorino, panico sui mercati, smentita il sabato del capo del gabinetto economico del primo ministro (o qualcosa del genere), che precisa che l'obiettivo del governo rimane il contenimento del debito secondo i programmi stabiliti. (ricordiamoci anche che l'anno scorso l'Ungheria è stao il primo paese dell'UE a ricevere prestito dall'IFM, contro strette garanzie di controllo interno, ed è diffiicle che sgarri).

Panico sui mercati, ma io vorrei rassicurare tutti, io ho esperienza  e ne conosco di gente, e mi ricordo le paroledi Arnoux, un francese maturo, venuto a vivere a Budapest solo per spendere i soldi accumulati in strani giochi immobiliari in polinesia francese (a quanto diceva) e a sentire del buon jazz, che ogni tanto passava al Vittula. Diceva:" quando ne avrò abbastanza me ne andrò", ma era triste e solo da tempo. E alla fine è un annetto che non si vede.

 Arnoux era pazzo, ma un po di esperienza ce la aveva, un giorno mi fece: "l'Islanda sta fallendo e qui, dove che la situazione sia grave è sotto gli occhi di tutti e lo vedi in strada, nessun problema . Allora ho cercato, una risposta e l'ho trovata: la ricchezza, tutte le banche del paese sono già in mani straniere, non è interesse di nessuno far fallire il paese".

Dove sei tu, Arnoux?


Posted by alessandro grimaldi at 16:47 MEST
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Saturday, 15 May 2010
il mio amico Harp - illetve - chi ha ucciso Kaczynski

Alle volte capita che ritorno aglegeny (una specie di scapolone che ama vivevere per i cazzi suoi senza una donna) e mi ritrovo a nn voler ritornare subito a casa e ad entrare nella kocsma vicino casa per una birra in pace.

Accanto a me ci sono tre che giocano a carte, di mezz'ètà, dall'aria saggia, ma con sguardi e muscoli di chi ne ha viste tante. A un certo punto uno di loro fa: "per cortesia, canti a voce più bassa se è possibile...". Nella scala di valori magiara queste parole sono pesanti come pietre e 15 minuti dopo il poveraccio, mezzo ubriaco che stava mettendo musica nel jukebox e la cantava a voce alta si ritrova sbattuto fuori in strada, con la sua bottiglia di Aszok (la birra più economica) e l'immancabile busta di plastica che questa gente si porta appresso.

Poi il kartyazo (giocatore di carte) torna al tavolo come se niente fosse e gli amici nn gli dicono niente. Io allora mi concentro di nuovo sul 90esimo minuto del campionato francese che il grandeschermo della kocdma sta generosamente trasmettendo, quando si avvicina un tipo con una felpa arancione, capelli ricci un po sporchi e occhiali tondi tondi moltopiugrandidegliocchi.

 "Parli inglese?" mi fa. "Beh si" rispondo. Continua.."stiamo insieme parliamo? sai io sono solo.." lo guardo, interdetto, e a ragione, poi "Sai io sono polacco, sto qui da poco in città, abito da queste parti e questo è il bar più vicino, sono entrato per caso, mica conosco qualcuno"

allora si siede.. è polacco di Varsavia, anzi di Lublino, meravigliatissimo dal sapere che io a Lublino c'ero stato, e anche a Zamosc, che è li vicino, lui va tre volte all'anno in Italia, perchè il padrino (cioà il padrino di battesimo) della ragazza è di Italia. bene, ora ci conosciamo, anch'io metto nel discorso la mia ragazza e ora tutto è a posto.

Anzi no, manca il che fai nella vita, orbene lui è artista, è giustappunto qui per una mostra delle sue opere, 3 mesi in una galleria. Alla domanda innocente: "Dipingi?" mi guarda come se avessi chiesto qualcosa di molto stupido.. "Che domande alessandro, dipingi, cosa vuol dire dipingere.. se vuoi comunque nella galleria c'è uno che ha fatto una monografia su di me grande così.."

E' un artista, deve fare domande, mi dice, mi chiede che cos'è l'Ungheria,e perchè e che posti frequento . Quando esce dal cesso anch'io gli domando allora che ne pensa della tragedia che ha colpito la Polonia, il presidente Kaczynski (morto insieme a tutto lo stato maggiore, e poi ministri, sottosegretari, nello schianto dell'aereo del Tupolev presidenziale in una nebbiosa mattina di Marzo mentre si recavan a Katyn, a rendere omaggio alle salme di un'altra classe dirigente polacca decimata....)

"bene alessandro, ma prima dimmi tu cosa ne sai.., che ne pensi.."

"cosa vuoi che ti dica, caro amicone polacco, proprio mentre andavano a Katyn, tutti insieme, e poi han sepolto Kaczynski, figura comunque molto controversa, proprio nella cattedrale del Wavel, a Cracovia, accanto ai re di Polonia, a Casimiro il Grande.." annuisce ma ha un sogghigno,..

premette che lui mica amava Kaczynski ma poi domanda calmo: "E tu pensi, alessandro, che sia stato davvero un incidente?" mi offre da bere un altro korso e va a pisciare, anche se sulle porte sono dipinte calze a rete e mocassini chiede a me dove entrare,

quando torna replico.. "Beh han trovato le scatole nere, le condizioni meteo erano molto cattive il pilota ha fatto un atterraggio molto difficile.." ma lui è molto scettico "sai io prima di essere artista ero un ingegnere aeronautico, qualcosa ancora me la ricordo, ho visto il materiale reperibile su internet e anche solo da quello si capisce che ci sono molte cose che nn vanno" mi fa qualche esempio, pezzi di carlinga inspiegabilmente a distanze siderali o qualcosa del genere... capisco, poi serio:"E allora l'hanno ucciso! e chi è stato..?"

mi rigira la domanda: "Secondo te?" e che ti devo dire: "i russi, i tedeschi?" "oh come sei antico Alessandro, ancora ragion con queste vecchie categorie, con gli stati nazione, pensa in grande.." allora penso in grande: "mit tudom èn.. Gazprom? gli Ebrei, il sistema radar nell'europa centrale?" "ma no, ahah, io amo gli ebrei" 

pausa

"ma tu conosci HARP?"

(Harp??? sembra un telefilm americano anni 80 con un pupazzo che vive in una famiglia semiborghese col padre nero... il mio amico Harp..)

provo a pensarci, "no davvero nn lo conosco." OHIBO'! "Non conosci Harp? com'è possibile, pensavo fossi una persona che sa certe cose..." e io"Ma davvero, nn so cosa sia.." è sconcertato "Incredibile, tutti sanno chiè Harp, mi meraviglia CHE TU NN LO SAPPIA, davvero, scusa se ti dico certe cose. (pausa) E allora ti devo dire tutto io..."

E inizia la storia di Harp. la prende un po' alla lontana "Tu sai chi è Tesla vero alessandro? Bene Tesla fu il primo scienziato ad iniziare certi esperimenti per la trasmissione di energia nell'alta atmosfera... poi dopo la seconda guerra modiale uno scienziato ebreo [gli ebrei, lo sapevano che c'entravano gli ebrei] ha ripreso i suoi studi e ha sviluppato la cosa, e alla fine è nato HARP, una specie di arma potentissima, che c'entra con lo scudo stellare americano, in mano ai potenti della Terra, pero' la cosa nn è mai stata resa pubblica perchè HARP è un'arma troppo potente. si potrà persino traferire tantissima energia premendo un bottone nella propria tasca..,,,"

E' cosi' che ho scoperto chi ha ucciso veramente Kaczynski

La mattina dopo  mi sveglio stanco e con un gran mal di testa. Il mio primo pensiero è: "sa anche il mio numero di telefono." (aveva promesso di invitarmi alla sua mostra in galleria." ma poi almeno mi rassicuro, "almeno nn sa dove abito"


Posted by alessandro grimaldi at 16:28 MEST
Updated: Friday, 21 May 2010 22:28 MEST
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Wednesday, 28 April 2010
Abbiamo vinto, non si divide, chi vince ride
 

"Ungheresi che vivete dentro e fuori i confin.i (...) Quella che abbiamo fatto è una rivoluzione, una rivoluzione in terra libera." Orban Viktor è salito sul palco, sistemato come al primo turno nella centralissima Vörösmarty tér, verso le 21.00. Da vero vincitore ha atteso le prime dichiarazioni dai partiti rivali, per godersi il trionfo del suo Fidesz, (Federazione dei giovani democratici) i 263 seggi vinti, superando di 5 la quota dei due terzi del Parlamento, un numero sufficiente per poter apportare modifiche alla costituzione.

Orbán è piccolino, ma ora pronuncia il discorso che si era preparato da tanto tempo, da quando era un barbuto giovane leader del movimento democratico del 1988, da quando dopo aver governato tra il 1998 e il 2002 aveva perso due elezioni consecutive, ma era restato sempre al comando, leader inattaccabile del partito. Poi erano venuti gli scandali del 96, la grave crisi sociale del paese, con il consenso al governo socialista crollato, aveva avuto l'appoggio dei sindacati, del pubblico impiego, senza perdere lo stretto legame con la Chiesa, con le frange nazionaliste, aveva visto Fidesz salire stabilmente oltre il 50% nei sondaggi, mantenuto fino al 53% del primo turno, che nel maggioritario ungherese gli ha dato il 68% dei parlamentari, oltre i due terzi.

I risultati erano stati subito chiari, solo 4 partiti in Parlamento, 263 seggi a Fidesz, 59 ai socialisti dell'MSzP, 47 all'estrema destra di Jobbik, 16 ai verdi-liberali dell'LMP. Nel secondo turno di domenica, dei 54 collegi uninominali in cui si votava, Fidesz ne ha vinti 51, lasciando agli avversari le briciole. Due miseri seggi, (su un totale di 176 complessivi nel paese) li ha vinti l'MSzP, il partito socialista ungherese, al governo da 8 anni. Entrambi i seggi nel XIII distretto di Budapest, Angyalföld, la terra dell'angelo, ultima roccaforte dei socialisti. Persi anche i quartieri operai di Budapest, le città industriali di Dunaujvàros, (Nuova città sul Danubio, l'ex Stalinvàros - città di Stalin), Salgótarján, Ózd. Dei 168 seggi di 4 anni fa l'MSzP ne ha raggranellati appena 59.

In precedenza si era sentita sui maxischermi la voce affranta, rotta dall'emozione di Lendvai Ildikó  dell'MSzP, partito socialista ungherese, che si congratulava col vincitore, ammoniva che il nuovo governo, coi numeri che aveva avuto poteva fare tante cose buone ma anche tante cose meno buone, annunciava le dimissioni dalla segreteria.

Poi quella di Vona Gábor, il leader del partito dell'estrema destra Jobbik, che annuncia la sua ferma opposizione in Parlamento. Dirà anche che alla prima riunione del parlamento andrà con l'uniforme della Magyar Gárda, la milizia parafascista da lui fondata e poi messa fuorilegge dalle autorità ungheresi.

Jobbik avrà 47 parlamentari; di questi nessuno è uscito dal maggioritario, ma una piccola soddisfazione se l'è pur presa, i suoi voti sono stati decisivi nella vittoria di Molnàr Oszkár, escluso da Fidesz e presentatosi come indipendente dopo aver dichiarato in televisione che le donne Rom in gravidanza si colpiscono deliberatamente il ventre con martelli di gomma per avere figli menomati e avere agevolazioni dallo Stato. 

"Il regime era cosi' marcio che abbiamo dovuto abbatterlo, per ricostruirne uno nuovo dalle fondamenta".

 "Abbiamo raggiunto il 68% dei parlamentari. E' un nuovo massimo del mondo democratico raggiunto dall'Ungheria. Costituiremo un nuovo regime di solidarietà nazionale. Da oggi l'uomo ungherese sarà al primo posto. Faremo in modo che non tornino più al potere...."

La gente che affolla Vörösmarty tèr ha gli occhi lucidi, ragazzi che si baciano, signori in bicicletta, coppie con bambini al seguito, guarda, il paese è arancione(il colore di Fidesz), fa una ragazza accanto a me indicando lo schermo, si stappa spumante, si sentono le note di We are the champions. Si inveisce spesso contro i socialisti, che son riusciti a farsi odiare da più di due terzi del paese.

Orbán lo sa, anche su questo ha costruito il suo trionfo, un voto contro l'MSzP corrotto e ladro, più che un voto a Fidesz. Se la Lendvai si è congratulata con i vincitori, da Orbán nessuna mano tesa ad una opposizione frantumata, un gesto dovuto forse, dopo una vittoria con questi numeri, nessun "saremo il governo di tutti", "rispetteremo il Parlamento", "ascolteremo l'opposizione". Non ci sono queste parole nel discorso di Orbán, ma solo la promessa di un governo forte.


Posted by alessandro grimaldi at 18:16 MEST
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Friday, 18 December 2009
Domani sarà inverno.

A Giugno – Luglio Budapest si permette una due settimane di vera afa e temperature vicine ai 40. Anche questa è Ungheria. A Giugno Luglio di quest’anno nell’ascensore di un grande istituto, mentre sono in compagnia del mio conoscente Istvàn, entra una signora di mezz’età. Si lamenta, che caldo, insopportabile, mamma mia che caldo, non ce la faccio più. Istvàn è nervosetto ed è ungherese, ma di Nagyvarad, che da quasi 100 anni ormai è territorio romeno, e si chiama Arad. Lui dice che gli ungheresi si lamentano sempre, prendi i soldi: se nn hanno soldi si lamentano, se ce li hanno, si lamentano perché devono fare di tutto pernasconderli e tenerseli cari. I romeni invece nn hanno una lira (romena) ma sono felici lo stesso. Son poveri, ma scendi pure da noi e mangiamu insieme e si beve u bicchiere di vinu e chissenefrega. Dunque Istvàn nell’ascensore è nervosetto e risponde secco. “E’ estate! (Certo che deve fare caldo n.d.r.) domani sarà inverno.”

Oggi è già domani, ed è inverno e nevica, e l’ungherese e’  fedele a se stesso. Fino a 2-3 settimane fa era una stagione fredda abbastanza mite ed era piacevole tenersi il cappottino da mezza stagione addosso. Ma guai a parlarne in giro. “Eh già, fa caldo e nn fa freddo. Il freddo uccide i germi ed io invece ho il raffreddore e trovo i moscerini se lascio un bicchiere mezzo pieno d’acqua in cucina”. Ora invece nevica e si batte i denti dal freddo anche al mercatino di natale in mezzo alla folla, il termometro per strada segna -8 alle 4 del pomeriggio e neanche son curioso di vedere al tg che freddo fa alle 5 di notte, ma saran -15. Almeno nevica, l’anno scorso nevicò solo a fine febbraio, certo la neve è bella, la vista sui tetti dalla mia finestra è dolce dolce e qualcuno porta il figlio con la slitta in mezzo a Kiraly utca, ma “il comune è povero e nn sa fare le cose, nn spalano la neve e le strade si riempiono di fango appena la gente circola per le strade..”. A se vivessimo in fondo al mare, almeno li’ nn ci sarebbero questi problemi..” ma che ci vogliao fare. Signori miei, “E’ inverno. Domani sarà estate!”


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 CET
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Sunday, 22 November 2009
l'orrore, l'orrore

"sono stato interessato solo ad una cosa in particolare, alla morte. Niente altro. Sono diventato un essere umano quando all'etá di 10 anni ho visto morire mio nonno, che a quel tempo era la persona che amavo piú di chiunque altro.Solo da allora sono stato un poeta, un artista, un pensatore. La grande differenza che divide i vivi dai morti, dal silenzio della morte, mi ha fatto capire che dovevo fare qualcosa. Ho iniziato a scrivere versi. ... Per me, l'unica cosa che ho da dire  é che sto morendo. Non provo altro che sdegno e ribrezzo per quegli scrittori che hanno altre cose da dire: sui problemi sociali, le relazioni tra uomo e donna, le lotte razziali... Mi rovina lo stomaco pensare alla loro ristrettezza mentale. Che lavoro superficiale che fanno, una cosuccia, e ne vanno pure cosí fieri."

(Kosztolány Dézsõ) dall'introduzione di Eszterhazi  all'edizione inglese di Skylark)


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Monday, 9 November 2009
E ora vi dimostro che il Muro di Berlino è caduto per le conseguenze dell' 11 Settembre

Oggi son 20 anni che è caduto il muro, ma per noi, solo per noi. Per noi Ungheria è un paese che era dell'oltre cortina dove c'era il comunismo. ma signori, ormai, son passati 20 anni, qualcuno a me molto caro aveva pocopiùdidiueanni, ci pensate a un americano che viene in Italia nel 63 o nel 65 e va chiedendo in giro del fascismo... beh allora come si stava ne fascismo, anche tu ci avevi la camicia nera e..

comunque oggi il muro cadeva ,20 anni fa, ma qui la memoria storica è un'altra, qui Sarolta che mi viene a trovare per motivi d'affari mentre cerco di riassettare la cucina. "Sai che alla radio italiana parlano anche di Ungheria? sono 20 anni dall'89.." ah si è vero, c'erano tanti tedeschi dell'Est, erano tutti in jeans, venivano per andare al Balaton...." Eh si, che lo spevo, i tedeschi venivano qua, si rincontravano con le famiglie, pezzi dell'est e pezzi dell'ovest, per entrambi era concesso venir qua, nei campeggi del Balaton...

poi venne l'11 Settembre, l'11 Setttembre 1989.. certo. Se quello del 2001 è l'11 SETTEMBRE, se qualcuno altro si rammenta che l'11 settembre del '73 ci fu il colpo di stato contro quel tiranno rosso di Allende, è mio dovere aggiungere che l'11 Settembre 1989, il governo Nèmeth, subentrato da pochi mesi a Kàdàr alla guida del paese (il buon vecchio Kàdàr era lì piantato da quel lontano autunno del 56) aveva aperto le frontiere con l'Austria. C'era Gorbaciov e si poteva fare.  Allora i tedeschiest a migliaia iniziarono a passare di là e ad andare nel lontano ovest. E allora il muro aveva poco senso, era nato per questo, dopo che 2.6 milioni di tedeschi avean deciso di trasferirsi.. i politici tedeschi dissero:"Gli ungheresi han dato il primo colpo di piccone al muro.."

Era l'11 Settembre, un paio di mesi dopo a Berlino Est ci si riuniva per permettere la libertà di viaggiare, escono indiscrezioni... le mie fonti (HVG della settimana scorsa) dicono del giornalista italiano "Ricardo Ehrmann", che sembra tanto un fantastico nickname con tanto di errore di battitura. La notizia gira, la riprendono le tV, la gente va verso il muro per vedere se è tutto vero e voilà..

Era il 9 Novembre, 20 anni fa, pero' in Germania mica è festa nazionale, si festeggia invece il 3 Ottobre, il giorno della riunificazione. nn so se lo si è detto fino alla noia in Italia, ma il 9 Novembre nel 38, quella notte, fu la notte dei cristalli (217 siangoghe bruciate, 20.000 ebrei mandati nei campi di lavoro..) il 9 Novembre del 23  il puccs di Monaco di Hitler Adolf. E il 9 Novembre del 1989 cadde il muro. A Berlino.


Posted by alessandro grimaldi at 23:30 CET
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