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Thursday, 7 December 2006
Ocsi Bacsi - Puskas Ferenc

E’ morto il 17 Novembre, ma i funerali di stato, alla presenza delle massime autorità dello stato, sono stati indetti solo per il 6 Dicembre. 2 giorni di esposizione della salma, poi sabato 8, giornata di lutto nazionale, commemorazione allo Stadio nazionale, corteo funebre fino a Piazza degli eroi dove verrà reso l’estremo saluto. (Piazza degli eroi, qui vi è il monumento al milite ignoto, qui il ……., ci fu la cerimonia funebre ufficiale di Nagy Imre, il leader della rivoluzione del 56, più di 40 anni dopo la sua esecuzione.

 

Il 17 Novembre c.a. è morto Puskas Ferenc, leggenda del calcio magiaro.

 

Qui non siamo al giornale questo è un blog, allora senn conoscete puskas, (sinistro naturale, bassino e tracagnotto, grantalento, capitano della nazionale ungherese fino al 56 (oh guarda un po’), portandola al titolo olimpico del 52, vicecampione mondiale nel 54 in Svizzera, capitano nel memorabile 6:3 con cui l’ngheria battè per la prima volta l’Inghilterra, a cas sua, a Wembley, o per restare nel nostro piccolo lo staio olimpico di Roma fu inaugurato nel ’53, con un sono Italia – Ungheria 2:6, l’Ungheria era la squadra pù forte al mondo, poi dopo 2 anni di interdizione, ormai già ultratrentenne giocò in Spagna, fu capitano del RealMadrid, in tempo per vincer ele coppe dei campioni del 58,59, 60, 66. Nel 66 aveva 39 anni, finale di coppa dei campioni, Real-Benfica della stella nascente Eusebio, risultato finale 5:3puskas fece 3 gol, mincia volevo dire l’indispensabile) fatti vostri.. io vi dico cosa voleva dire Puskas da qui..

 

Qui Puskas era un signore anzianotto, con una bella pancia e da tempo gravemente malato, affettuosamente per tutti i magiari Ocsi Bacsi, (oci baci, ocsi cioè ragazzo, fratellino, per il sorriso bonario e la faccia paffuta e bacsi che è zio, l’appellativo per gli anziani amici di famiglia), ed era un mito, Puskas è un tipo esponente della diaspora magiara del 56, uno di quei 2-300.000 intellettuali e padri di famiglia che dopo la rivoluzione attraversarono gli ancora malsorvegliati confini con l’Austria o se erano all’estero ci restarono, e tornarono solo col disgelo, era l’ungherese più famoso all’estero (ditemi il nome di un personaggio argentino famoso oltre Maratona  – Borges nn vale, nn ha mai preso il Nobel) era il capitano degli “undici d’oro” come li chiamavan qui, la squadra che rivoluzionò il calcio degli anni 50 col suo gioco d’attacco.

ui quella squadra è come se avesse giocato ieri a Wembley, il ricordo nazionalpopolare è vivissimo. Il calcio in Ungheria è il primo sport come dovunque, i titoli del Nemzeti Sport son sempre di calcio, ma i ragazzini tifano Liverpool, Manchester, Bayer Monaco a AC Milan (maledetti), perché dopo Puskas, c’è stato il diluvio. Un pallone d’oro del 66 (Florian Albert, capocannoniere dei mondiali di quell’anno), ultima partecipazione ungersi ai mondiali 20 anni fa, a Messico 86 (qualificazione soffertissima contro i cugini austriaci, poi in Messico umiliante 5:2 contro l’Unione Sovietica), gli antiquari librari di Budapest circolano molte copie polverse di “Perché il calcio ungherese è malato”, primi anni 90. Ma il football magiaro è peggiorato eccome in salute da allora, Quest’anni alla partita d’esordio delle qualificazioni per gli Europei e noi litigavamo per Donadoni e Totti, qui si è cominciato con un triste Ungheria 1- Norvegia 4 al Nèpstadion, e ad Ottobre un terrificane Malta 2 – Ungheria 1, prima vittoria di sempre di Malta in una competizione ufficiale UEFA). Anncora preliminari di Champions league, il Debrecen campione d’Ungheria eliminato dai campioni di Macedonia, in coppa Uefa l’Ujpest dal Vaduz, (che i più bravi di voi ricordano capitale del Liechtenstein) serie B svizzera, con uno storico Vaduz 4 – Ujpest 0. 
Che sia stato questo ad aggravare le condizioni di Ocsi Bacsi.

 

 

N.B.

Perché il calcio ungherese è malato? Perché la federazione è corrotta e marcia fino al midollo, un esempio facile facile, in Italia il tennis è uno sport con tanti praticanti, ma il tennis italiano arranca.


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 CET
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Thursday, 26 October 2006
festa nazionale. inizio seconda parte

20.00

Dal mio rifugio di Buda torno dalle parti di Astoria, perché pare che lo spettacolo prosegua e sia divertente. Non si può lasciare una festa a metà, sta male. E la festa prosegue lungo la Rakoczi. A Kàlvin tér e sul Muzeum korut gente sparsa, io devio per Brody Sandor utca, che ogni buon italiano che vive a Budapest conosce, e guardo lungo le traverse per vedere dove unirmi ai festeggiamenti: Puskin utca, .Szentkiraly utca, Vas utca, solo all’altezza di Vas utca, la via del ferro, sembra sia tutto tranquillo sulla Rakoczi. Ma a 200metri c’è una troupe televisiva e un po’ di gente, e un uomo a torso nudo, magro, con gli occhiali da sole sui capelli, l’aria modesta, magro ma muscolato, di chi ogni mattina scarica frutta nei mercati generali o porta secchi di calcinacci e cemento mentre buttano giù uno degli antichi e scuri palazzi di Pest. Si tocca spesso dietro, sulla bassa schiena, proprio sulla colonna vertebrale, un po’ sopra il culo, dove mostra alla telecamera un bel buco di circa 8 cm fatto da un proiettile di gomma, tutto nero di sangue raggrumato, e piange, piange come un bambino.

La troupe lo intervista, poi gli fanno“Non ti preoccupare qui a 2 metri c’è un bellissimo ospedale”.

 

All’angolo con la Rakoczi le barricate sono all’altezza della chiesa gialla di San Rocco, un raro esempio di barocco del 1600 fuori da Buda e Belvaros. Dall’altro lato della chiesa è già Blaha. Han messo transenne, cassonetti della spazzatura, quello al centro è stato dato alle fiamme, un nugolo di fotografi poco piu’ avanti. Dall’altro lato ci saranno una enorme marea nera di polizia schierata con al centro un mezzo blindato.

 

Si fronteggiano, gli uni di fronte agli altri.

 

Due capelloni avanzano e inginocchiati oltre le transenne mostrano un grande striscione “Gyurcsàny vola via” si coprono il viso con i capelli.

 

Arivano grida anche dalla dohany utca, anche qui un po’ di gente, e barricate con fuscelle di legno.

 

Se non fosse per i lacrimogeni darebbe un bel film, poche brutte facce, ragazzini che giocano a fare i duri asserragliati in cima a una cabina telefonica o che si muovono con un cartellone pubblicitario come scudo e si alzano il fazzoletto sul viso per giocare agli indiani contro il III reggimento cavalleria. Ogni tanto passano con gran rumore dei bikers tra le urla alte della folla.

Dall’altro lato la polizia nera guarda e non fiata, solo spegne i fuochie lancia lacrimogeni alrimenti si annoiano dall’altra parte.

 

Irrealmente poi ogni tanto passa

 

Vado da uno dei miei kebabbari preferiti, poco più su sulla Dohany, lui non c’è, c’è un aiutante, mentre addento il kebab gl chiedo che ne pensa del bordello che sta succedendo. “ Non parlo ungherese bene” fa, Ah ok, sapessi io e tu di dove sei. Afgano. Oh Abdul dolcissimo dromedario stanco*.

 

Quando non ce la faccio per i lacrimogeni risalgo la folla fino a Blaha, qui ci sono coppie e gruppi di amici. In un bar sul korut appena dietro a Blaha la TV mostra che si è aperto un secondo fronte, wui la baricata è realmente imponente e continua a crescere, giusto dall’altra parte della Rakoczi, a isolare il ponte Elisabetta. Accanto a me Szilard, che ui insgna matematica e ci viene dalla Transilvania. E tu che ne pensi Szilard? Mi guarda storto anche col suo sguardo buono. Alessandro, ma tu sai chi era Ceaucescu. Si.

Quando torno sulla Racoczi, faccio in tempo a salutare due dei miei più vecchi amici di Budapest che la gente inizia a correre, arriva la carica, il resto lo conoscete.

 

Dio salvi il re.

 

 

*cito da “solo altrove riesco a essere qui”, di Marco Bruno


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Wednesday, 25 October 2006
festa nazionale. primo pomeriggio

12.00

A casa HirTv dice che ci sono stati scontri a  Nador utca, secondo qualche testimone son stati usati anche proiettili di gomma e che la gente si è spostata al Corvin koz, il vicolo Corvin, dove alle spalle del cinema Corvin nel 56 si compi’ uno dei piu eroici episodi del 56, con la gente che resistette fino all’ultimo proprio a 100 metri dalle caserme

Questo è un fuori programma, allora magari la giornata sarà divertente..

 

12.45

Sono a Koztarsasag tér, per ragioni di servizio, in piedi stancamente appoggiato ad un palo, davanti a me due gendarmi francesi col cappellino dell’esercito della salvezza e guanti bianchi.

Alla presenza di varie autorità si sta scoprendo un busto in bronzo alla memoria di Pedrazzinì, fotografo francese che qui trovò la morte durante i moti del 56. In questa piazza c’era la sede del partito comunista ungherese, la folla assaltò il palazzo e linciò dei dipendenti, che divennero i martiri della controrivoluzione, la vicina via Fiume (la città croata, porto ungherese sulll’adriatico) divenne via dei martiri in loro onore; poi la polizia segreta riprese il controllo, spari sulla folla, morti, Pedrazzini fotografò tutto e fu ucciso per questo.

Accanto a me dicono che questa è forse l’unica cerimonia ufficiale che ha un senso oggi.

 

12.30

Al Corvin koz, ci si deve arrivare a piedi che i manifestanti hanno occupato i binari del tram. “domani leggeremo sui giornali (tutti filogovernativi): i dimostranti hanno occupato il viale Lenin” (il nome del korut nel 56) dice qualcuno sarcastico.

Al Corvin koz ci saranno 3000 persone, festanti, tante bandiere, il popolo della piazza è qui, si rivedono amici, volti noti, sulle scale del Corvin mozi prende la parola Wittner Maria, una deputata di Fidesz, giovane rivoluzionaria del ‘56, poi isolata in qualche postaccio del paese profondo, ora in parlamento nota per le sue parole spicce e pesanti contro il governo.

Alle spalle sulla Kisfaludy utca (dove c’è il West Balkan) ci son sempre come ieri famiglie che passeggiano e i bambini che giocano con i pezzi di artiglieria e i blindati di allora, qui per la rievocazione storica. Che è un giorno di festa.

Passano dei camion pieni di anziani, i volti sorridenti, ex combattenti del 56, gridano viva la rivoluzione. Come tradizione di queste manifestazioni finiamo in un baretto a bere birra economica e sbirciare HirTV. Ci riposiamo perché alle 4 ad Asztoria inizia il grande comizio di Fidesz.

Entrano per prendere della buona birra anche 5 omoni in anfibi, bomber nero, pantaloni militari, ma questa non è una rievocazione storica..

 

!5.00

Per il comizio di Fidesz è stata chiusa al traffico la Rakoczi e Kossuth utca fino al ponte Elisabetta e pure il kiskorut è chiuso, c’è tanta gente che continua ad arrivare altoparlanti e maxi schermi per seguire meglio il tutto… ed è bello passeggiare in mezzo a questi stradoni e ammirare con calma i bei palazzi della Rakoczi con ancora i segni del tempo

Mi siedo su una panchina ai piedi della Grande Sinagoga, è una giornata incredibilmente calda, accanto a me un anziano, che dopo 5 minuti mi chiede “Dov’è la tua bandiera?” ma in maniera simpatica che è festa (e come pronuncia bene zaszlò, bandiera che si legge con una s sorda ed una sonora una dopo l’altra..) è stato 5 volte in Italia, nel passato, bel paese, belle donne, un altro paese, un'altra politica, l’Ungheria è diversa mi dice, poi si alza e se ne va. Parole profetiche

 

Devo tornare a casa per un contrattempo, sono ancora le 15.30, forse faccio in tempo. Seduto sul filobus 74 al capolinea, noto che c’è qualcosa di strano, la gente anziché convergere verso Astoria, dove tra poco inizia il comizio, va nella direzione opposta, son diversi gruppi, “Mi scusi, ma dove vanno?” faccio alla signora di mezz’età seduta accanto a me, “Questa è una buona domanda” mi risponde., “ma appena sono a casa accendo subito Hir-TV” potere della televisione.

 

16.00 di nuovo sul posto, alcuni esponenti minori riscaldano la folla (saranno 80.000) ad Orban, Chi è dalla parte dell’opposizione è qui oggi  festeggiare il suo 56, con mogli e figli, bandiera, coccarda e preztel salati per i bambini comprati alle bancarelle, ma i volti son stanchi e rassegnati, son sempre gli stessi discorsi che sentiamo ormai da 5 settimane,.

 

16.50

Seduto a di Fausto’s, il miglior ristorante italiano di Budapest, fumare sui gradini sulla Dohany utca (la via del tabacco uh) giusto alle spalle del palco, mi alzo quando prende la parola Orban, ma prima entro nel baretto ad angolo con Sip utca, per vedere se c’è una Tv.

Lo schermo è diviso in 2 finestre, da una parte Orbn Viktor, dall’altra movimenti strani nella vicina Deak tèr, fumo, spari, mi raccomando fa attenzione che a Deak succede qualcosa, fa uno con una fascia arancione al braccio. Facci odi si con la testa. (incredibilmente, dopo 5 settimane si son accorti che è importante anche tenere un servizio d’ordine interno, ma son 4 gatti e nel punto sbagliato).

 

17.05

Avvicinandomi verso Deak mi fermo all’altezza del capolinea del 47/49, di fronte al teatro Merlin, sono nelle retrovie, andar più avanti è impossibile per i lacrimogeni lanciati tra la folla, nn so quanti siamo, i brutti ceffi si son radunati qua, alzano la sciarpa per coprirsi il  volto, il cappuccio, metton su una mascherina antigas sul naso e vanno più avanti.

Si sentono spari, fischi, una bianca scia, e un lacrimogeno che piove in mezzo alla gente, poi arriva uno con un secchio d’acqua e lo bagna, non si capisce assolutamente cosa stia avvenendo più avanti, c’è che si mette in piedi sulle montagnole artificiali davanti al Merlin o sui mezzi d’epoca (camioncini, pezzi di artiglieria, persino un carroarmato) esposti per l’anniversario.

 

Nell’eccitazione il camioncino viene mosso a spinta, portato avanti, poi bestioni spostano il pezzo di artiglieria, poi poi all’improvviso un boato, urla di gioia: hanno messo in moto un vecchio tank del '56 esposto di fronte al teatro Merlin. Sembra una visione: un carroarmato che avanza per le vie di Budapest come 50 anni fa e va in testa al corteo. Il carroarmato scompare, dopo 10 minuti inizia un fittissimo lancio di lacrimogeni, poi tutti corrono all’impazzata di nuovo verso Astoria, si impara che in una folla che corre ci si muove piano, perché ci si ostacola a vicenda, specie poi se la strada si restringe leggermente come qui. Credo che la cosa migliore sia buttarmi nella prima via laterale dopo Deak, che porta nel V distretto, e buttarmi nel primo portone aperto, dentro ‘udvar.

Sono in uno degli stupendi androni dei palazzi del centro, udvar in ungherese, la mitteleuropa era questo un bel cortile interno per ammirare anche dalla cucina e dalla porta di casa lo sfarzo del palazzo, i frontoni e le giovani vicine riservate, e di grande utilità nell’isolarsi dall’esterno: tener caldo l’uscio di casa d’inverno, alleviare dall’afa d’estate, o a ritrovare aria pulita mentre fuori il karoly kòrüt è denso di nebbia di lacrimogeni e poliziotti che caricano la folla con i cavalli e sparano ad altezza d’uomo,

 

Siamo in 4 o 5, una famiglia affacciata al balcone. Poi entra sempre più gente, e il kèrt si riempie di 200 persone circa. Un anziano seduto a terra, si tiene la testa tra le mani, due signore accanto a lui visibilmente agitate, quelli del primo piano chiamano un’ambulanza. Mi affianco piano piano a quelli dall’aria più innocua, e mi tengo il giubbino in mano si sparge la voce che la polizia è arrivata. Arrivano tutti neri, grossi, solo 2 occhi che spuntano dai passamontagna sotto il caschetto, ci fanno sgomberare, bado a tenere la macchina fotografica bene in vista, e a tenere lo sguardo basso. Appena fuori alla destra la polizia è in imponente schieramento giusto prima del portone, tutti in fila, bonificano la zona, un vecchio in abiti lisi ci si mette davanti, li squadra, li sfida. Resta cosi 5 minuti, io mi azzardo a fare una foto.

 

C’era tant gente come quel vecchio nella folla: chi non ha niente da perdere, ma proprio niente e li vuol guardare dritto negli occhi.

 

 

FINE PRIMA PARTE


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Tuesday, 24 October 2006

Cari lettori, domani proseguo l'allegra cronaca della giornata, ma mi premono alcune precisazioni, in risposta alle domande che mi avete fatto:

 

1) chi ha iniziato gli scontri? 

Risposta: non si sa, Bisognava essere tra i due fuochi dall'inizio per saperlo. di sicuro il clima è stato avvelenato dalo sgombero (inutile) all'alba di kossuth tér, e dal suo improvviso isolamento,e la scintilla è scoppiata col carroarmato d'epoca messo in moto chissà come dai manifestanti, cosa del resto grave. 

Mi sembra di poter dire che nessuno ha palesemente attaccato la polizia, ma che alla minima provocazione la polizia ha fatto un uso sconsiderato di lacrimogeni, proiettili di gomma, ha reagito con una durezza a dir poco eccessiva.

 

2) chi strumentalizza tutto questo?

Se c'è qualcuno a cui tutto questo giova è il governo. E' quello che in Italia chiamavamo strategia della tensione, scatenare il maggior livello di destabilizzazione nel paese per far sì che tutti facciano fronte comune a fianco del governo. Non ho prove e faccio dietrologia, ma infiltrare agitatori tra i manifestanti per provocare la reazione dura della polizia è cosa già vista. ffinchè tutto il mondo guardi è cosa già vista. Nella cronaca delle proteste di ieri nessuno ha parlato dei motivi della protesta pacifica

 Insomma non è l'estrema destra che tenta di destabilizzare le istituzioni, le cose son più complicate.

3) Come allora preciso anche oggi. la protesta al 95% è sempre stata pacifica anche ieri. Ad Astoria c'erano 60.000 persone per il comizio di Fidesz, gente normale, se 5-7000 si staccano per giocare coi poliziotti, è un cosa che puo' danneggiare solo la gente normale che era 300 metri più in là. 


Posted by alessandro grimaldi at 18:23 MEST
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una giornata particolare: croanche del mattino

9.30 Se vuoi la guerra basta cercarla…

La mattina nn era iniziata bene,  assonnato coi giornali del mattino (on-line) leggevo di polizia che di notte aveva sgombrato la piazza con la forza, perché avevan violato le misure di sicurezza. Più tardi un servizio di HirTV mostra allineati coltellini a serramanico, palette da campeggio, coltelli da cucina etc.etc.

Volevo vedere anche da lontan il palco, la cerimonia ufficiale o che so io, e invece tutto è isolato nel raggio di 500 metri, e le vie laterali sono almeno una 15ina. Cosi nn si puo’ toccare il monumento a Nagy Imre, nel giorno a lui dedicato, mi avvio verso Szabadsag tér, anche lì tutti gli accessi a kossuth tér sbarrati da polizia in assetto antisommossa, ci sono solo manifestanti colorati, bandiere e coccarde, ma all’improvviso dalla macchina dietro i poliziotti il capitno di polizia ci intima di indietreggiare fino all’incrocio precedente, amici della polizia, 5, 4, 3,… i turisti che in questa calda domenica di Ottobre passano per Szabadsag tèr, guardano incuriositi.

 

11.00 il bello deve ancora cominciare.

Ci metto un po’ a tornare a casa, per le misure di sicurezza i trollibus non possono circolar e eci sono bus sostitutivi in numero inferiore, mentre aspetto vedo gruppi andare verso la basilica di Santo Stefano. A casa DunaTV trasmette l’ultima parte della cerimonia ufficiale dentro il parlamento e HirTV parla di scontri a Nador utca, la via laterale della piazza dove c’è ance il nostro baretto preferito. C’è anche del sangue, la polizia ha fatto uso di proiettili di gomma, poi ha dato la caccia ai manifestanti per le strade di Belvaros.. Ora tutti i dimostranti convergono a Corvin Koz. A Corvin koz, il vicolo Corvin, c’è un bel cinema in stile liberty, dove si svolse una delle pagine più gloriose della rivoluzione del 56, qui resistettero a lungo gli ungheresi, qui dove non potevano arrivare i carriarmatisovietici, respingendo gli assalti dei soldati della vicina caserma sulla Ulloi ùt e dove han fatto una rievocazione storica in abiti d’epoca e mezzi militari del periodo, dove i bambini giocano felici.


Posted by alessandro grimaldi at 14:01 MEST
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Festa nazionale, dall'inizio alla fine

INIZIO

10.15

Quando scendo dal filobus vicino piazza del parlamento per assistere alla cerimonia ufficiale, scopro che tutto il posto è stato isolato per un raggio di 500 metri, la signora con la bandiera tricolore accanto a me fa: “e questa sarebbe festa nazionale?”.  , Poco dopo, mentre prendo la via di casa sento uno scalpitio di zoccoli, vedo per una delle strade sbarrat passare un plotone di ussari a cavallo, con le loro divise eleganti, verde scuro, amaranto e oro.

Soldati a cavallo.

 

POCO PRIMA DELLA FINE

22.35

Quando prima delle ultime 2 cariche della polizia, mentre i lacrimogeni ci fischiano un po’ più vicino incontro Eva e Peter, che nn vedo da un annetto, e mi chiedono che ne penso rispondo: Che questa dovrebbe essere festa nazionale”

 

22.40

Poi i lacrimogeni ci arrivano ancora piu’ vicini, colpiscono una ragazza, scappiamo tutti, un plotone immenso di poliziotti antisommossa avanza di corsa compatto, io mi rifugio nel baretto sul korut, appena dopo Blaha, dove c’è pure la TV, vediamo la polizia prendere possesso d Blaha Lujza tér, il cuore di Budapest, i soldati a cavallo avanzare per Nepsinhaz utca,

Soldati a cavallo, han caricato i manifestanti eora avanzano per l’VIII distretto.

Un altro reparto che avanza per il korùt, tutti blu scuro, con baschetto e passamontagna, come in guerre stellari. Si chiude la porta per impedire il fumo dei lacrimogeni. I poliziotti vanno avanti, davanti a loro 100 metri, una poliziotta ci guarda nel bar, saremo una 20ina, fa un cenno minaccioso, chiama altri poi entrano dentro, uno enorme urla “Kifele mindenki” (tuuti fuori), i primi escono correndo, csdono manganellate,  io esco con lemani alzate nn guardo in faccia i poliziotti, quello avanti  a me prende una mazzata sulla spalla. Poi corro, corro, fino alle retrovie, prendo Bèrkocsi utca, questo era il quartiere di Pressburger, la strada è deserta, qualche anima persa e altri dimostranti, incrocio Nepszinhaz utca, costeggio Koztarsasag tér, riemergo sulla Rakoczi. I poliziotti sono 200 metri più in là, ma la gente continua a indietreggiare, “Megvissza, a lovak vannak” (Andiamo indietro ci sono i cavalli, fa una signora”) la gente scappa, vado indietro, poi mi volto, ecco la polizia aprire un varco e parte la carica di cavalleria, scappiamo per una stradina laterale, urla a più riprese, poi si affievoliscono, ritrovo le strade di vicino casa mia, sono a casa…


 

Premessa 1.

Dopo l’ultimatum di Fidesz e la rottura col governo. Fidesz ha annunciato che non parteciperà alle cerimonie previste dal governo per i festeggiamenti del 50esimo anniversari odella rivoluzione del 56 e ha allestito delle contromanifestazioni.


Premessa 2

I manifestanti avevano avuto il permesso di restare in piazza fino al 30 Ottobre. Ci son state nei giorni scorsi unghe trattative col governo che proprio in piazza del parlamento guarda un po’ voleva riunire delegazion ufficiali di più di cinquantapaesi per un alzabandiera, un discorso ufficiale, una corona di fiori, fetta di panettone ecoppa di spumante per tutti. Dopo tante trattative allora si era convenuto per una piccola presenza ufficiale in un angolino, ma poi la piazza aveva fatto sapere cxhe avrebbe comunque fatto capire al mondo il suo disprezzo per Gyurcsany ed era stato eretto un bel muro di 3 metri con foto della rivoluzione per isolare i manifestanti

 

Promemoria 1

mandare una lettera aperta a Fidesz per ricordare che la politica democratica è l’arte del compromesso e che certe occasioni sono sacre e tutti gli ungheresi devono partecipare insieme. 


Posted by alessandro grimaldi at 14:00 MEST
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Monday, 23 October 2006
peacereporter.2

Cari affezionati lettori del blog, prosegue la collaborazione col giornale on line www.peacereporter.net, per cercare di raccontare questa triste giornata per la città dove vivo, al link http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=&idart=6569.

Minden jot,

Alessandro 


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Thursday, 19 October 2006
questioni di soldi

Il blog ora è felice di dare spazio ad un paio di estratti da due articoli della stampa inglese, giusto per entrare un po’ più nel merito.

All’inizio della crisi il Guardian aveva svolto una breve sintesi del profilo economico del paese..

Whatever happens next in this sordid saga on the Danube, no one should have been surprised that Hungary's economy is indeed in dire straits. The investment bank Goldman Sachs earlier this month rated Hungary as the riskiest of the world's emerging market investment destination. Other elements of the crisis include a credit boom, funded by heavy borrowing in foreign currencies, mainly euros and Swiss francs, creating dangerous vulnerability to exchange rate fluctuations. The IMF has been warning of the dangers of a wider eastern European financial crisis - Turkey and Serbia are similarly at risk and there are worries about others. With populist pressure growing over the accession of Romania and Bulgaria, to say nothing of Turkey to come, the EU itself looks alarmingly exposed.  (Guardian.co.hu 20.9.2006)

Recentemente TransitiononLine (www.tol.hu), eautorevole gionaleonline in lignua inglese con base a Praga, ha svolto un’analisi sulle crisi politiche ed economiche della regione, (è caduto il governo di destra populista il Polonia dei gemelli ….., in Repubblica Ceca son 4 mesi che non si riesce a formare un governo,  questi i casi più eclatanti; l’economia rallenta e qualche critico accosta la situazione al crollo delle tigri asiatiche sempre eni favolosi anni 90, ma dopo una bella analisi chiosa dicendo:

but…. economic fundamentals remain strong when compared to the Asian economies of the late 1990s and floating exchange rates give the Central European currencies much more of a cushion.
Hungary remains the exception because of its anemic growth, worrying budget and current-account deficits and the amount of consumer borrowing in foreign currencies. However, even before last month's riots many foreign investors had already scaled back their exposure there and gone short on the forint because of their concerns over the country's fiscal position.


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Saturday, 14 October 2006
vicolo cieco

Oggi è sabato e un'altra settimana di stanco scontro politico è trascorsa.

C’è stato un bel discorso di un esponente di Fidesz, tra le 5 e le 6 sul palco in piazza e or a siamo in un caffè, ancora a parlar di politica. Un alto esponente di Fidez ha tenuto un bel discorso ogni giorno per tutta la settimana.

 Ma qui al tavolo si parla ancora di politica con quella passione di chi è punto nel vivo e di chi vive momenti importanti per il paese, sembra il clima in Italia nel 68 o nel dopoguerra anche se non c’ero. Sul che fare ora pero’ si arena il discorso, la strategia dell’opposizione è in un vicolo cieco.

 Al banco intanto continuano ad arrivare gente avvolta nel tricolore nazionali, donne con coccarde all’occhiello, ragazzi con bandieroni in mano..

 


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
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Saturday, 7 October 2006
Basta avere fiducia

E’ passato un po’ di tempo, il blog nn è stato aggiornato per rmotivi di censura interna, o soltanto prchè la politica è diventata un po’ più triste nel frattempo.

 

Un breve aggiornamento. Il governo ha tenuto duro, il presidente è sempre in carica.

 

E ben saldo, finalmente hanno fatto come si fa nei paesi normali, il primo ministro ha chiesto la fiducia al parlamento, fiducia per il governo e per la finanziaria. Il voto c’è stato giovedì 5 Ottobre e la fiducia è stata ottenuta. Grandi polemiche perché la richiesta di voto segreto dell’opposizione non è stata accolta. Nel discorso per la richiesta della fiducia Gyurcsany ha chiesto anche pubblicamente scusa per le parole usate nel discorso incriminato. Tutto è bene quel  che finisce bene. Chi ha avuta ha avuto, chi ha dato ha dato e sc….

 

Da parte sua Orban ha continuato a proclamarsi il vincitore morale delle elezioni e si è sentito in dovere di porre un ultimatum al governo per le dimissioni, al suo posto vuole un governo tecnico di esperti che si adunano attorno a un tavolo.

 

I miei amici di Fidesz ci credono a queste parole e seduti attorno a un tavolo zeppo di Dreher cerchiamo di ragionare.  Certo Gyurcsàny è improponibile e ha portato il paese al tracollo pur di far guadagnare se e i suoi amiconi, ma a un italiano che di governi tecnici ne ha un breve ricordo in quella favolosa metà degli anni 90, sembra proprio che un governo tecnico non possa prendere le decisioni politiche che una politica economica di rottura e salvezza necessita,

 

L’ultimatum è scaduto venerdì, ovviamente anacronistico dopo la fiducia, ma poi Fidesz ha finalmente preso per mano la folla in piazza del parlamento, e Orban ha tenuto un gran discorso alla piazza alle 17.30 davanti a circa centomila persone…  Il palco è stato allestito a 20 metri da quello della manifestazione spontanea, per differenziarsi ovvio, La solita folla colorata, tenace, che nn ha mollato, tanti volti normali, pensionati, giovani, insomma tutti quelli realmente scontenti di Gyurcsany, dicono che si era in centomila, infatti la folla era proprio tanta era veramente tanta e si snodava anche per le vie laterali della piazza del parlamento, e vedeva il comizio da maxischermi retti da enormi gru.

 

Io pero’ inizio a perdere un po’ di entusiasmo, e siedo su uno scalino mentre li guardo, questa brava gente, il parlamento è in fondo appena eletto e il governo ha avuto. E son stati bravi a cavalcare i gravi scontri per distogliere l’attenzione dal motivo della protesta.

 

Mi allontano perché oggi vado a vedere l’Opera, che qui costa in un palco bellissimo sui 15 euro, e ora posso anche passare da Szabadsàg tér, finalmente riaperta. La sede della TV è comunque transennata, ha la facciata annerita, han messo del compensato per coprire le finestre, e il monumento alll’armata rossa (altro oggetto di violenza in quella bella nottata), nel mezzo della piazza, ha tutti i fregi e le scritte divelte ma è ancora un pomeriggio di sole e quello che c’è in piazza ora è solo una manovra politica.


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Monday, 2 October 2006
Hanno vinto tutti

Ieri i sono svolte le elezioni amministrative in Ungheria, che ahnno interessato tutte le principali città e le contee (le regioni) del paese. Un commento ai risultati è facile.

Hanno vinto tutti.

E pensare che Orban, il capo dell’opposizione le aveva definite “una votazione storica per l’Ungheria”. Eppure a guardare le varie schermate che si alternavano ieri sulle TV nazionali, tutto era molto confuso.

 

C’è la schermata dei voti di lista nelle contee, dove a parte due piccole macchioline grigie (dove non si è votato) l’Ungheria è tutta colorata di arancione, il colore della Fidesz.

Ma quando si passa alle comunali, ancora gran parte delle città hanno un puntino arancione, ma le grandi città del paese son rosse rosse, (il bel garofano rosso dei socialisti al governo), Szeged, Pècs,  Szombathely, Nyregihaza ele storiche città operaie Dunaiujvaros, Miskolc, Szekesfehérvàr,  tra le grandi città giusto Debrecen e Sopron sono dell’opposizione.

(E allo spettatore italiano vi assicuro fa molto effetto vedere l’elenco completo di tutte le città ungheresi partecipare a questa tornata amministrativa, segno che qui di crisi di giunte comunali e elezioni anticipate non se ne parla tanto).

 

Ma il dato più atteso delle elezioni era ovviamente quello di Budapest, dove vive un ungherese su 4, e qui le colonnine che appaiono ai lati dello schermo mentre si alternano i commentatori politici nelle immancabili tribune elettorali mostrano un vantaggio minimo (47.5% contro il 46% del rivale Tarlos Istvan) ma comunque netto del sindaco uscente, Demsky Gabor, che quindi avrà altri  4 anni per completare il suo programma e arriverà così a 20 anni come sindaco di Budapest. Sua mamma sarà orgogliosa del figlio.

 

 

Le reazioni dei politici non si sono fatte attendere. I seggi han chiuso alle 22.00, ma già dalle 21.00 cirocavano i primi exit-poll. Alle 22.10 appare Orban in TV annuncia che Fidesz ha vinto le elezioni, e il primo ministro non puo’ che dimettersi dato che il paese gli ha voltato le spalle.

 

Un’ora dopo , quando i dati di Budapest coprono il 98.5% del campione, il primo ministro fa sapere che la coalizione di governo si è rafforzata, ottenendo la conferma dei propri sindaci in tutte le principali città del paese e si complimenta con Demsky per il suo straordinario risultato elettorale.

 

A domani per altri dati e commenti.

 

Mi accorgo che explorer non riesce più ad aprire bene la pagina web. Suppongo per la lunghezza delle ultime entry, casusa la stretta attualità politica, comunque mozilla-firefox (noto browser freeeware)  nn da problemi.

Se pensavate che il controllo sui media del governo si fosse esteso anche a questo onoratissimo blog, beh ancora non è cosi.

 

 


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Saturday, 30 September 2006
L?Ungheria in piazza, sabato 30

 

 

Domani si vota, oggi è la giornata di riflessione, di silenzio elettorale, persino i siti di informazione sono costretti a premettere all’homepage una pagina in cui dicono che il sito nn sarà aggiornato per il silenzio elettorale.

 

In piazza c’è un clima d fine della festa, meno persone, un po’ tristi che la festa è finita, ubriachi di canzoni, divertimento e quelli che non vogliono andare a casa, i più intimi del festeggiato, o quelli che non hanno di meglio da fare. Comunque tanta gente, ma volti un po’ stanchi e rassegnati.

Il piccolo pub con i tavolini all’aperto e due televisori per seguire le ultime notizie su HirTV, celebrato anche dal Magya Nnemzet, dove si accalcavano centinaia di persone per vedere quel che succedeva stasera è quasi vuoto, e i televisori son sintonizzati su VIVA (canale musicale tedesco) e su sport2 che trasmette Torino-Lazio 0-4.

 

Mentre sul palco c’è un piacevole concertino popolare di archi, son colpito da una decine di persone in cerchio, con gli occhi chiusi che cercano l’estasi. In mezzo al cerchio brillano tanti lumini ( le piccoli cndele basse da decorazione o per riscaldare olii profumati, molto usati in Ungheria). I lumini formano lo stemma di Santo Stefano (lo stemma con la santa corona, la bandiera di Arpad, e la Croce di Santo Stefano) che figura anche nella bandiera ungherese. Il cerchio oscilla piu’ giovani e anziani stretti per mano.

 

Mi avvicino allora sotto la fiamma eterna a ricordo del 56, che sembra bruciare da un blocco di granito nero, sul viale che porta all’ingresso del Parlamento. Le ultime 2 o 3 volte han messo altri lumini, a formare 2 specie di cerchi storti, concentrici. 2 ragazze là vicino cantano ad occhi chiusi e a voce bassissima una nenia malinconica. La gente passa e si ferma in silenzio davanti a queste lucine che brillano, sullo sfondo il monumento a Kossuth, un signore coi baffi pensa a sostituire i lumini spenti. Questi cerchi li ho visti già da lunedì, ma solo oggi riesco a decifrarli. Sono l’Ungheria attuale e la Grande Ungheria. Al loro interno anche altri lumi, per Budapest, per Kassa (ora in Slovcchia), etc. Un ragazzino cicciotello mette un piede nei Carpazi per porre un altro lumino a Kolosvàr. Tantissimi lumini poi per il SzekelyFold, la terra dei Szekely (popolazione di lingua ungherese, 500.000 persone circa, concentrata nell’estremo est della Transilvania. La loro origine è incerta, non si ritiene siano discendenti dei magiari).

Io son lì impalato, esterrefatto. Una signora fa cenno al marito di fare un passo indietro per farmi posto davanti ai lumini.

 Il giubbotto di un biker seduto sull’erba mentre i discorsi sul palco procedono, ha la scritta, dentro i confini della grande Ungheria: “Insieme ce la riprenderemo”.

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Friday, 29 September 2006
L?Ungheria ha un sistema democratico ma non e' una democrazia

L’Ungheria ha un sistema democratico ma non è una democrazia.  In una democrazia non accadono le tre cose che vado ad elencare: 

1)      In un paese democratico, in UK, in USA, in Italia (sic), dopo quello che è successo un premier ha il dovere di dimettersi

2)      Nel nastro incriminato compare una frase di un membro dell’MSZP che equipara gli elettori ungheresi a dei topi di fogna (che seguono il pifferaio di turno, n.d.r.). Il giornale dell’MSZP e giornale più venduto d’Ungheria, non ne ha fatto il minimo cenno.

3)      Ma soprattutto in una democrazia è inammissibile che venga impedito a una TV nazionale, HirTV, di trasmettere violando uno dei principi base delle libertà democratiche. 

Applausi

  

(Tibor Fisher, tra i relatori di una prestigiosa conferenza sul ’56, svolta in questi giorni a Budapest)

 

Tibor Fisher è un giornalista inglese, di origini ungheresi, come tradisce il suo nome di battesimo. E’ noto anche come scrittore, il suo libro più famoso è “Sotto il culo della rana” (under the frog, una specie di peggio di cosi si muore in magiaro, che parla di una squadra giovanile di basket ungherese nel 56).


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Updated: Tuesday, 17 October 2006 17:12 MEST
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Thursday, 28 September 2006
L'Ungheria in piazza. Lunedi - Giovedi

Nell’attesa che tutto avvenga, la gente continua ad andare in piazza, la campagna elettorale è entrata nell’ultima settimana, dove tutto può comunque ancora succedere, soprattutto se accade qualcosa di grosso; governo e opposizione si fronteggiano senza esclusione di colpi.

 

La piazza continua ad animarsi la sera con 5-6000 persone, sono aumentate le tende piazzate davanti al parlamento, c’è un bel muretto dove chi vuole può attaccare il proprio foglio per dire quello che pensa. Democrazia diretta si è detto. E’ vero, Pensate che in ungherese amministrazione (Es. gli enti locali) si dice “autogoverno”. L'autogoverno di Budapest = il comune di Budapest.

 

Il prefetto ha chiuso la “Cucina del popolo” (Nèpkonyha) che dava pane imburrato con cipolle e gulyas caldo gratis ai manifestanti. La cucina del popolo era gestita dalla Megosz, potente organizzazione equivalente alla nostra coldiretti, ma un cartello annuncia comunque che la cucina continua ad operare vicino Deak Tèr, vicino agli stand (elettorali) permanenti del Forum liberale.

 

Io son sceso in piazza lunedì e giovedì, il clima è pressappoco lo stesso, ancora tanto entusiasmo, ci si aggrappa ai valori della destra: ad esempio lunedi’ concerto dei Karpatia, gruppo folk ungherese, canzoni melanconiche su Timisoara, Oradea e tante città ormai irrimediabilmente perdute dalla Grande Ungheria. Una delle cose che mi colpisce quando apro un quotidiano osn le previsioni del tempo: per le temperature ovvio, ma anche perché, mentre il giornale dei socialisti (Népszabadsàg) fa le previsioni dell’Ungheria, quello della destra (Magyar Nemzeti) le dà di tutto il bacino carpatico, e copre, anacronisticamente, anche Novi Sad, Arad, Timisoara, Bratislava (cioè l’ex Grande Ungheria). Giovedì è salito un francese sul palco, ha incitato i patrioti magiari a resistere, loro che hanno combattuto i turchi e combattuto il comunismo e ora alle prese coi neo comunisti, da fermare col loro spirito nazionale... Metà della piazza sta ferma lì comunque, da moderati che vogliono mandare a casa questo governo, e storce il naso.

 

La protesta era stata consentita fino a venerdi’ 29, ultimo giorno di campagna elettorale. Ma dalla mezzanotte di venerdì a domenica sera, ci sarà nello stesso luogo una “manifestazione culturale”, insomma una buona scusa, poi si vedrà.

 

Nella campagna elettorale i candidati han cambiato in corsa strategie e slogan, ora compaiono dappertutto le parole “ordine e sicurezza”. Si ha come l’impressione che tutto possa ancora succedere, se i politologi ci dicono che metà degli elettori decide il voto nell’ultima settimana, questo è ancor più vero qui a Budapest nelle elezioni del 2006, e fan sorridere gli inutili discorsi da vera campagna elettorale, su quel che ha fatto il sindaco, quanto ha rubato, quanto è stato il suo contributo alla fulgida vita culturale della città; l’eterna promessa che ripete ad ogni elezione della linea 4 della metro (con nell’anno preelettorale un po’ di finanziamenti e i lavori che procedono un pochino), il nuovo tram COMBINO, il tram più lungo del mondo come dicevan trionfalmente  i cartelli, che dopo 2 settimane e tantissimi intoppi, porte che non si chiudevano, strutture antiquate per accoglierlo, è tornato alla Siemens per un controllo, manco fosse un motorino.

Teniamo presente pero’ che i 22 distretti di cui è composta Budapest, godono di ampia autonomia e competenze, tant’è che il titolo di sindaco di Budapest suona in magiaro come “sindaco generale” e la partita si gioca anche su quanti “sindaci” dei distretti porteranno a casa gli schieramenti.

 

Il vero colpo di scena è pero’ arrivato quasi in sordina giovedi’, pare che la corpoazione della stampa e televisione ungherese, ORTT, in cui ha voce in capitolo il governo, voglia impedire (usano il termine sopprimere) la diretta dello svolgersi della protesta da parte di HirTV, che come avete letto è la TV allnews della Fidesz, che ha coperto 24ore su24 gli eventi, in maniera professionale e quasi imparziale, un po la CNN o l’Al.Jazeera magiara.

Ma il governo l’ammonisce che quelle immagini incitano alla violenza. Infatti giovedì sera HirTV trasmetteva solo immagini di repertorio della protesta o il TG della BBC.

“Ez a diktatura”,dice Marta. Credo che non ci sia bisogno di traduzione.


Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
Updated: Saturday, 30 September 2006 20:57 MEST
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Tuesday, 26 September 2006
L'Ungheria in piazza. Sabato e domenica

Sabato era il giorno della grande manifestazione organizzata dalla Fidesz, ma come sapete dopo grosse pressioni governative Fidesz ha ritirato il suo appoggio, per motivi di ordine pubblico.

In Ungheria dunque il partito di opposizione non può (non è capace, non ha il coraggio) di indire una grande riunione di protesta organizzata.

 

Ma venerdì sera si dice invece la manifestazione ci sarà comunque, sempre alle 14.00, a Kossuth tér, sotto l’ala protettrice della manifestazione permanente che da domenica praticamente non si è mai fermata.

 

Alle 14.00 erano in 10.000, sabato sera si arriva a  25.000-50.000 (anche qui il solito balletto delle cifre), domenica pochi meno. 

Studenti e manifestanti giunti un po’ da tutta l’Ungheria, in genere fracassoni e pittoreschi, di tutte le età, riuniti in piccoli e grandi gruppi con alla testa un cartello col nome della città (Siofok, Balatonfured, Szeged, Szolnok, Debrecen,...) tipo “ il trionfo della volontà” della Riefenstahl il celebre film sul raduno di Norimberga dei nazisti.

Il paragone è sbagliato, ma la sensazione è che dopo la reazione popolare di domenica 18,  appena scoppiato lo scandalo, con tanti normali cittadini in piazza indignati e dopo i fattacci di inizio settimana e in mancanza di un grande partito che voglia assumersi le proprie responsabilità, ora la protesta per poter andare avanti si affida ai sentimenti di destra più veri e a tutte le derive di destra sparse nel paese.

 

Si son visti gruppi nei costumi tradizionali, bandiere della Grande Ungheria, più teste rasate e sono arrivati i tifosi del Fradi, il Ferencvaros, con le loro magliette bianche e verdi, scortati da tanta polizia. Sabato pomeriggio il Ferencvaros ha giocato in campionato; dalla curva stracolma son piovuti tanti cori antiGyurcsany, il Ferencvaros ha vinto 7:1 (il Fradi, che è la squadra più blasonata d’Ungheria, gioca nella serie B ungherese quest’anno, ci ricorda qualcosa?, per problemi societari non si è iscritta alla serie A) e poi tutta la curva davanti al Parlamento.

 

Sono comparsi anche gruppi e cartelli dalle città Transilvane, mentre finora la questione transilvana e delle minoranze ungheresi all’estero finora non era stata toccata. Addirittura domenica circolava un opuscolo “Karpatia”, un volumetto mensile giunto al 56° numero.  In copertina un mare di sangue che travolge un’auto, il sangue sgorga da una mano in cui viene conficcato una coccarda ungherese con un grosso chiodo. Il titolo  è : “Finalmente è arrivata l’onda”. *

 

Sentimenti e gruppi che hanno un ruolo importantissimo nella partita a scacchi che si sta giocando ora tra i due schieramenti: Fidesz non li vuole cavalcare, ma sa che è un sentimento abbastanza diffuso nel paese (e mantenuto da almeno 80 anni dal fascismo e come resistenza antisovietica), l’MSZP li identifica con la manifestazionementre loro sono un partito moderato ed europeo.

 

Sono arrivati per l’occasione tanti giornalisti stranieri. Mentre sono in fila per prendere due fette di pane una scodella di gulasch distribuito dagli organizzatori, accanto a me una troupe di Artè (il canale culturale franco-tedesco) intervista un ragazzino (sui 16 anni) di 90 chili, testa rasata e bomber nero, con uno guardo molto stupido. Gli amici accanto a lui hanno sul giubbotto la grande Ungheria stilizzata e una scritta in caratteri runici (si crede che gli antichi magiari adottassero questo sistema di scrittura, per qualcuno gli etruschi hanno delle origini comuni con i magiari). Una signora consola il ragazzino.

 

Ci son giornalisti cechi, norvegesi, svedesi, Telecinco, TVFrance5, TV romene, etc.). Finalmente. Gli ungheresi si domandavano se il mondo parlava o no di loro, o se dovevano per forza incendiare la sede della TV per fare notizia. Solo gli scontri interessavano, la protesta di piazza nn fa notizia.

Di certo son stati sfortunati: domenica 18 c’erano le le elezioni in Svezia, in cui dopo 40 anni la destra ha ripreso il governo, poi il colpo di stato in Thailandia (guarda caso contro un altro miliardario, liberamente eletto, che controlla le TV, che metà paese odiava).

In fondo come nel 56 quando la crisi di Suez offusco’ i fatti d’Ungheria.

 

Gyurcsàny continua a tirar dritto per la sua strada, Orban è apparso giovedì e venerdi a HirTV per spiegare le ragioni dell’annullamento della manifestazione e sabato alla CNN, per parcondicio dopo l’intervista a Gyurcsàny.

Orban si emoziona un po’ quando parla in pubblico, dà risposte dirette e fin troppo sincere (forse un paragone italiano è il ministro delle infrastrutture Antonio DiPietro, ex magistrato). E credo che le prossime entry dovran parlare di Orban, Gyurcsàny, delle indiscrezioni che iniziano a trapelare sugli avvenimenti appena passati e dei loro motivi economici di fondo e non potranno più raccontar tanto della protesta, che si stabilizzerà su un nocciolo duro di 5-7.000 fissi per sera aspettando le elezioni per il sindaco di Budapest di domenica prossima.

 

Ma sabato c'era anche dell'altro: le transenne che isolano la manifestazione dall’ingresso del Parlamento (e sullo sfond l'ingente schieramento di polizia) eran tutte infiorate elegantemente con roselline bianche, un amore.

Il  bianco, per distinguersi dai colori dei vari partiti; la protesta popolare non ha colori, se non quelli delle rose.

  

*Una rivista che invoca tutti i Carpazi, Slovacchia, Rutenia, Polonia sudorientale, Transilvania, finalmente di nuovo sotto la Grande Ungheria.


Posted by alessandro grimaldi at 12:40 MEST
Updated: Tuesday, 26 September 2006 21:35 MEST
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Gyurcsany - Ulisse

Dedica:

L’autore del blog dedica la frase della settimana al primo ministro ungherese Gyurcsàny Ferenc.

  

La frase della settimana:

Nell’antichità la menzogna non aveva nulla di scadente, ma equivaleva alla saggezza. Pensa all’astuto Ulisse

 (Erich M. Remarque, Ombre in paradiso)

Posted by alessandro grimaldi at 00:01 MEST
Updated: Wednesday, 27 September 2006 23:07 MEST
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Saturday, 23 September 2006
Siamo fottuti. non un po' parecchio

"Ci potrebbero essere proteste di fronte al Parlamento. Ma presto o tardi si stuferanno e torneranno a casa "

«Non c'è scelta, siamo fottuti. Non un po', parecchio. Non c'è nessun altro Paese in Europa che abbia mostrato tanta stupidità come il nostro».

«È chiaro che abbiamo mentito per un anno e mezzo, forse due anni. È del tutto evidente che quello che abbiamo detto non era vero».

«Non abbiamo fatto nulla per quattro anni. Non riuscireste a indicarmi un solo provvedimento del governo di cui essere orgogliosi, se non il fatto di essere rimasti al potere. Se dovessimo render conto al Paese di ciò che abbiamo fatto per quattro anni, cosa diremmo?».

«Guardate, nel breve termine non c'è scelta. Janos Veres (il ministro delle Finanze, ndr) ha ragione. Possiamo continuare così un altro po', ma non a lungo. Il momento della verità è arrivato. Riforme o fallimento. Non ci sono altre possibilità. E quando parlo di fallimento, parlo dell'Ungheria, della sinistra e, sinceramente, anche di me stesso».

«Ho fatto di tutto negli anni scorsi per fingere che stavamo davvero governando. Invece abbiamo mentito giorno e notte. Non lo voglio fare più. O andiamo avanti, e allora avrete un leader, altrimenti trovatevi qualcun altro».

«Riforme significa volontà di riconsiderare tutto ciò che abbiamo fatto su tutta una serie di temi. Credo siamo in grado di farlo. Penso ci saranno dei conflitti, compagni. Sì, ci saranno. E ci saranno proteste. Ci potrebbero essere proteste di fronte al Parlamento. Ma presto o tardi si stuferanno e torneranno a casa».

«Dobbiamo sapere cosa vogliamo fare. I primi anni saranno terribile, sicuro. È del tutto irrilevante che sarà solo il 20 per cento della popolazione a votare per noi... Cosa accadrebbe se invece di perdere popolarità raccontandoci stronzate fra di noi la perdiamo per promuovere grandi cambiamenti sociali? In un caso simile perdere il sostegno della gente per un po' non è un problema».

(Gyurcsàny Ferenc, primo ministro ungherese, a corriere.it)


Posted by alessandro grimaldi at 12:36 MEST
Updated: Saturday, 23 September 2006 16:40 MEST
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L'Ungheria in piazza.Giovedi e Venerdi

Ieri non ho scritto niente perché non è successo niente, che noia, niente teste spaccate e guerriglia urbana… Pensate che nelle notizie in breve di HirTv, si leggeva attorno alle 12.30 “la polizia si è mossa verso Blaha Luiza tér dove era stato segnalato un gruppo sospetto di 30-40 persone, ma poi era solo gente che aspettava l’autobus notturno”. In effetti era una serata abbastanza calda e forse una delle ultime occasioni per andare a trascorrere il giovedi universitario nei locali all’aperto oltre il Petofi  hid, lo Zold pardon o il Buddha Beach.

Lo scontro politico (e non solo) è sì molto duro, ma i ristoranti del centro son affollati, ieri sul filobus saliva gente tutta in ghingheri per andare ai teatri della Nagymezo” utca, etc. insomma Budapest protesta ma non si ferma. E faceva senso i giorni passati allontanrsi a piedi da Kossuth tér, dirigersi verso il korut sapendo che li’ c’eran grossi scontri e vedere sulla Baicsi Zsilinski, o nel V distretto i turisti fare i turisti e le coppiette affollare i caffè e i locali.

 

Dunque niente scontri.

Certo la polizia ha mostrato di cosa è capace per garantire  l’ordine pubblico, ma i maligni sottolineano come questo abbia coinciso con la rinuncia da parte della Fidesz alla grande manifestazione prevista per oggi, sabato, a Piazza degli eroi, partecipanti previsti 200.000. tantissimi.

 

La rinuncia era stata chiesta con insistenza dal governo, causa possibili disordini. Titoli dei giornali di giovedì (dopo gli ennesimi episodi di guerriglia urbana): “Gravi scontri in centro” – Magyar Nemzet (Nazione Magiara, giornale della Fidesz); “ La Fidesz non rinuncia alla manifestazione di sabato” - Nèpszabadsag (Libertà popolare, giornale dell’MSZP).

Ora dipende dai punti di vista secondo il governo il comportamento responsabile dell’opposizione ha scoraggiato i teppisti.

Per la piazza invece solo ora il governo ha per il momento fermato i suoi infiltrati, teppisti incaricati di fare la guerra per screditare la manifestazione pacifica.

 

Gyurcsany da parte sua è stato intervistato giovedì dalla CNN, intervista ritrasmessa in prima serata da HirTV, un Gyurcsany visibilmente a disagio e seccato per il giornalista che in puro stile anglosassone non gli ha permesso di svicolare dalle domande dirette che venivan poste, mentre nella TV nazionale le interviste a cui è abituato son concordate e accondiscendenti (a una domanda che non gi andava a genio ha persino risposto: “guardi che lei è pagato con i soldi del governo ungherese”)

 

La manifestazione continua, ed è giunta ormai al sesto giorno. La gente inizia a essere stanca e a non poter uscire tutti i giorni, ma un cuore di 6-7000 persone c’è sempre.

 

La gente ora è più pensierosa, si chiede per quanto potrà resistere, se si dimetterà davvero, come si andrà avanti.

In effetti Gyurcsany si ostina a non volersi dimettere, ieri ha ricevuto in visita Angela Merkel, la cancelliera tedesca (iniziano le visite di cortesia per ricordare il 56) e nn ha annullato i suoi impegni fuori Budapest della settimana prossima), ma io sono più ottimista: ci sono le elezioni del 1° ottobre e le celebrazioni del 56 che potranno dare nuova linfa alla protesta e cerco di incoraggiare i miei amici.

Ricordo poi che il primo ministro precedente, sempre socialista, Medgyessy rassegnò le dimissioni nel 2004 dopo uno scandalo sul suo passato nei servizi segreti. Quindi un bel precedente di dimissioni socialiste c’è già e pure recente. Al suo posto salì l’allora sconosciuto Gyrcsany Ferenc, allora ministro dello sport (!!), ma questo è un altro blog.

 

Ora in piazza grandi punti ristoro sono due  e qualcuno ha piantato la tenda a Kossuth tér, (immaginatevi a campeggiare di fronte al parlamento). Proseguono i comizi spontanei intervallati da gruppi musicali di canzoni tradizionali. Chi vuole sale e dice la sua; ieri uno ha usato il suo spazio per mettere l’inno nazionale a tutto volume.

 

Mi colpisce sempre quest’esempio di democrazia diretta, molto lontano dalla nostra tradizione, di scioperi, cortei, metodi parlamentari.

Un primo approccio per spiegarla sarebbe il ricordare che l’Ungheria è uno stato colto e un paese OCSE e NATO e UE, ma pur sempre una democrazia giovane, reduce da 50 anni di comunismo, 25 anni di fascismo, 50 anni di monarchia, 150 anni di Asburgo e 100 di Turchi, e che nei 50 anni in cui il parlamento aveva un certo peso politico (ai tempi della doppia monarchia. Austro-ungarica, 1871 – 1918) era un parlamento senza suffragio universale, in cui l’opinione pubblica era costituita da gente istruita (aristocratici, gran borghesi e possidenti) e ognuno interveniva quasi di persona nella vita politica.

 

Ma poi mi ricordo anche che la democrazia diretta è un’espressione tipicamente magiara, quello che succede a Rossvelt tèr in questi giorni ricorda quello che vedo qui ormai da 2 anni il 15 Marzo, festa nazionale (ormai ci son 2 belle entry su cos’è 15 marzo in terra magiara), praticamente tutti per le strade con bandiere nazionali e coccarda al petto, e discorsi e manifestazioni per tutto il giorno. In ricordo del poeta romantico Petofi che nel 48 sali’ sulle scale del museo nazionale e fece un gran discorso ai passanti e da lì nacquero i moti del 48. E anche il 56 inizio' con comizi e discorsi. Appunto.

 

Su questa scia, si è deciso allora di scendere lo stesso in in tanti a manifestare alle 14.00 di sabato, anche se nn c’è più l’organizzazione di Fidesz, e quindi nn si ha l’autorizzazione esplicita, e di farlo comunque sempre a Kossuth tèr, che è la piazza storica della destra, mentre Piazza degli eroi (che è più grande ed era stata scelta quindi da Fidesz), è la piazza storica delle manifestazioni della sinistra), insomma come piazza San Giovanni (sinistra) e piazza del popolo (destra) in Italia .

 

Non inverto i riferimenti destra-sinistra a caso: prendete un partito, al governo per 40 anni, che poi dopo un po’ di cambiamenti politici e scandali all’inizio degli anni 90 torna al potere con un multimiliardario, che controlla le televisioni, supponente e figo, che fa tante gaffes grossolane, ha una bella villa sontuosissima e che non si dimetterà mai di sua volontà. Con le piccole differenze del caso, in Italia questa parte politica è di centro destra, in Ungheria il partito socialista.

 

Quindi tra 2 ore vado alla manifestazione e vi racconto.

 

Ancora parlo poco dei veri motivi della protesta, ma per adesso la redazione del blog ritiene ancora importante descrivere gli eventi (che in Italia nessuno caga più) e spiegarli dal punto di vista magiaro, che si è sforzato ci cogliere in questi 2 anni di onorata militanza. Comunque nella prossima entry vi lascio la traduzione completa del discorso “segreto” di Gyurcsany che ha fatto scoppiare lo scandalo e il pandemonio successivo, buon divertimento

 

cari saluti


Posted by alessandro grimaldi at 12:32 MEST
Updated: Saturday, 23 September 2006 16:30 MEST
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Thursday, 21 September 2006
peacereporter

Cari affezionati lettori del blog,

vi comunico che parte delle mie convulse cronache di questi giorni sono apparse oggi su www.peacereporter.net, agenzia di stampa online di Misna ed Emergency al link http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=6302

Visto che i media italiani che consulto io da qua (repubblica.it, tg1, etc) nn ne parlan più, mi fa piacere dare un contributo per parlare di quello che accade qui..


Posted by alessandro grimaldi at 17:22 MEST
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l'Ungheria in piazza. Mercoledi

Premessa. Oggi nn lavoro e posso scrivere un po’ più a lungo.

 

Quarto giorno in piazza. Ormai ci si sta facendo l’abitudine: di giorno si lavora, verso sera Kossuth tér si anima di 10.000 persone colorate, poi si passa ai teppisti che cercano di mettere a ferro e fuoco la città con questo pretesto e la polizia che risponde. Amen

 

Ripeto la cosa incredibile sono questi diversi livelli in cui la protesta si svolge: assolutamente pacifica, colorata, popolare quella in piazza del parlamento, al contrario teppismo e guerriglia urbana  di altra gente che davvero non c’entra niente poi.

 

Al quarto giorno di protesta e alla terza notte di scontri, ieri colpiva l’organizzazione che le varie parti in gioco hanno raggiunto:

-         la manifestazione  in piazza ha finalmente un gruppo organizzatore e hanno finalmente chiesto l’autorizzazione (concessa fino al 29 Settembre, cioè fino alla vigilia delle elezioni municipali di Budapest del 1° Ottobre). Sono poi scomparsi o gentilmente fatte allontanare dalla piazza le bandiere dei e i movimenti di estrema destra (il MIEP -partito magiaro di verità e vita- partito di estrema destra, sul 3% che ha una bella sede a Buda in Fo utca proprio di fronte alla chiesa dei cappuccini dove i frati italiani dicon messa, altri movimenti e associazioni come Jobbik (essere di destra) o il movimento delle 64 contee (le contee  che costituivano la Grande Ungheria). Insomma qui non li vogliamo. Si è creato poi un bel punto ristoro, dove i manifestanti possono ricevere un bicchiere d’acqua e una bella fetta di pane imburrato con una strisciolina di peperone dolce sopra (édes parika), tipica merenda del magiaro. I comizi continuano, parla chi vuole, ma è più ben fatto, ogni tanto si alternano canzoni popolari, a cui molti nella piazza storcono il naso (l’Ungheria ha una cultura musicale sopraffina e chi è con me mi spiega storcendo il naso che quella canzone che sentivo  si canta in genere durante i banchetti di nozze, nei paesi di provincia). E la piazza è animata anche dopo la mezzanotte, come a prendere le distanze e marcare le differenze con quello che succede contemporaneamente in un altro punto di Budapest.

Resto ancora perplesso nel vedere che nonostante i fati incresciosi, di lunedì notte soprattutto, qui si insista nella manifestazione di piazza e non si cerchino altri modi democratici/parlamentari. Ad esempio il corteo degli studenti, previsto per oggi è stato cancellato.

 

-         Ma anche i teppisti si sono ormai organizzati. Sanno che di notte si potrà dar battaglia (qui i giornali usano il termine battaglia, assalto, csoport, gruppi armati, pattuglie. Volto coperto, bandiera e mazza, qualche simbolo nazionalista e via. Tattiche da guerriglia, tutta la notte è stato un mordi e fuggi. Gli scontri iniziano dopo mezzanotte e terminano all’alba (hajnal in ungherese, cioè vicino all’alba). Ci sono estremisti di destra, e ovviamente sono stati reclutati gli ultras delle squadre di calcio che qui curiosamente cambian di colore: se noi abbiamo curve rosse e curve nere, qui ci sono i Verdi (di destra, i tifosi del Ferencvaros, che è un quartiere a sud di Budapest e anche la squadra + popolare d’Ungheria) e i Lilla (di sinistra, tifosi dell’Ujpest, quartiere a nord di Budapest).

 

Ci si chiedeva in piazza dove avrebbero attaccato stanotte. Ieri han proseguito con i posti che ricordano il ’56 (segno che una regia ce l’hanno anche loro) attaccando quella che ora si chiama Terror Hàza (la casa del terrore). La Terror Haza,  un tempo era un luogo innominabile, si chiamava semplicemente  con l’indirizzo Andrassy ùt 60, ed era la sede della temutissima polizia segreta AVH. Ora è u museo sui crimini del regime fascista (19 – 44) e comunista (48-89). Tra l’altro oggetto di una grossa polemica l’anno passato: istituito dal governo di destra di Orban, ha subito un grosso tagli dei finanziamenti statali ad operadall’attuale primo ministro.

 

Principali teatro degli scontri è stato ancor oggi il korùt, stavolta ad Oktogon e Nyugati. Il korut, la grande arteria di Budapset: le scene dei carriarmati per Budpaest nel 56 la resistenza, la guerra per le strade si svolse in gran aprte qui.

 

Se quello che ho letto sul 56 non mi tradisce stasera ci sarà spettacolo al passaggio Corvin o a Szena tér, davanti a quello che ora è il centro commerciale Mammuth, o a Bem tèr. Qualcuno avvisi il questore.

 

-         Un bel salto di organizzazione l’ha finalmente fatto la polizia. Szabadsag tér è completamente off limits, (e chiudere questa piazza cosi grande ha richiesto tantissimi agenti). Ieri un grandissimo spiegamento di uomini e mezzi e squadre d intervento rapido ai primi incidenti Oktogon e Nyugati sembravano uno scenario di guerra, le immagini TV sono impressionanti. Tanti lacrimogeni, e anche di +, ieri girava sempre il video di un ragazzo normale che si alzava la maglietta e mostrava l’addome con una brutta ferita. Il cronista ripeteva la parola granata. I giornali di oggi titolano: dimostrazione di forza della polizia. Circola pure un video di 2 giorni fa, di una donna isolata, lontano dagli scontri, che alla polizia schierata urla qualcosa, e questi la prendono e picchiamo senza pietà. “Non sono poliziotti, ma animali primitivi” urlano gli ungheresi accanto a me davanti alla tv.

 

-         Si sono organizzati i curiosi, si va in piazza, si partecipa alla manifestazione, poi si presta ascolto a qualche tv nei bar dei paraggi e ci si sposta dove lo spettacolo sta per avere inizio.

 

-         E si sono organizzati anche i media. Credo che non ne parli nessuno, ma qui è un’altra cosa che mi colpisce tanto. A Genova la cosa era (un poco) inaspettata e gli stretti vicoli non eran facili x le riprese, di Parigi e del CPE so poco. Qui c’è HirTV (la TV della Fidesz) che trasmette 24ore su 24, cronisti sparsi per la città, grandi piazze, grandi viali, luoghi ideali per le telecamere. La gente normale va a casa dopo le 11 e si gode comodamente in poltrona l’affascinante spettacolo degli scontri tra polizia e teppisti fino all’alba. Ripeto, sono immagini molto spettacolari, come la guerra n diretta o un aereo che si schianta su un grattacielo . In diretta da casa tua.

  

Qualcuno mi ha chiesto, ma come mai succede questo, gli ungheresi non sono un popolo pacifico?

Anziché parlare di sociologia e storia dei popoli vorrei rispondere citando un film canadese sul ‘56

Visto la settimana scorsa, che parlava della famosa semifinale olimpica di pallanuoto Ungheria –URSS alle olimpiadi di Melbourne, 1 mese dopo i fatti del 56. La piscina si tinse di sangue. In Ungheria la pallanuoto è lo sport nazionale sono la scuola pallanuotistica migliore del mondo. E giustamente i canadesi dicevano ocme questo sport riassume 2 lati dell’animo ungherese: la raffinatezza, la sensibilità, nei virtuosismi tecnici del gioco di mano, e il forte agonismo, la lotta feroce, sotto il pelo dell’acqua, dove si menano colpi bassi.

 

Insomma a Budapest si fa una vita intensa e non ci si annoia mai, venite a trovarmi amici.

 

Come vedete l’organizzazione è tutto nella vita. Io invece, vorrei fare come un famoso tassista del cinema e vi dico che un giorno di questi mi devo orgasmizzare.

 

N.B. se notate la politica (dichiarazioni degli esponenti politici, del governo etc.) è quasi totalmente fuori da questa entry del blog, è veramente passata in secondo piano.


Posted by alessandro grimaldi at 14:08 MEST
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